CARMELO PETRONE SEGNALA DA AGRIGENTO
Guardo spesso l’edicola votiva con l’Ecce Homo in via Bac Bac. Luogo di sosta per molti fedeli. Davanti all’immagine non manca mai un lumino acceso. Ieri ho avuto una sensazione particolare. Il suo viso mi è apparso più triste. Una sensazione. Nient’altro
LA VISIONE TRISTE DELLA NAVE IN QUARANTENA
CARMELO PETRONE segnala da Agrigento. Vedo qui , nel mare di Porto Empedocle, guardando dal belvedere Modugno di Agrigento la Moby Zaza, la nave quarantena che ospita i migranti in quarantena provenienti in buona misura dal Tunisi. Guardo con tristezza e come tanti altri. Penso a quei versIche mi ha suggerito un amico : ” Mare mare mare .Voglio approdare. Portami in banchina. Non aspettare. Via via via da queste onde. Fine al mio migrar senza sponde…”
TRAFFICO E SCHERZI
CARMELO PETRONE segnala da Agrigento. Siamo in via Matteotti , zona Bac Bac. Trovo una indicazione che mi impone un senso di marcia. Vedo poi riflesso in uno specchio panoramico un divieto di accesso. Che faccio ? Vado, non vado ? Scherzi da traffico o sistemazione poco accorta dei segnali stradali. Segnalo perché si rifletta.
IL PIACERE DI RITROVARE CAMPANILI AL TRAMONTO
CARMELO PETRONE segnala da Agrigento. Ieri sera in via Garibaldi. Campanili e cupole della Chiesa S.an Francesco di Paola . Belle luci di un tramonto che possiamo rivedere dopo mesi di clausura domiciliare. Un tramonto che da luce e mistero : E mi fa pensare ad Alda Merini quando dic eva: “Non mettermi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi più di un #tramonto. Chiudo gli occhi, mi scosto un passo. Sono altro. Sono altrove.”
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MANICHINI NO COVID
CARMELO PETRONE segnala da Agrigento. Scrive “ In via Atenea i manichini temono di essere “contagiati” dai passanti e, oltre il vetro, mettono la mascherina!..
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Quel ficodindia nato al Duomo
Le “pale” del Ficodindia, come i frutti della vita di fede, spuntano all’improvviso nei posti dove meno te l’aspetti: in un vaso in piazza Duomo, da una crepa sui nostri tetti, dai muri a secco delle trazzere sterrate delle nostre campagne. Al seme basta poca terra e acqua per attecchire, crescere e portare frutto… e – dopo la scorza, l’arte del taglio, i duri grumi e qualche spina conficcata nelle mani. – gusti la bontà del frutto che scegli perché attratto dal colore verde, giallo, o rosso porpora. Inizi col primo e finisci con assaggiarli tutti.