Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GOVANNI PEPI 

Dopo questo voto per le europee, il governo durerà. Il trionfatore Matteo Salvini ha tutto l’interesse a farlo durare. Perché mandarlo giù se potrà adesso esercitare il peso politico di un 34 per cento contro il 17 dei Cinque Stelle? Che è ben più forte, ormai, del vantaggio di posizione di questi ultimi che conservano il doppio dei seggi in parlamento. Il governo non cade ma dovrà sterzare: verso flat tax e tav, infrastrutture e sblocca cantieri, separazione delle carriere e meno abuso d’ufficio, più norme ( o grida) di sicurezza e meno migranti,… Ma i giochi non sono semplici, perché le ragioni della politica si scontrano con i torti dell’economia. Si sa qual’è il contesto. Le cose non vanno bene.  Nè andranno meglio. L’industria privata oscilla tra debole espansione e sostanziale stagnazione ( Istat). Il bilancio pubblico è in rosso . Promettono niente Iva, meno tasse, pannolini e salario minimo , ma non hanno soldi. Lo denuncia la Ue. Lo riconoscono ministri del governo come Tria in conflitto con gli altri che preferiscono vender fumo. La gente ha sfiducia e i consumi stentano ( Censis e Confcommercio) qui Questo è il contesto. Ne riassumiamo i tratti cruciali qui sotto nella rubrica LO STATO DELLE COSE   L’Italia non cresce da trent’ anni . Per colpa sua . Non c’entra la Ue . Andavamo male anche prima . Quando nella Ue siamo entrati , siamo andati sempre peggio degli altri, con i governi di oggi non meno che con quelli di ieri . Non amo i catastrofismi. Anche perché, dispute di schieramento d parte, non siamo ala catastrofe ma al paradosso. Come ricordava Moyra Longo su Il Sole 24 Ore L’Italia è la terza migliore economia dell’Unione Europea, la seconda manifattura del continente, è un grande paese esportatore con l’avanzo commerciale che s’avanza, è un sistema industriale che migliora perché le sue imprese hanno ridotto l’indebitamento con le banche e la dipendenza da esse

Eppure, terza economia nella Ue, siamo in coda nel mercato dei titoli, peggio solo  solo della Grecia. Perché ? Perché incombe il macigno del debito pubblico. Per ripianarlo dobbiamo sempre di più interessi. Più soldi per interessi, meno soldi pere imprese e famiglie, meno crescita, meno possibilità di lavoro. Ecco il punto. Ma contro il debito si va in ordine sparso. Meglio , non si va affatto.  Ciascuno lo contesta all’altro, nessuno dice come ridurlo. Sergio Ricolfi ( Sky tg24, con Maria Latella, 25 maggio), al quale, dei programmi dei partiti non  sfugge nulla, osserva che nessun partito, con l’eccezione di Più Europa, ha nella riduzione del debito un obiettivo principale. Cosi’ il declino sarà inevitabile. E’ urgente un patto di verità tra Politica e paese. Ciascuno dia le sue ricette e c ritiche quelle degli altri, ma dicendo sempre ai propri sostenitori qual’è la verità sui conti.. Tutti dicono invece di voler spendere soldi che non ci sono. Conosciamo l’obiezione. Siamo in democrazia competitiva. Le scadenze elettorali sono sempre incalzanti , i conflitti si incrociano , non sempre è possibile dire la verità delle cose . Solo che in Italia la questione è differente . Perché non è possibile mai ? 27 maggio questo voto per le europee, il governo durerà. Il trionfatore Matteo Salvini ha tutto l’interesse a farlo durare. Perché mandarlo giù se potrà adesso esercitare il peso politico di un 34 per cento contro il 17 dei Cinque Stelle? Che è ben più forte, ormai, del vantaggio di posizione di questi ultimi che conservano il doppio dei seggi in parlamento. Il governo non cade ma dovrà sterzare: verso flat tax e tav, infrastrutture e sblocca cantieri, separazione delle carriere e meno abuso d’ufficio, più norme ( o grida) di sicurezza e meno migranti,… Ma i giochi non sono semplici, perché le ragioni della politica si scontrano con i torti dell’economia. Si sa qual’è il contesto. Le cose non vanno bene.  Nè andranno meglio. L’industria privata oscilla tra debole espansione e sostanziale stagnazione ( Istat). Il bilancio pubblico è in rosso . Promettono niente Iva, meno tasse, pannolini e salario minimo , ma non hanno soldi. Lo denuncia la Ue. Lo riconoscono ministri del governo come Tria in conflitto con gli altri che preferiscono vender fumo. La gente ha sfiducia e i consumi stentano ( Censis e Confcommercio) qui Questo è il contesto. Ne riassumiamo i tratti cruciali qui sotto nella rubrica LO STATO DELLE COSE   L’Italia non cresce da trent’ anni . Per colpa sua . Non c’entra la Ue . Andavamo male anche prima . Quando nella Ue siamo entrati , siamo andati sempre peggio degli altri, con i governi di oggi non meno che con quelli di ieri . Non amo i catastrofismi. Anche perché, dispute di schieramento d parte, non siamo ala catastrofe ma al paradosso.  Come ricordava Moyra Longo su Il Sole 24 Ore L’Italia è la terza migliore economia dell’Unione Europea, la seconda manifattura del continente, è un grande paese esportatore con l’avanzo commerciale che s’avanza, è un sistema industriale che migliora perché le sue imprese hanno ridotto l’indebitamento con le banche e la dipendenza da esse

Eppure, terza economia nella Ue, siamo in coda nel mercato dei titoli, peggio solo  solo della Grecia. Perché ? Perché incombe il macigno del debito pubblico. Per ripianarlo dobbiamo sempre di più interessi. Più soldi per interessi, meno soldi pere imprese e famiglie, meno crescita, meno possibilità di lavoro. Ecco il punto. Ma contro il debito si va in ordine sparso. Meglio , non si va affatto.  Ciascuno lo contesta all’altro, nessuno dice come ridurlo. Sergio Ricolfi ( Sky tg24, con Maria Latella, 25 maggio), al quale, dei programmi dei partiti non  sfugge nulla, osserva che nessun partito, con l’eccezione di Più Europa, ha nella riduzione del debito un obiettivo principale. Cosi’ il declino sarà inevitabile. E’ urgente un patto di verità tra Politica e paese. Ciascuno dia le sue ricette e c ritiche quelle degli altri, ma dicendo sempre ai propri sostenitori qual’è la verità sui conti.. Tutti dicono invece di voler spendere soldi che non ci sono. Conosciamo l’obiezione. Siamo in democrazia competitiva. Le scadenze elettorali sono sempre incalzanti , i conflitti si incrociano , non sempre è possibile dire la verità delle cose . Solo che in Italia la questione è differente . Perché non è possibile mai ? 27 maggio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.