Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GAETANO ARMAO

PUBBLICHIAMO LA PREFAZIONE DELL’ASSESSORE REGIONALE ALL’ECONOMIA AL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA

Dopo le risoluzioni del Parlamento europeo del 2016 ed il parere del Comitato europeo delle Regioni del 2017, anche in Italia, ed a partire dalla legge di bilancio 2020 (l. 27 dicembre 2019, n. 160, art. 1, c. 867), si è aperto un dibattito sulla necessità di riconoscere alle isole il “costo dell’insularità” e le conseguenti mentre l’Europa deve riconoscere loro gli svantaggi strutturali che derivano dalla loro condizione, in termini di mobilità, infrastrutture stradali e ferroviarie e di sostegno alle imprese . 25 Ed infatti, soltanto attraverso la compiuta affermazione delle misure di riequilibrio, le isole europee, a partire dalla Sardegna e dalla Sicilia, potranno rilanciare le proprie prospettive di crescita. E in questo senso occorre che le stesse siano capaci di raccordare le proprie iniziative non solo per la continuità territoriale, ma anche per la fiscalità di sviluppo . In particolare l’Assemblea Regionale Siciliana, nella seduta del 19 febbraio 2020, ha approvato la legge-voto recante “Inserimento nello statuto speciale della Regione siciliana dell’articolo 38-bis in materia di riconoscimento degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità”, che adesso risulta già incardinato presso le commissioni affari costituzionali di Camere e Senato per la trattazione. La proposta di legge costituzionale di modifica dello Statuto prevede l’introduzione dell’art. 38-bis a norma del quale: “lo Stato riconosce gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e garantisce le misure e gli interventi conseguenti per assicurare la piena fruizione dei diritti di cittadinanza dei siciliani”, in guisa da far divenire l’adozione di congrue misure di riequilibrio della condizione di insularità parametro di costituzionalità le politiche pubbliche statali. Tale iniziativa si riconnette, peraltro, a quella, d’iniziativa popolare, che postula l’inserimento della condizione di insularità all’art. 119 della Costituzione (d.d.l. n. 865 recante “Modifica dell’art. 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale a dall’insularità”) all’esame della Commissione Affari 27 costituzionali del Senato che ha raggiunto l’intesa unanime su un testo finale che, dopo il quinto comma dell’articolo 119 della Costituzione, inserisce il seguente “La Repubblica 28 riconosce le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità” . Al riguardo sembra opportuno osservare che la formulazione contenuta nella modifica siccome approvata dalla Commissione parlamentare consente di identificare direttamente i territori isolàni tra quelli che necessitano di interventi speciali senza che sia necessaria la ponderazione imposta dall’attuale stesura dell’art. 119 Cost un accertamento La cui determinazione dei costi relativi all’insularità è affidata ad un apposito tavolo negoziale, ai sensi dell’accordo stipulato il 7 novembre 2019, in 25 attuazione dell’articolo 1, comma 875, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, tra il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro per il sud ed il Presidente della Regione Sardegna. Tale accordo, al punto n. 10, secondo periodo, reca l’intesa fra lo Stato e la Regione per l’istituzione “entro 60 giorni” dalla sottoscrizione dell’accordo medesimo di un “tavolo tecnico-politico per la definizione degli svantaggi strutturali permanenti derivanti alla Sardegna dalla sua particolare condizione di insularità come enunciati dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 6/2019 e degli strumenti compensativi più idonei alla loro rimozione in ossequio ai principi di uguaglianza, coesione territoriale e pari opportunità”.

Ai sensi del terzo periodo, al tavolo è demandata la predisposizione entro il 30 giugno 2020 – ma non risulta che il termine sia stato rispettato – di un testo di accordo istituzionale, che le parti si impegnano a sottoscrivere. In tal senso appare significativo che sia la Commissaria per la coesione E. Ferreira che la Presidente U. Von der Leyen abbiano direttamente comunicato 26 al Governo della Regione Siciliana l’impegno a sostenere la condizione di insularità quale elemento essenziale per disegnare la programmazione . Che, giova ricordare, prima della riforma costituzionale del 2001 prevedeva “per provvedere a scopi determinati, e particolarmente per 28 valorizzare il Mezzogiorno e le Isole, lo Stato assegna per legge a singole Regioni contributi speciali”, con la conseguente scomparsa del riferimento alla valorizzazione del Mezzogiorno e delle Isole come finalità prioritaria (ma non esclusiva) dell’intervento statale. Va al riguardo ricordato che all’esame delle Commissioni bilancio e ambiente della Camera dei deputati vi é il d.d.l. n. 1825, recante 29 “Legge quadro per lo sviluppo delle isole minori marine, lagunari e lacustri” di legge, approvato in prima lettura dal Senato il 18 ottobre 2018. L’iniziativa legislativa è preordinata all’introduzione nell’ordinamento di misure per la valorizzazione, lo sviluppo socio-economico, la tutela e la messa in sicurezza del territorio delle isole minori, sul quale si veda https://documenti.camera.it/Leg18/Dossier/Pdf/Am0034.Pdf statale da compiersi di volta in volta al fine di destinare risorse aggiuntive ed effettuare interventi speciali . Più recentemente occorre ricordare che la legge di bilancio per il 2021 (l. 30 dicembre 2020, n. 178) all’art. 1, comma 690, ha stabilito che entro il 30 giugno 2021, in attuazione del principio di leale collaborazione, la Commissione paritetica per l’attuazione dello statuto della Regione siciliana, avvalendosi degli studi e delle analisi di amministrazioni ed enti statali e di quelli elaborati dalla medesima Regione, debba elaborare: “stime economiche e finanziarie sulla condizione di insularità della medesima Regione” . Si tratta di una previsione solo apparentemente ricognitiva, che è tuttavia destinata a svolgere rilevanti effetti sul negoziato finanziario tra Stato e Regione Siciliana in quanto, in esito alle attività di “elaborazione” affidate alla Commissione paritetica di cui all’art. 43 dello Statuto regionale la determinazione dei costi generati dalla condizione di insularità non può che assumere una valenza oggettiva. E ciò non solo perché scaturenti dal confronto tra le analisi svolte a livello regionale ed in un contesto come la Commissione paritetica, ma sopratutto poiché la valutazione cui essa giungerà – superato il termine del 30 giugno, spirato per il mancato insediamento della stessa Commissione alla luce degli orientamenti della giurisprudenza costituzionale, non potrà essere disattesa da nessuna delle due parti sopratutto a seguito dell’intesa emersa in sede di confronto con il Ministro dell’economia e le finanze (Prof. D. Franco) a definire nel più breve tempo le nuove norme di attuazione in materia finanziaria (che dovranno contemplare anche i profili concernenti la perequazione infrastrutturale e la determinazione di detti costi) e comunque entro la fase di elaborazione del d.d.l. di bilancio dello Stato per il 2022.Sotto tale profilo non può revocarsi in dubbio che la reintroduzione di uno specifico riferimento alla condizione di insularità in 30 Costituzione assuma un significato pregnante determinando l’inserimento di una disposizione che consentirebbe di disporre di un parametro costituzionale decisamente più esplicito di quello presente nel vigente quinto comma dell’articolo 119 della Costituzione (che al quinto comma prevede genericamente di destinare interventi speciali e risorse aggiuntive a favore di comuni, province e città metropolitane in condizioni di particolare svantaggio, anche territoriale) e, quindi, di assicurare una più acconcia tutela per diritti dei quali occorre assicurare il pieno godimento a tutti i cittadini, compresi quelli che risiedono nelle IsoleIn altre parole, la norma in questione consente di identificare immediatamente le comunità isolane tra quelle realtà che necessitano di interventi speciali senza che sia necessario un accertamento da compiersi caso per caso. Sotto tale profilo la reintroduzione di uno specifico comma nell’articolo 119 della Costituzione che faccia espresso riferimento a misure e risorse statali aggiuntive nei confronti delle Isole assume un significato che potrebbe addirittura ritenersi più pregnante di quello espresso dalle norme in vigore prima della modifica costituzionale del 2001 che ne aveva determinato l’abrogazione. Cfr. Audizione del Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, On. M. Pais, presso la I Commissione del Senato sul d.d.l. n. 865 “Modifica dell’articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità”, che richiama l’audizione del Prof. O. Chessa secondo il quale la formulazione contenuta nella proposta di modifica dell’art. 119 consentirebbe “di identificare immediatamente le comunità isolane tra quelle realtà che necessitano di interventi speciali senza che sia necessario un accertamento da compiersi di volta in volta”. La disposizione è stata introdotta nella legge di bilancio 2021 a seguito dell’emendamento, n.125.8, cfr. ATTI CAMERA, XVIII leg., 31 Legge di bilancio 2021-A.C. 2790-bis-A, Sintesi degli emendamenti approvati dalla V Commissione Bilancio, http://documenti.camera.it/leg18/ dossier/testi/ID0014b.htm?_1608539377737. Va ricordato che la Regione ha definito nello studio “Stima dei costi dell’insularità della Sicilia” una forbice tra i 6,04 ed i 6,54 miliardi di € il costo dell’insularità ricorrendo a due diversi approcci metodologici: “un primo approccio basato sull’analisi dei principali elementi che determinano lo sviluppo di un territorio insulare individuati nei fattori “dimensione”, “distanza” e “vulnerabilità”.

Questi fattori sono stati misurati attraverso alcune variabili proxy poste in serie storica e riferite agli ultimi venti anni per tutte le regioni italiane e a seguito dell’applicazione di un modello regressivo, è stata ottenuta una stima econometrica che quantifica il costo dell’insularità per la Sicilia in circa 6,54 miliardi di euro pari al 7,4 per cento del PIL regionale (a valori correnti dell’anno 2018). Un secondo approccio, basato sulla determinazione dei maggiori costi di trasporti che penalizzano la regione e sul loro impatto sugli operatori economici e sui vari settori di attività, ha condotto, in termini contro fattuali, tramite l’applicazione al modello multisettoriale della Regione Siciliana MMS), ad una stima dell’impatto che una riduzione dei prezzi del settore “Trasporti e magazzinaggio” può determinare sull’economia siciliana. Secondo questa procedura, l’effetto positivo di una riduzione tale da equiparare i costi di trasporto della Sicilia a quelli medi del Mezzogiorno continentale determina un aumento del PIL complessivo regionale (2018) pari al 6,8 per cento, quantificabile in circa 6,04 miliardi di euro”. 6. Questo il sintetico orizzonte delle questioni finanziarie della Regione la cui risoluzione impone lealtà istituzionale nei rapporti con lo Stato, l’adozione di chiare scelte di risanamento, determinazione politica e corale condivisione di intenti autonomistici, ben oltre il perimetro della coalizione che sostiene il Governo regionale, nella consapevolezza, ma anche nella responsabilità che si tratta di questioni che attengono alla vita ed al futuro dei siciliani. Cercando così di dimostrare, a dieci anni dalla tragica scomparsa di una grande anima siciliana, qual era Ludovico Corrao, che pur dovendo riconoscere che “il sistema politico siciliano ha conciato così la Sicilia non realizzando a pieno la sua autonomia, perché fin dal primo momento che fu concesso lo Statuto dell’autonomia furono messe in atto tutte le strategie possibili ed immaginabili per svuotarlo di senso, significato ed agibilità. E contro il volere della Costituzione. I gruppi monopolistici del nord e la classe politica romana insieme per la sterilizzazione dell’Autonomia siciliana, con gli ascari della classe politica siciliana. Tuttora e’ fondamentalmente così, niente e’ cambiato” , la politica siciliana ha ancora il coraggio e la forza di cambiare perché è giunto il momento, ma che è anche l’ultimo, per restituire credibilità alle istituzioni autonomistiche. Gaetano Armao Assessore per l’economia L. CORRAO, Il sogno mediterraneo, Alcamo

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