Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

DI LELIO CUSIMANO

A sentire le dichiarazioni di politici e sindacalisti sembra che la questione dell’età pensionabile si riduca a una semplice contrapposizione tra chi, interessatamente,  la vuole più alta e chi invece, generosamente, si batte per abbassarla.Non è così; magari fosse così.

In realtà per pagare le pensioni lo Stato italiano aggiunge ogni anno, ai contributi, l’impressionante cifra di 88 miliardi di euro che, senza gli immigrati, sarebbero quasi 100 miliardi. Come copriamo questa spesa? Con tasse e altro debito pubblico. Gli 88 miliardi che ogni anno lo Stato aggiunge ai contributi per pagare le pensioni corrispondono al 5,2% del Pil italiano. Tra i Paesi europei la spesa pensionistica aggiunta ai contributi è l’1,2% del Pil. L’attesta il “Rapporto sull’invecchiamento” della Commissione UE. Si fanno tante polemiche sull’età pensionabile, spesso tacendo che in realtà l’età media degli italiani che vanno in pensione si attesta a 62 anni; non sembra una soglia altissima se si considera che l’aspettativa di vita supera ampiamente gli 80 anni per gli uomini e gli 84 per le donne. Nel Paese di Bengodi è possibile vivere più a lungo e andare in pensione presto, senza mettere nuove tasse o fare altro debito. Nel reale non è così; magari fosse così.

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