Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

Nella foto rovine dell’antica Roma in un francobollo di Poste Italiane del 2007 dedicato a Roma Capitale

di GAETANO DE BERNARDIS

Hanno suscitato interesse , forse sorpresa, quanto ho scritto ieri su veleni ed elezioni nell’antica Roma, con Quinto Cicerone che consigliava di ricorrervi ai candidati alle elezioni. Impressiona , credo, l’assoluta coincidenza tra cose di ieri e cose di oggi. Ma possiamo farr altri esempi che queste coincidenze confermano. Leggiamo: “ Procuratio enim rei publicae ad eorum utilitatem, qui commissi sunt, non ad eorum, quibus commissa est, gerenda est. Qui autem parti civium consulunt, partem neglegunt, rem perniciosissimam in civitatem inducunt, seditionem atque discordiam.  Traduco : L’amministrazione dello stato deve essere condotta per l’interesse di quelli che sono stati affidati, non di quelli ai quali è stata affidata. Quelli poi che provvedono ad una parte dei cittadini e non tengono in considerazione un’altra parte, introducono nello stato una cosa molto dannosa, la sedizione e la discordia. Questo testo, se lo si pubblicasse solo tradotto in italiano, sembrerebbe tratto da un quotidiano idi oggi.  Invece risale a 2000 anni fa. E’ tratto dal De Officiis di Cicerone(De officiis I, 85).

   Il grande autore pone la questione che oggi sarebbe definita “ricerca del bene comune”. Le parole di Cicerone sembrano ovvie e scontate ma, a ben guardare, tali non sono, in quanto è sotto i nostri occhi come non tutti coloro che gestiscono la cosa pubblica oggi nel nostro Paese hanno come obiettivo primario  il bene comune. Vediamo tutti come stanno le cose da parecchi anni: la classe politica avvertita come “casta”, l’invidia sociale, il sempre maggiore assenteismo nelle competizioni elettorali, il disprezzo per il ceto politico, la nascita di movimenti che speculano su tale situazione, proponendo medicine populistiche che alla fine si rivelano altrettanto nocive. Eppure Cicero docet, ma oggi nelle nostre aule parlamentari sembra echeggiare sempre più di frequente l’interrogativo di stampo manzoniano: “ Cicerone? Chi era costui”?

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