Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di PATRIZIA DI DIO 

presidente ConfCommercio di Palermo 

presidente nazionale terziario donna

Quello che stiamo vivendo è un periodo davvero singolare: ci impone di rimanere a casa e vede le famiglie riunirsi e trascorrere le giornate tutti insieme, riscoprendo momenti di vita familiare spazzati via dalla frenetica routine quotidiana. Porta tutti, dunque, donne e uomini, a riflettere sul concetto di condivisione. La condivisione “forzata” ci esorta, anche, a ripensare al concetto di parità di genere, che proprio da questa situazione difficile ne potrebbe uscire rafforzato. Stando a casa, infatti, uomini e donne devono dividersi equamente tutti gli impegni quotidiani familiari, dal prendersi cura dei propri figli aiutandoli a fare i compiti e intrattenendoli in varie attività, al badare agli anziani, cucinare per la famiglia o occuparsi delle faccende casalinghe. Tutte attività, nella maggior parte dei casi, appannaggio delle sole donne, a causa di una sorta di deficit culturale ed educativo ereditato dal passato e ormai consolidatosi sul piano sociale. Improvvisamente, però, siamo tutti sullo stesso piano, malgrado anche precedentemente le donne lavoratrici dovessero avere gli stessi doveri/diritti degli uomini lavoratori, questa emergenza può dare a tutti noi l’opportunità di concretizzare il raggiungimento di una cultura di parità autentica e coerente. Non solo a vantaggio della donna, ma a vantaggio di tutta la famiglia, che trovandosi in questa condizione è chiamata a rinsaldarsi e a collaborare in egual misura per il benessere di tutti i componenti.  Traiamo spunti positivi, sempre! Anche e soprattutto i momenti di estrema difficoltà, come questo, devono essere per noi preludio di miglioramento e di crescita! Un discorso analogo può essere fatto anche dal punto di vista economico. Le aziende, infatti, stanno vivendo quella che definirei quasi una “rivoluzione copernicana” del loro modo di pensare all’impresa. Imprenditrici e imprenditori sono chiamati a ripensare radicalmente il modus operandi delle proprie aziende e a escogitare soluzioni alternative per rimanere in piedi e non essere travolte e schiacciate da quella che è la situazione di emergenza più grave dal secondo dopoguerra ad oggi. Ma di cosa ci stiamo accorgendo, messi così alla prova?  Ci stiamo accorgendo di possedere già gli strumenti digitali per modificare la nostra azienda, questi strumenti già esistono e sono da anni a nostra disposizione, ma quello che ci mancava è ben altro, ossia gli strumenti “cognitivi” per utilizzare le innovazioni già esistenti, attaccati come siamo a una concezione tradizionale di impresa.

Questo nostro attaccamento è senz’altro anche qualcosa di bello e di positivo! Non voglio assolutamente dire il contrario! I negozi fisici, il rapporto personale vis a vis con il cliente, la “vecchia maniera” di fare le cose, sono tutti elementi che caratterizzano e connotano il nostro modo di fare impresa e che ci rendono unici, ma è bene affiancare alla modalità tradizionale quella “contemporanea” che ci fa stare al passo con i tempi, che ci permette di affrontare le tempeste come questa, che ci dà l’opportunità di ammodernarci senza tradire la tradizione. Insomma di necessità bisogna fare virtù, come dice il vecchio detto. Bisogna guardare al mondo del digitale come a un alleato in grado di darci supporto, al social marketing come a qualcosa che a un prezzo decisamente vantaggioso ci fa raggiungere un numero molto maggiore di persone, all’e-commerce e al delivery come strumenti a supporto del negozio fisico e in aggiunta ad esso. Abbiamo fatto esperienza di come con una connessione e una app di collegamento video possiamo portare a termine riunioni e negoziati importanti e raggiungere gli stessi risultati che si sarebbero raggiunti con un incontro dal vivo.

Senza contare che applicare questo metodo, in primo luogo, porta a un risparmio sia di tempo che di denaro per l’economia dell’azienda e, in secondo luogo, apporta un enorme beneficio all’ambiente, riducendo drasticamente le emissioni generate da spostamenti rivelatisi superflui proprio in un momento storico come questo in cui è necessario più che mai trovare soluzioni per la salvaguardia di sistemi di vita ed economici che sposino la circolarità e la causa green. Riflettendo più in generale, dunque, credo che usciremo da questo periodo radicalmente e totalmente trasformati. Penso a quei nonni che pur di vedere i nipotini o di reperire le medicine di cui hanno bisogno hanno imparato a usare la rete, a fare videochiamate, a scaricare app. Penso a tutte quelle società che si sono dotate di un e-commerce scoprendone i vantaggi e le potenzialità. E riflettendo su tutto questo non posso non constatare che quello che ci mancava non erano, appunto, gli strumenti, bensì la volontà e la forma mentis per utilizzarli e non demonizzarli. Ricordiamoci che siamo tutti nella medesima situazione, che siamo tutti uguali di fronte alla drammaticità di questo momento e che, quindi, solo uniti, positivi, aperti al cambiamento e forti della collaborazione e dell’aiuto reciproco possiamo riuscire a superare questa tempesta. E a uscirne migliori. Tutti.