Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di FRANCESCO ATTAGUILE

 (Francesco Attaguile )

Leggo con grande interesse e condivido il richiamo alla necessità di riposizionare in un’ottica positiva e di sviluppo la questione migratoria ( LEGGI QUI ) collegandola all’altro tema strategico, da voi recentemente sollevato, di dotare la Sicilia di vera industria e di veri imprenditori, o di importarli visto che non è sufficiente crearne. ( QUI )Con il mio “maestro” Nino Novacco, ultimo meridionalista “classico” e presidente della Svimez, lo dicemmo almeno dagli anni ’70, quando mi chiamò a dirigere in Sicilia lo Iasm che presiedeva, e prima lo sostenevano, Mimi’ LaCavera, Lombardi, Selvaggi, Coniglione ed altri siciliani illuminati. Non bastano, qui come altrove, agricoltura e turismo, come vanno sostenendo molti superficiali “economisti”.

Purtroppo nelle politiche economiche sono prevalse l’ignoranza, l’improvvisazione e la frammentazione clientelare, senza una consapevole programmazione delle pur ingenti risorse destinabili ad incentivare un vero sviluppo autopropulsivo. Ora ci sarebbe da giocare una carta aggiuntiva : quella dei migranti, molti dei quali approdano in Europa con una grande voglia di promuoversi e di intraprendere, che da noi non esiste più. Spesso ne hanno anche l’attitudine e un’istruzione di base. La Sicilia può candidarsi con un grande progetto europeo per selezionare e formare quelli che a non difficili screening risultino idonei, trattenendone molti con adeguati incentivi (estensibili ai giovani siciliani emigrati) e fornendo gli altri ai paesi europei che ora li rifiutano, proprio perché in atto non inseribili nei processi produttivi (mentre i siriani, diplomati e laureati, sono andati a ruba in Germania o altrove). Oppure restituendoli così formati ai loro paesi d’origine per accelerarne lo sviluppo, possibilmente assistiti da un “piano Marshall” che tutti invocano ma nessuno attua.

Potremmo così recuperare, con fondi dell’UE (interessata a finanziare questi processi), anche il prezioso patrimonio colpevolmente distrutto da Crocetta & c. delle Alte Scuole come Isida, Cerisdi etc. Da questa proposta può partire, con le nuove legislature regionale e nazionale, un percorso di sviluppo definitivo e non fittizio. Val la pena di allargare il dibattito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.