Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

giovanni pepi

Il cargo cinese atterra puntualmente. Nove bancali con ventilatori e respiratori,  elettrocardiografi e mascherine,  dispositivi sanitari, medici e camici.  ll governatore lombardo, Attilio Fontana, appare in tv. Ha il viso pallido, gli occhi cerchiati di nero. E dice: “Abbiamo bisogno di aiuto..” Chiede medici, infermieri respiratori. Ci si affida a Guido Bertolaso come consulente  per trovare all’estero quello che non c’è in Italia. Si parla del Venezuela, persino di Cuba.  E L’Europa? L’Europa non c’è , malgrado parti in commedia. Parla Cristine Lagarde,  capo della Bce, dice che non tutelerà il nostro debito, le borse vanno a picco.

La presidente Ursula von der Leyen. parla dopo 46 giorni dall’inizio della epidemia. Il suo discorso vuol far vibrare le corde dell’emozione. Ma si è all’inazione . Dice : “ Siamo tutti italiani..” Solo che Kennedy, il 26 giugno del 63, disse “Siamo tutti Berlinesi” per per accentuare una diversità rispetto al normale: Normalmente non si era berlinesi, come, in europa, normalmente non si è italiani.  Certo. La von der Leyen aggiunge: “Daremo all’Italia tutto quello che chiede” 

Ma ci si dà solo la possibilità di indebitarci  più di quanto i trattati non consentano ( o lo consentono, ed è questo il caso, in fasi eccezionali). Per il resto si va in ordine sparso. La Francia stringe sui materiali sanitari da esportare , Austria e repubblica ceca bloccano i confini, La Germania arriva a sospendere i trattati di Schengen che della nuova Europa sono il simboli. Così tutti via via differenziandosi. Nella confusione due cose sono chiare. Davanti a una pandemia , quando sono necessarie risposte globali, l’Italia non può farcela da sola. E non ce la fa. Occorre un’europa sovranazionale, con un proprio bilancio autonomo dagli stati , in grado di destinare risorse a ciascuno dei paesi partner secondo i propri bisogni. Non si è a questo. I governi nazionali denunciano l’assenza dell’ Europa ma non vogliono trasferivi i poteri che ne consentano l’esistenza. Così il governo europeo è succubi dei governi nazionali che non lo vogliono . Questo lo stato delle cose. Mentre il Corona corre verso mete incerte , materializzando la previsione di Bill Gates che attribuiva proprio a un virus effetti più rovinosi di una guerra. Già , una guerra… Viene in mente l’aforisma di Philippe Alexandre : “Se non c’è una europa quando il mondo trema per le guerre, quando mai ce ne sarà una.” Si passerà di vertice in vertice a Bruxelles da oggi poi. Ci sarà una Europa più desta ? Speriamo di si…. Ma temiamo di no.