Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

I computers dell’Inps vanno in tilt. Per il grande numero di richiedenti i 600 euro decisi dal governo. Il presidente evoca un attacco degli hackers. Non pochi dubitano. Sospettano imperfezioni del sistema, tant’è che alcuni imputano le disfunzioni a mancati test e verifiche prima dell’avvio. Un ente molto previdenziale sarebbe stato così poco previdente. ? Ma siamo solo agli inizi di operazioni di sostegno al reddito e alle imprese.  Senza burocrazie efficienti, sono destinate all’insuccesso con colpi di freno ad una ricostruzione necessaria e tra le più difficili del dopoguerra. Già Angelo Borrelli, capo della protezione civile, lanciava l’allarme , quando insorgeva l’emergenza, denunciando una “epidemia più veloce della burocrazia“. Sulle mascherine si arrivava tardi. Poi governo e parlamento ponevano rimedio facendo diventare legge , tra l’altro, una norma che ne consente ora l’acquisto al di fuori del codice degli appalti, limitando violazioni e sanzioni solo al caso di  dolo conclamato.  ( clicca qui )

Si avrà l’accelerazione burocratica ? Il problema è aperto. La soluzione non è semplice. Per due ragioni almeno. La prima è legata al naturale eccesso nel legiferare che neppure nella bufera della pandemia, è venuta meno. Come scrive Econopoli “ .. in due mesi sono state generate più di 300 pagine di decreti legge, Decreti del Presidente del consiglio dei ministri, decreti ministeriali, ordinanze della protezione civile (alla data del 24 Marzo qui), in un corto circuito di norme, rimandi, modifiche a decreti precedenti con utilizzo di terminologie che paiono provenienti più da Wikipedia che da giuristi.” Quando si richiedono snellezza e rapidità, più che mai necessarie oggi, non dimentichiamo che lunghe procedure sono anche conseguenza di vincoli e paletti fissati dalle leggi , difficili da semplificare. O ì semplicemente  insemplificabili. ( qui ) La seconda ragione è nella frantumazione dei poteri tra periferia e centro, con enti, uffici e istituzioni che hanno spiccate attitudini  al conflitto di competenza. Lo mette bene in luce Giuseppe Sala, sindaco di Milano, quando osserva. in una intervista a La Stampa : “Con 20 Regioni, 8000 comuni, un centinaio di province e 14 città metropolitane si perde immediatezza e la responsabilità è suddivisa in mille centri di potere. ” ( qui ) Così vediamo, in questi giorni, dispute forti ( e talora contrasti aspri ) su misure e interpretazioni tra governo centrale e governi locali, come  succede per i limiti alle marce  nei parchi e ai bambini a passeggio.

Ora, se sono necessarie spese ingenti per fronteggiare la recessione dell’economia cui si va incontro, non servono solo risorse bastevoli e spese pubbliche crescenti. Sono urgenti riforme che modifichino le regole di spesa per garantire rapidità e trasparenza. Tutti conoscono la questione, e non mancano impegni degli uomini di governo nè forti denunce dei leader dell’opposizione. Ma c’è poco di nuovo sotto il sole. Qualche passo lento si vede. Ma bisogna correre. Per evitare sia ancora attuale quell’ironia sul burocrate di Ennio Flaiano :”Gli presentano il progetto per lo snellimento della burocrazia. Deplora l’assenza del modulo H. Conclude che passera’ il progetto, per un sollecito esame, all’ufficio competente, che sta creando.” Non può più andare così . Al tempo del Coronavirus