Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

Colpisce il titolo principale de Il Corriere della Sera: “Conte: Non temo di cadere” ( 7 giugno ) Lo dice proprio perché lo teme. Sono incerte le prospettive della politica . Sono certe , invece, le cifre dell’economia. Le riassume Massimo Giannini nel lungo editoriale de La Stampa che dirige ( 7 giugno) :  fermo il 34 % del valore aggiunto del paese , bloccato il 35 della forza lavoro, crollo del pil dal 9 al 13 secondo Bankitalia, 7 milioni in Cassa Integrazione, a rotoli un terzo del fatturato per il 60 delle partite Iva, quattro famiglie su dieci senza soldi per il mutuo della casa, non pervenuti a quattro cittadini su 5 i prestiti garantiti promessi dal governo. Davanti a tutto questo , crescono gli scricchiolii nella maggioranza. Il capo del governo Giuseppe Conte convoca gli stati generali dell’economia. Andrea Marcucci, capogruppo al Senato del pd chiede di rinunciare “…. a passerelle, spot, eventi improvvisati” ( qui ) E di ” passerelle” da evitare parla anche Italia Viva

Non sono da meno gli scricchiolii nel fronte dell’opposizione. Anzi. Il centro destra che conosciamo non c’è più.  Silvio Berlusconi indossa bene l’abito del vecchio saggio. Dal suo eremo francese, notano i cronisti, parla con tutti, esponenti di destra e di sinistra, ministri e presidenti di regione. Giuseppe Alberto Falci scrive su Huffpost: “Sta molto bene, segue tutto, legge i dossier, ma è un uomo disinteressato alle quisquilie, si appassiona soltanto alle grandi partite” . C’è un macigno che divide. E’ l’Europa. Il cavaliere è europeista. Matteo Salvini e Giorgia Meloni restano diffidenti malgrado le novità che maturano a Bruxelles. Ma l’euroscetticismo è in contrasto evidente con la realtà. Obiettano che si è a novità nelle parole senza concretezza. Ma c’è già molto di concreto nell’acquisto, da parte di Bce, di 37 miliardi del nostro debito. Poi non si vede ( o non si vuole) che la Germania di Angela Merkel cambia il percorso della sua storia nella Ue. E’ lei a sostenere con forza un recovery fund di 750 miliardi. Il rappresentante tedesco nel board ha votato, con tutti gli altri, la decisione di far piovere sui paesi Ue altri acquisti di debito per 600 miliardi, una unanimità che mai riusciva a Mario Draghi.

Tra Bce e Sure, Bei e Mes , insieme a Recovery, si sarebbe a un bazooka di quasi tremila miliardi da spendere per la ripresa. L’Italia potrebbe ottenerne tra 200 e 300. Si ratta di prestiti a tasso agevolato e scadenza lunga , finanziamento di investimenti a progetto, contributi a fondo perduto. Paesi più forti pagherebbero per i più deboli. Se non sono novità queste, allora , di inverno, non nevica a Mosca. Le scelte attuali non sono non solo di principio, ma di convenienza. Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue, uomo dell’Olanda, uno dei quattro paesi frugali nella Ue ( insieme ad Austria, Danimarca Svezia ), nell’ intervista al Corriere della Sera lo dice chiaro: “Dietro alla solidarietà ci può essere sempre un interesse proprio”. ( 7 giugno ) Infatti le economie forti , hanno bisogno di un mercato unico forte, altrimenti i beni prodotti rotolerebbero invenduti tra le macerie. Berlusconi coglie tutto ciò e si colloca nel linea di confine tra centro destra e centro sinistra. Salvini e Meloni , a quanto pare, scommettono sul fallimento dell’Europa per cavalcare le tigri del conseguente dissenso sociale. Peraltro in concorrenza tra loro, essendo la seconda in ascesa rispetto al primo.

Tra scricchiolii e divisioni tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione, Giuseppe Conte si sente forte. Tiene il centro della scena e balla da solo. Convoca stati generali senza avvertire neppure Roberto Gualtieri, suo ministro all’economia , invade social e Tv, parla a reti unificate. Realizza un presidenzialismo di fatto attraverso un presenzialismo mediatico. Ma sono giochi lontani dalla gente. Con focolai di protesta che si accendono fino alla rivolta: di chi non riceve l’assegno di Cassa, di quanti aspettano i bonus, degli esclusi fino alla povertà. Mentre si aggiunge una emergenza immigrazione che già insorge a Lampedusa.

Matera- Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lascia la Prefettura di Matera, oggi 17 luglio 2017. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Nel contesto si solleva, solo  ( almeno finora ) tanto autorevole quanto inascoltato, Sergio Mattarella. Sollecita ripetutamente “unità, responsabilità e coesione»…” Rivolgendosi a “ ognuno per la sua parte” Il capo dello Stato è politico accorto. Mai alluderebbe a schieramenti e governi nuovi. Parla di unità , credo, come Goethe nell’aforisma in cui dice: ” È necessario unirsi, non per stare uniti, ma per fare qualcosa insieme.” (qui ) Qui si è al punto cruciale. Davanti al crollo dell’economia, dopo i buoni risultati nel contrasto della pandemia , è possibile una intesa sulle cose da fare insieme ?  La Politica, per ora, nei fatti, risponde di no. Ma potrebbe questa unità diventare inevitabile con governi nuovi sotto la spinta incontenibile della fatti. Si cita spesso , nelle cronache politiche di questi giorni, il Mao Tse Tung che diceva: “Grande confusione sotto il cielo, situazione eccellente…” Parole che precedevano una rivoluzione che Mao vinse. Speriamo che , da noi, la confusione non preceda una involuzione in cui si perda quell’interesse generale per ora oggetto solo di vuote evocazioni nei discorsi della domenica ( e non solo ).