Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

( la rosa banksiae Per vedere altre immagini sulle piante dell’Orto clicca qui  ) 

LE CRONACHE DALL’ORTO…… di GIOVANNI PEPI

A Palermo, nell’Orto botanico, fioriscono le rose. Mi dice il curatore, Manlio Speciale : “Non ne abbiamo molte, ma quelle che ci sono sono importanti..” Per questo, forse, sono esposte negli spazi migliori. Se ne trovano già all’ingresso, nelle aiuole che guardano il Tepidarium e il calidarium. Si concentrano, in buon numero, nella serra Carolina , il giardino d’inverno, che prende nome dalla donatrice , la regina Maria Carolina d’Austria cui , peraltro, come mi ricorda Cassandra Funsten , rappresentante dei volontari dell’Orto, ”le rose non piacevano molto”.  Qui si guardano e si mostrano. Lucio Fiorentino , un tirocinante  competente, assistito da Manon Diekman, anche lei volontaria, le controlla, le studia, le segue, le ama. Delle rose sa molte storie e , con passione, le spiega. Comiciamo dalle bianche. “Rosa banksiae” annota Fiorentino, “rosa botanica”, ossia possibile da trovare in natura “allo stato spontaneo”, per caso scoperta nella Cina del Sud da Sir Ioseph Banks. Ha una storia all’Orto. Era sola, quasi in abbandono, in una zona sperimentale. Speciale l’ha tirata fuori dal vaso, l’ha piantata in terra, sotto una palma altissima al cui tronco adesso i rami della banksiae si abbracciano e diventeranno una cascata di bianco. Annota Fiorentino “E’ totalmente senza spine, una delle poche. Ha una fioritura mozzafiato che esplode proprio a maggio” E’ docile, delicata, dai colori netti, un bianco senza remore che , al centro, si tinge di giallo. E’ la novità di quest’anno. Parlando con Speciale il discorso cade sui versi di Guantanamera : “Coltivo una rosa bianca, a luglio come a gennaio, per l’amico sincero che mi dà la sua mano franca. Guantanamera

    ( la rosa Indica )

Poi ci sono i cespugli dell’Indica. Rosa classica,  semplice , ricorda i dipinti impressionisti. E’ immortalata , aggiunge Fiorentino,  da Pierre Joseph Redoutè, noto come “ il Raffaello dei fiori”. E’ di un colore leggero, un rosa delicato e pallido.  Ma la struttura è forte, carnosa, ricca di petali che offrono incantevoli giochi di ombre e chiaroscuri insinuando curiose trame in percorsi bui.

 (la chinensis mutabilis ) 

Poi, alla fine, si trovano i cespugli della Rosa chinensis mutabilis.  Pianta di grandi dimensione. Può raggiungere i quattro metri. Sempre in fiore. “ Mutabilis”, mi spiega Fiorentino, perchè i fiori mutano di colore nel corso della vita. Anzi , mi sembra che , proprio nei colori mutanti, è la loro vita. Nascono in chiaro, con tinte che sfumano tra il giallo e il rosa, come la buccia di una albicocca. Poi vanno verso i toni scuri fino a raggiungere un magnifico intreccio tra l’amaranto e il violaceo. Racconta Fiorentino “ Arriva In Italia arriva nel 700, sull’isola bella, coltivata dai giardinieri del principe Borromeo..” Ora le “chinensis mutabilis “  fioriscono anche qui, per dirla con Speciale , insieme alle poche rose ma tutte “preziose e importanti” che circondano di nuove bellezze la serra Carolina.

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