Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

( Nella grande crisi la produzione è crollata di un quarto e i consumi di quasi un decimo )

di GIOVANNI PEPI

L’ economia va. “Bene, non benissimo” commenta Corriere.it. Ma a sinistra si discute ( e si litiga ) prescindendo dalle cifre di cui diamo conto nel nostro “Stato delle cose” ( qui..) .Crescono ricchezza e occupazione. L’economist , di solito critico sull’Italia, può scrivere nei primi di settembre : “ Era dall’inizio degli anni duemila che l’economia non andava così bene”. Restano problemi eccome. Le diseguaglianze si sono attenuate ma ancora forti, il solco tra Nord e Sud si allarga. Ma abbiamo alle spalle la recessione più acuta del dopoguerra. Bankitalia la descrive con cifre da catastrofe: dal 2008 meno 9% il Pil, meno 30 gli investimenti, meno 8 i consumi, meno 25 la produzione. E’ esplosa una crisi che, come ci ricorda Linda Laura Sabbadini, è più lunga da riassorbire che non la crisi economica ( qui... ). Si discute ora a sinistra se mantenere certe politiche di intervento ( in primo luogo il Job act) o rimuoverle. Ma si deve riflettere. Se i dati positivi coincidono con questi strumenti, è pensabile migliorare tornando indietro , ripristinando quel che c’era quando si andava peggio? Con le riforme si son dati al lavoro più flessibilità e minor costo. Volendo far meglio ,come è necessario, non  bisogna aumentare la prima e ridurre ancora di più il secondo ? Studiando formule accorte per mantenere diritti e ragionevoli certezze. Mi sembrano tesi attuali , quasi deduzioni logiche, ma vedo prevalere  antiche avversioni ideologiche

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.