Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

ANCHE COSI (SE VI PARE )

di GIOVANNI PEPI

A Palermo il rapporto tra pubblico e privato non è mai semplice. Il conflitto è frequente, qualche volta un equilibrio si raggiunge , con i compromessi del caso. E’ quanto succede in uno spazio verde di piazza Indipendenza che costeggia le mura del palazzo reale, sede  del parlamento, a pochi passi dalla cattedrale, nel cuore della Palermo antica. E’ luogo di ritrovo di tanti pensionati. Si incontrano lì ogni giorno, quando non lo impedisce la pioggia. E giocano a carte. Non ci sono né sedie né tavoli ma a questo pensano loro. Così nel piccolo giardino, dalle aiuole ben curate, ad agavi e oleandri, vari alberi dal grosso tronco e fichidindia, si aggiunge una confusione di sedie, poltroncine e tavoli di vari modelli e materiali, dal legno al metallo, alla plastica. Non è un bel vedere, ma l’obiettivo è raggiunto. Del resto le panchine mancano, la fruizione è precaria, i giocatori di carta con le “loro” sedie consentono socialità e tempo libero a costo zero per il comune , senza spender soldi per struttura e personale. Non sono necessari guardiani di alcun genere, perchè gli anziani giocatori la sanno lunga ed hanno pensato bene di fissare i loro mobili ai tronchi degli alberi con catene sicure. E si raggiunge, si diceva, un buon equilibrio. Lo spazio verde, sempre più frequentato grazie al gioco a carte, diventa più pubblico. Sedie e poltrone fissate agli alberi con catene antifurto, diventano sempre più private . Così tra pubblico e privato è tutto a posto. Ma niente è in ordine.

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