Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di LELIO CUSIMANO

I numeri dei contagiati, dei guariti e dei deceduti, per infezione da corona virus, affollano ogni giorno media e social. Nel turbinio di notizie tanto drammatiche, trovano poco spazio i primi timidi segnali d’inversione della rotta. Sono appunto “timidi segnali” ma, con tutte le cautele del caso, vanno comunque presi in considerazione. La fonte di questi “segnali” è quella del Dipartimento di scienze economiche, aziendali e statistiche dell’Università di Palermo che  tiene aggiornati i dati sul sito web, accessibile a chiunque. Bisogna fare una doverosa premessa: In Sicilia  i contagi ci sono e continuano a crescere, ma la crescita risulta un po’ più lenta. Certo, questo rallentamento va monitorato giorno per giorno, non può fare abbassare la guardia e tuttavia resta un segnale importante. Tra i dati pubblicati dal Dipartimento dell’Università di Palermo, utilizziamo quello del “raddoppio” dei casi di contagio. In sostanza, consideriamo quanti giorni impiegano i contagiati per raddoppiare di numero.

Ecco che cosa ci dicono i dati sulla Sicilia. Tra il 24 febbraio e il 9 marzo i contagiati raddoppiavano ogni 2,4 giorni; tra il 9 e il 24 marzo i contagiati hanno impiegato 3,9 giorni per raddoppiare. Il rallentamento è evidente; infatti, fino a 15 giorni fa, i contagiati raddoppiavano circa ogni due giorni, mentre nelle ultime due settimane sono stati necessari quasi quattro giorni per il loro raddoppio. Il rallentamento è importante perché permette di spalmare su un periodo più lungo la crescita dei contagiati; solo in questo modo la pressione sulle strutture sanitarie sarà minore e quindi meglio gestibile. In definitiva, il temuto “picco” si sposta in avanti e si diluisce nel tempo; i dati dell’Università di Palermo ci dicono proprio questo. Non possiamo esultare, non possiamo tantomeno uscire per le strade a festeggiare, ma possiamo fondatamente registrare un rallentamento,  confortati dal fatto che questi dati non sono stime ma numeri reali, rappresentativi di un fatto reale. Non abbiamo nessuna garanzia che andrà cosi anche nei prossimi giorni, ma intanto ci conforta che – come in altri Paesi – le forti limitazioni alla circolazione delle persone hanno dato buoni esiti e, comunque, rimangono l’unica vera arma a disposizione. RESTIAMO A CASA