Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

Sergio Mattarella parla nel modo conosciuto. Elegante e sobrio, la giacca del completo blu aperta sul gilet, circondato dai tricolori e dall’ azzurro stellato dell’Europa.

Matera- Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lascia la Prefettura di Matera, oggi 17 luglio 2017. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Pacato e fermo, poche inflessioni. Ma i contenuti sono duri, talora  sferzanti. Parla dell’Italia agli italiani. Contrapponendo la fiducia all’estero verso di noi alla sfiducia che gli italiani mostrano in se stessi. Cita il suo colloquio con Luca Parmitano , “ il primo astronauta italiano al comando della stazione spaziale internazionale” , per denunciare “ quanto incomprensibili e dissennate appaiono “.. le inimicizie, le contrapposizioni e le violenze in un pianeta sempre più piccolo..”. In questo pianeta, dice senza dire, c’è un’Italia che ristagna, che blocca risorse , disperde talenti invece di usarli contro punti di crisi permanenti : nel contesto economico, negli spazi sociali , nelle aziende. Denuncia “ il divario che sta ulteriormente crescendo tra Nord e Sud d’Italia.” Che avvilisce non ” …soltanto le comunità meridionali ma l’intero Paese” , “..frenato nelle sue potenzialità di sviluppo”. Si capisce perché. Il Sud è in recessione. Il Nord no. Il Nord cresce e accoglie emigrati. Il Sud si svuota. La disoccupazione sfiora il venti per cento al Sud, più del doppio di quella del Nord.  Le città del Nord hanno migliore qualità della vita. Quelle del Sud sono in coda. Qui gli anziani sono più soli, gli asili nido al minimo, i poveri al massimo, l’occupazione delle donne maglia nera in Europa. La sanità funziona al Nord, soffre al Sud. Al Nord si vive mediamente un anno in più, tre considerando una vecchiaia in buona salute.

Questo Sud , per Mattarella , è una delle questioni da non sottovalutare. Poi ci sono “…Forti diseguaglianze. Gravi crisi aziendali. L’esigenza di rilanciare il nostro sistema produttivo…” Ma per lui esistono attitudini, capacità e valori per superarle. Cose di buon sapore quelle che Mattarella dice. Che fanno  da contrappunto a quelle sulle quali tace.  Fuori dal salone in cui parla, dietro quelle bandiere, c’è tutt’altro. C’è una politica fragile. Senza  visioni. Che si appiattisce su enti e ministeri senza respiro etico. Che degrada nella rissa , preferendo agli argomenti l’invettiva, al ragionamento l’urlo. Perdendo i contatti con la gente che sempre più gli volta le spalle, coltivando sentimenti inquietanti. Secondo il Censis, infatti , Il 48% degli italiani oggi dichiara che ci vorrebbe un “uomo forte al potere” che non debba preoccuparsi di Parlamento ed elezioni (e il dato sale al 56% tra le persone con redditi bassi, al 62% tra i soggetti meno istruiti, al 67% tra gli operai). Solo il 19% degli italiani parla frequentemente di politica quando si incontra. Il 76% non ha fiducia nei partiti (e la percentuale sale all’81% tra gli operai e all’89% tra i disoccupati). Il 58% degli operai e il 55% dei disoccupati sono scontenti di come di come funziona la democrazia in Italia. 

Contesto dove sono diffuse “..aggressività, prepotenze, meschinità, lacerazioni delle regole della convivenza.” che Mattarella vede come cruciali per impedire crescita e innovazione. Un contesto nel quale vede insorgere devianze di ruolo e cultura nei media. I social, nello spazio on line, sono prezioso ampliamento di conoscenza ma troppi traggono vantaggio “dalla diffusione di notizie false”. Mentre nel servizio pubblico alligna “..la tendenza a prender posizione ancor prima di informarsi. “ Mattarella non parla di partiti che litigano, di un parlamento che decide poco o nulla, di un governo che galleggia e traballa. Non dice . Non fa appelli. Come a dire che tutto questo è altro da quel che all’Italia serve. Cita invece il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini. “ ..Nell’incendio del suo municipio ha atteso che si mettessero in salvo tutti i dipendenti, uscendone per ultimo. Sacrificando così la propria vita. “ E , tra il dire e non dire , il Presidente tratteggia una buona politica in una bella Italia che la Politica ignora . Una politica che così non è e che così sarebbe giusto che fosse. Si può essere d’accordo con lui. Buon Anno.