Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

Gli Stati generali , dalle prime battute, danno ragione a quanti temevano una passerella ad uso del presidente Conte per restare al centro della scena. Il valore dei personaggi che partecipano è notevole. Ma non che di ripetere cose già dette. C’è però un argomento che suscita interesse perché di questo si è detto poco, quasi nulla. E’ il Sud . Il discorso inaugurale di Conte, almeno, ha un avvio promettente. Il meridione , sia pure in politichese oscuro, è ricordato tra le direttive principali dell’azione futura quando si parla di “..inclusione  sociale, territoriale e di genere…” Poi tutto si confonde nella nebulosa di una raffica di temi : riduzione emissioni alteranti, efficienza energetica, qualità dell’aria nei centri urbani , pulitura delle acque interne e marine., investimenti, riduzione delle disuguaglianze e della povertà, miglioramento dell’istruzione, contrasto della dispersione educativa, diffusione della conoscenza digitale, migliore qualità della vita nei centri urbani e nelle periferie, incremento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, pari opportunità a livello sociale e di genere, rafforzamento della Sanità….cui si aggiunge la riduzione “ del gap infrastrutturale fra Nord e Sud. ( qui ) Molti obiettivi. Troppi. Al punto da far venire in mente l’ironia di Carlo Calenda sul discorso del premier dello scorso 3 giungo” ”Mancava la pace nel mondo e poi avrebbe detto tutto

questa foto scattata da Giovanni Pepi a Palermo, è tratta dalla gallery GUARDANDO
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Oggi invece scelte di priorità sono essenziali. Non a caso, ironie a parte, più inviti alla concretezza giungono dai vertici maggiori. In primo luogo da Sergio Mattarella, vigile capo dello Stato. Chiede che l’esplorazione in corso sappia “approdare a risultati concreti». Non diversamente il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, richiama “atti concreti”, dal momento che si rischia un crollo di 13 punti a fine d’anno. quip. Ora , proprio il Sud , di maggiore concretezza, ha bisogno il Sud. Non sono mancate , in questi mesi, parole importanti . Il ministro all’Economia Roberto Gualtieri raccomanda “di delineare con sollecitudine interventi sul rilancio del Sud Italia “ ( qui ) Il nuovo presidente di Confindustria dice a Roberto Mania che, su Repubblica ( 31 maggio), gli chiede degli errori degli industriali: “ Uno innanzitutto il Sud. Ne abbiamo parlato tanto , avremmo dovuto fare di più.” Ma ora è attuale la domanda ? Se si vuol cambiare modello per crescere , si vorrà, nella ricostruzione che si avvia, partire dal Sud ? O per il Sud ci saranno concessioni parziali, spruzzate di sussidi, docce di assistenzialismo come ai vecchi tempi ?. Intanto nel meridione si aprono più solchi. Come dice Gaetano Armao a SE E’ COSÌ qui  il Sud è colpito dalla crisi quando già era in crisi. Restano inalterate, anzi si allargano, le profonde differenze di potete leggere nel nostro stato delle cose .

Il Sud è un terzo del paese ( con 21 milioni di residenti) , produce meno di un quarto del reddito, dà lavoro a 1 persona su 4 rispetto, il centronord a 1 su 2. Negli ultimi 16 anni quasi due milioni sono andati via . E’  il polo di sottosviluppo più popoloso in Europa, con la maggior quota di poveri . Di crisi in crisi. si è a strappi costanti di tessuti economici e sociali, di mese in mese , di anno in anno, tra indolenze pubbliche e assuefazioni private. Ignazio Visco , a Villa Pamphili . cita dati che impressionano sulle regioni meridionali :“..il 75% delle ‘opere incompiute’ è localizzato in queste regioni, alle quali fa capo solo il 30% dei lavori pubblici. Il Mezzogiorno sta subendo un impoverimento per l’emigrazione delle risorse più giovani e preparate… “ Il paese è sempre meno forte quanto più il solco tra le due italie si allarga. Se ricostruzione deve esserci non si può che muovere lungo la linea di Sergio Passariello, fondatore del Think Tank Imprese del Sud ( qui ) quando dice che la pandemia “…ci ha sicuramente fatto capire che una nazione come l’Italia non può avere un solo motore economico ed imprenditoriale.”  Hanno capito tutti gli interlocutori in audizione riservata a Villa Pamphili , tra gli stucchi seicenteschi e il bel giardino che conquistò il Goethe ? Possiamo sperarlo. Anche se storia e cronache ci inducono a farlo al modo di Leonardo Sciascia. Ossia ” Con una certa disperazione “