Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

PEPI e SUNSERI

NELL’EMERGENZA SI SALVA QUEL CHE PIÙ CONTA

di NINO SUNSERI

nino sunseri

Nino Sunseri Caro Giovanni tu parli del sud come nuova frontiera della ripresa per il dopoguerra al virus. Temo che la tua invocazione resterà per molto tempo una voce nel deserto. Temo che tutto procederà come prima se non peggio per il sud. Il ragionamento e semplice. Quando sei in emergenza e devi scegliere che cosa salvare che fai ? Metti in sicurezza le persone e le cose più importanti, prendi l’argenteria e abbandoni il vaso di terracotta che hai comprato in viaggio di nozze, grande valore affettivo zero economico. Vengono abbandonati gli anziani per salvare i giovani. Temo che sarà così anche domani. +L’argenteria di casa che devi salvare sono le imprese del lombardo veneto, Emilia e Piemonte. Prima devi mettere questo sistema in sicurezza. Operazione che impegnerà risorse e tempo. Per il resto si vedrà.  Senza contare che disgraziatamente la classe politica meridionale e quella che é . Altro problema che la crisi renderà più grave.

PRIMA CIO’ CHE VALE. POI IL RESTO ?MA AL RESTO NON SI PENSA MAI

di GIOVANNI PEPI

Quello che temi tu, caro Nino, lo temo anch’io. E con qualche certezza in più. L’esempio che fai è calzante. Nell’emergenza della casa che brucia, si salvano prima le cose che valgono e servono per poi ricostruire poi il resto. L’ala del palazzo che già era ammalorata, la si ripara dopo. Giusto. Il fatto è, caro Nino , che così si è fatto sempre davanti alle emergenze. Ed “il resto” non si è fatto mai. Come ben racconta Pietro Busetta nel suo libro Il Coccodrillo si è affogato. Dobbiamo continuare ? Continuiamo..Ma proprio il passato insegna che questa logica dei due tempi non funziona. E il presente vede un Italia che vuol correre con un motore solo, quello del nord, e che ha lasciato rovinare l’altro, quello del Sud. Ma questa Italia non corre affatto . Arranca ,invece, come arrancava già prima del virus essendo sempre ai valori di crescita più bassi d’Europa. Si temo anch’io si volteranno di nuovo le spalle al Sud. Sono però certo che se per il Sud non si mette mano a un serio piano, questo paese andrà sempre più piano. Quanto alla “classe politica meridionale” ho più riserve di te perché posso maturarle sul campo. Ma , una cosa alla volta. Avremo modo di scriverne dopo.