Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

CON PIETRO Busetta, economista, statistico, autore de il coccodrillo di si è affogato. parliasmo di Sicilia ed economia. Già nella prima parte di questa conversazione

insorgeva  una questione  come cruciale. Di quali numeri la Sicilia avrebbe bisogno per stare in equilibrio con gli altri ?

“ Dovremmo crescere ad un tasso medio di oltre il 5%…-“

 pietro busetta, economista, statistico, autore del volume il mezzogiorno si è affogato

Un sogno..

“No,  considerato il punto da cui partiamo non sarebbe nemmeno difficile se partissero tutti gli investimenti possibili! Se facessimo partire le Zes ancora al blocco di partenza, anzi siamo ancora negli spogliatoi! ..”

Quanti occupati servirebbero ?

“un milione di nuovi posti di lavoro..”

E chi può darli …?

“ Certamente non gli imprenditori locali che hanno potuto in  questi anni mantenere gli attuali livelli di lavoro..”

Chi allora ?

“ Imprenditori del nord o stranieri. Dovremmo sapere attrarre gli investimenti giusti. Ma non sembra sia considerata, come sarebbe giusto, una priorità dalla nostra Regione.”

Nel contesto non semplice. Tra andamento della produzione non felice,  politiche pubbliche incerte come muovono le cose verso quest’isola ?

“ L’Isola va verso una morte lenta ed inesorabile! Con una classe dominante estrattiva …”

Estrattiva ?

“ Si. Le classi dirigenti , ancora dominanti , che pensano solo ad estrarre risorse per se stessi e i propri adepti. Il resto…”

Il resto ?

“E’ l’emigrante disperato senza speranza di futuro tantoa frequentare la magistrale fuori dall’isola per prepararsi a lavorare altrove!

Dalle regioni forti del nord si insiste. Vogliono esercitare più poteri,  gestire più risorse, vogliono autonomia su molte cose, forse troppe. Che succederebbe a Sud ?

“ Egoismo miope. Pensano di far affondare una parte del Paese e di salvarsi da soli! ..”

Pensi a secessioni striscianti ?

“ No. Vogliono invece tenerci  in un unico Paese solo per giocarsi la dimensione demografica sui tavoli internazionali per il loro tornaconto! Ma il coccodrillo si è affogato! Nulla sarà come prima …”

E la Sicilia ? Facendo i conti, ha bisogno per se di più  autonomismo o più centralismo…?

“ Le realtà a sviluppo ritardato da sole non ce la fanno.  Sono vittima e corresponsabili delle classi dominanti estrattive..”

Come se ne esce ?

“ Per rompere tale meccanismo è necessario un intervento esterno che spesso non è nemmeno quello dello Stato complice anche esso di un accordo scellerato tra centro e periferia..”

E allora ?

“Forse l’Unione europea con procedure  di infrazione rispetto al mancato raggiungimento di alcuni parametri di riequilibrio può fare il miracolo. “

Ma chi porta avanti tali esigenze?

“Qui siamo al tema  dell’autonomia differenziata. Se questa  dovesse passare con le caratteristiche delle richieste venete , allora si deve far riflettere se non conviene al Mezzogiorno diventare una nazione autonoma ed indipendente all’interno dell’Unione senza revanscismi neo borbonici ..”

Comments

  1. Caro Giovanni, ancora una volta condivido pienamente le valutazioni di Pietro Busetta, anche sull‘ipotesi di una Macroregione autonoma centro-mediterranea, ben più importante di Grecia e Portogallo. Sarebbe fra le prime 10 dei 27 sia come popolazione che come territorio, pari all‘Olanda e più di Belgio, Austria etc.etc. e rappresenterebbe la piattaforma avanzata fra la vecchia Europa e i nuovi poli dello sviluppo globale, perno su cui ruota quello Mediterraneo.
    È l‘unica risposta per impedire l‘emarginazione.
    Proviamoci, non c‘e altra strada e dipende da noi!

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