Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

L’INTERVISTA con ALESSANDRO ALBANESE

Gli annunci di svolta si ripetono, ma il quadro dell’economia resta nero in Italia. La crescita è a zero o quasi ( ultimo dato solo 0,1% in più), nel sud è a sottozero, l’industria è in frenata, il debito pubblico vola. Quali effetti ha tutto questo in Sicilia? Ne parlo con Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria e presidente della Camera di Commercio di Palermo e Enna. Chiedo : la Sicilia mantiene la barra o perde altri colpi, quali sono i dati che contano dal suo osservatorio?

 alessandro albanese, vice presidente vicario di Sicindustria 

Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato. Voglio fare mio un pensiero di Einstein perché credo che qui stia il nocciolo della questione. Ci faccia caso. Lei da quanti anni fa il giornalista in Sicilia? …”

Da tanti, meglio non precisare

“Da tanti, appunto. E lei sa quanto le questioni si ripropongono con una frequenza a dir poco sconfortante. Questo perché l’approccio per la risoluzione dei problemi è sempre lo stesso: clientela, clientela, clientela. “

Ma perde colpi o regge malgrado questo ?

“La Sicilia, purtroppo, perde altri colpi perché ancora troppo spesso assistiamo ad aggressioni immotivate dell’impresa e perché , ancora troppo spesso, non si capisce invece che l’unico strumento che possa fare crescere l’economia di un territorio è l’industria con la ricchezza che genera attraverso la produzione e quindi il lavoro e le imposte pagate. “

Su questo nessun dubbio. E’ L’industria il cuore del problema.

“E la condizione è una sola. Occorre mettere l’impresa al centro di tutto. Questo significa rendere attrattivo il territorio e creare un clima non dico favorevole ma quantomeno non ostile a chi decide di investire in Sicilia, rischiando con capitali propri.”

Capitali propri ? Perchè questo distinguo ?

“Perché poi ci sono le pseudo imprese pubbliche che di ‘privato’ hanno solo le assunzioni che fanno. Il resto viene tutto dalle tasche dei cittadini. Con l’aggravante che, nei momenti di difficoltà, quando la cattiva gestione diventa palese, piuttosto che assumersi le proprie responsabilità, alcuni amministratori tendono a inquinare le acque dell’opinione pubblica puntando il dito contro le gestioni private che nulla hanno in realtà a che vedere con la loro cattiva amministrazione. “

Ma non pochi sostengono che gli industriali siciliani hanno dato ciò che possono.  I valori per imprese e occupati sono pressoché costanti da dieci anni.  L’espansione resta legata a investimenti dall’esterno dell’area. È così?

“Io credo di no. Sono convinto che un territorio come la Sicilia abbia ancora potenzialità enormi. Nulla però è possibile fare se non si creano le condizioni di contesto affinché il cambiamento avvenga.”

Chiedete investimenti. Ma investimenti in qualche misura ci sono.Sappiamo di un piano investimenti di Terna per 600 milioni. Grossi interventi previsti da Trenitalia. Sono in grado di dare spinte nuove all’economia?

“ Ciascuno di questi investimenti porta con sé l’apertura di nuovi cantieri e quindi posti di lavoro ed economia che si muove. Questi sono solo due esempi. L’osservatorio Ance Sicilia, neanche un anno fa, ha censito 437 progetti di opere immediatamente cantierabili per 3,8 miliardi. ”

E cosa impedisce di aprire i cantieri ?

“Al solito sono bloccati dalla burocrazia o dalla mancanza di volontà politica necessarie per trasformare i decreti in cantieri.

“ Il governo centrale ha promesso a più riprese in pochi giorni piani straordinari e patti per il sud. Cosa è possibile ottenere in concreto?

“Questa domanda dovrebbe rivolgerla a chi le promesse le ha fatte.”Presidente Albanese, dicevamo nella prima intervista ( qui di seguito ), che la Sicilia perde colpi davanti alla crisi costante, e non mi sembrava ottimista su certe promesse riguardanti piani per io Sud. Ma dalla Regione può venire ben poco. Non ci sono soldi nemmeno per finanziare le leggi in esame nel parlamento ..”

“Sapere che la Regione è senza un euro preoccupa, ma se questa situazione fosse un monito del presidente per mettere fine al solito balletto di prebende, con spartizione da manuale Cancelli, potrebbe anche essere un bene. Quello che serve alla Sicilia è tirare fuori dai cassetti e approvare i progetti di riforma, magari partendo da quelli che non prevedono ulteriori spese.”

Per esempio ?

“Una sburocratizzazione vera, il rilancio delle zone industriali, la riforma dell’ Irsap e delle vecchie Ati.”

La burocrazia è ancora un molosso per voi ?

“Si. Dovrebbero procedere all’applicazione delle tecnologie informatiche per velocizzare i tempi di lavoro e rendere tracciabili e trasparenti tutti gli iter autorizzativi, comprese le fasi intermedie; le leggi di riforma dei settori che mettono ordine, pianificano e garantiscono certezza normativa. “

Non avete certezze ? In che senso ?

Un imprenditore per poter programmare un investimento deve conoscere con chiarezza le regole e deve sapere che non cambieranno il giorno dopo avere avviato la macchina.”

Addirittura il giorno dopo ?

“ In Sicilia, ecco il punto,  oltre a mancare le leggi di settore aggiornate, ci si trova a fare i conti con norme di difficile interpretazione, con continue modifiche e richiami a norme precedenti , spesso contraddittorie e , sovente, con un disallineamento tra la normativa regionale e quella nazionale.”

Ma queste, presidente , saranno riforme che costano tempo. Siamo a progetti di lungo corso..

“ Sarebbe sufficiente prevedere il recepimento dinamico da parte della Regione siciliana delle più significative riforme nazionali per superare quantomeno questo problema.”

Torniamo all’industria. Una notizia ha colpito. Si è a un boom di esportazioni dalla Sicilia in Cina. Quali imprese sono attive in questo scambio?

Il mercato cinese, già soltanto per i numeri che offre, rappresenta una grande opportunità per le nostre imprese. Sicindustria, grazie anche alla rete Enterprise Europe Network di cui è partner, lavora da anni per favorire l’interscambio Sicilia-Cina. E i risultati stiamo cominciando a raccoglierli..”

Quali sono i settori trainanti ?

“ L’alimentare e le bevande. In particolare, nel 2018 la Sicilia ha esportato prodotti alimentari e bevande verso la Cina per 16,7 milioni di euro (contro i 12,9 dell’anno precedente) e ne ha importati 8,1 milioni (erano 9,4 nel 2017). La forbice, dunque, è addirittura in crescita. Non è l’unico settore ad andare molto bene. “

Quali altri settori funzionano ?

“Le esportazioni siciliane verso la Cina sono cresciute nel 2018 del 46,1 per cento grazie all’incremento notevole della farmaceutica (quasi raddoppiata rispetto al 2017) e della chimica (+34,6%). Ricordo anche che proprio in agosto Sicindustria ha firmato un protocollo di collaborazione con Ctrip, la più grande agenzia di viaggi online dell’Asia con 300 milioni di utenti registrati che, ne siamo certi, farà dell’isola uno snodo ancora più strategico.”

Uno sguardo all’occupazione, problema massimo nell’Isola, essendo per occupati in Europa peggiori dei peggiori. È il caso di nutrire speranze o timori?

“ Di mestiere faccio l’imprenditore. E quindi non posso che nutrire speranze, pur con la consapevolezza che senza una inversione di rotta a prevalere saranno i timori. “

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