Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

 ( Angela Tripi )

Costantino trionfante, scortato da decine di soldati, su una biga trainata da quattro cavalli, più di 40 pezzi, un grande affresco d’epoca. E’ l’ultima opera che Angela Tripi espone all’estero, al museo di Granada. Ora un suo presepe alla Biblioteca regionale di Palermo apre il Natale. E’ l’artista dei presepi Angela Tripi, infaticabile scultrice nel suo laboratorio di fronte alla cattedrale. Le sue opere girano il mondo. E’ più conosciuta all’estero che a Palermo. nella sua bottega si fa artigianato puro. A cominciare dalla tecnica. E’ così , signora Tripi ?

“Modelliamo la figura sull’argilla. Viene cotta a 1200 gradi. E poi coloriamo a freddo.  Tutto a mano “

E gli abiti ? Quelle stoffe preziose ?

“ Le taglio e realizzo personalmente insieme ai miei collaboratori. E’ un lavoro di sartoria pura. ..”

A chi si ispira per modellare pastori e signori ?

“Siamo arabeggianti. Riprendiamo linee, colori e stili degli arabi dell’epoca del presepe “

I palermitani conoscono i presepi del Matera. Quali sono le differenze tra Lei e lui.?

“ La tecnica è la stessa. Cambiano colori e modelli. Il mondo del Matera è animato da pastori e contadini. Quei presepi sono più popolari, meno arabeggianti dei miei.

E rispetto ai presepi napoletani, in cosa sono diversi i suoi ?

“Nelle figure. Loro creano testine, mani , piedi. Poi li attaccano alle stoffe. Noi, come dicevo, realizziamo la figura completa. Questo ci consente di descrivere meglio i corpi, i gesti, le posture. “

Sono così meno manichini e più umani ?

“ In un certo senso è così..”

Sorride Angela Tripi e torna fra tavoli e scaffali affollati di vernici, pennelli e sagome nude, allineati come soldati in parata. Ma non si è a produzioni in serie. Ogni modello fra non molto avrà un’anima, uno sguardo, un’ espressione che lo renderanno unico. Saranno uomini e donne di diversi colori e umori. Avranno ognuno uno sguardo, un sentimento. E si intrecceranno in quegli scaffali espressioni diversissime: di gioia, di mestizia, di incanto, di tristezza, di misticismo, di ironia…. Un laboratorio da visitare per sentirsi dentro epoche antiche che di Natale in Natale in questi spazi , ripetendosi , si rinnovano. ( gp )

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