Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

  di GAETANO DE BERNARDIS

Sergio Amenta mi gira su Whatapp un mesaggio diffuso i rete che rioprende una citazione di Cicerone del 55 avanti Cristo. Vi si legge: “La finanza pubblica deve essere sana; il bilancio deve essere in pareggio; il debito pubblico deve essere ridotto: l’arroganza dell’amministrazione deve essere combattuta e controllata e l’aiuto ai paesi stranieri deve. essere diminuito per evitare il fallimento di Roma. La popolazione deve ancora imparare a lavorare invece di vivere di sussidi pubblici “….

Il messaggio si conclude così : : la crisi dura da 2067 anni…questo ci tranquillizza” Ci “tranquillizza”…? Non sappiamo. Ma all’antica Roma , ai suoi dissesti finanziari e ai moniti di Cicerone pensava anche SE E’ COSI’ quando ospitava un articolo di Gaetano De Bernardis, latinista e scrittore. Un articolo che ritengo di dover riproporre…Visti i tempi che corrono e il ripetersi di moniti, autorevoli ma inascoltati, sull’argomento… gp.

Caro Giovanni, l’annosa questione del debito pubblico, di cui state scrivendo in questo Blog tu ( qui ) . Lello Cusimano ( qui ) e Nino Sunseri ( qui ) contribuì allo sfaldamento dell’impero romano. Roma fin dai primi tempi della sua millenaria storia fondò la sua ricchezza sulla costituzione dell’aerarium  (erario), che sosteneva le spese correnti della macchina statale , cui poi si aggiunse la nascita del fiscus (tesoro direttamente dipendente dall’imperatore). Fin quando le conquiste portarono nell’Urbe ricchezza, facendo crescere i flussi commerciali, le cose andarono bene, ma ad un certo punto emersero alcuni problemi che fecero aumentare a dismisura il debito pubblico romano: a)  si gratificarono  con una apposita indennità i soldati che si congedavano; b) addirittura l’imperatore Claudio elargì un donativo cospicuo ai soldati nel momento della sua ascesa al trono o nei momenti difficili per tenerseli fedeli; c) la corte cominciò a distinguersi per sprechi fuori controllo; d) la fine della politica espansionistica fece diminuire drasticamente le entrate provenienti dai bottini di guerra; e) l’aumento del prezzo di mercato degli schiavi fece aumentare il costo del lavoro; f) la pressione fiscale si rivelava non più adeguata. Per non aumentare ulteriormente la pressione fiscale, si decise la svalutazione della moneta a tal punto che progressivamente la svalutazione diventòCerto, ce lo ha insegnato Guicciardini, la storia non si ripete, il rapporto col passato deve servire a riscontrare con esso analogie e alterità, ma siamo sicuri che la lezione di Roma antica sul debito pubblico non suggerisca qualcosa a noi italiani del terzo millennio.?

  Quando pubblicavamo l’articolo era in corso alla Gam di Palrmo una mostra di Antonello Mondadori con alcuni dipoint ddedicati ai luoghi dell’antica Roma. Pewre vederli u click  qui 

 

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.