Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di CARMELO FUCARINO E GIOVANNI PEPI

Che gli jihadisti inneggiassero alla distruzione delle chiese di L’Aquila al grido “Allah è grande, tante chiese distrutte”, potrebbe starci. È la recente barbarie mista a fanatismo di tutte le fedi religiose a differenza dell’accoglienza romana di tutte le divinità. Perciò avevano distrutto il Museo di Mosul e il sito di Ninive. Come i talebani con le statue del Buddha a Bamiyan, le più alte del mondo. Lo stesso furore avevano usato gli iconoclasti a Costantinopoli, e qui ancor peggio i Veneziani. Forse pochi hanno letto di Umberto Eco Baudolino, affievolito il furore per romanzo e film di Il nome della rosa. Ma vi consiglio di leggere la fonte, cioè Grandezza e catastrofe di Bisanzio (1204) di Niceta Coniata, quando i Latini si divisero le spoglie di Bisanzio, con saccheggi, distruzioni e profanazioni operati soprattutto dai Veneziani, in un’orgia di odio, ferocia, metodica distruzione dei tesori greci, ivi raccolti da Costantino e distrutti con la fusione delle statue di bronzo.

foto di giovanni pepi

Qui, non per fanatismo, ma solo per vandalico bottino. All’esplodere il 6 aprile 2009 del sisma di L’Aquila, due compari risero felici per l’opportunità di lauti guadagni. Contro di loro la class action del gruppo “Quelli che a L’Aquila alle 3:32 non ridevano”. Lo stesso riso per i lucrosi affari si sentì nel sisma emiliano del maggio 2012 che distrusse Mirandola, quando due imprenditori emiliani prepararono il giro dei luoghi ove operare. L’operazione Aemilia portò all’arresto di 117 persone: accusa associazione mafiosa per infiltrazioni delle ‘ndrine calabresi di Cutro. Edifici pericolanti da abbattere e scuole temporanee. Appalti truccati, false fatturazioni, coinvolte imprese edili importanti . Naturalmente La Gazzetta di Modena titolava “Mafia, così ridevano del terremoto. Tutto sul blitz”. Era la mafia a spartirsi l’Emilia. Eppure le iene ridens erano imprenditori emiliani. Perché è sempre Direzione Distrettuale antimafia ad occuparsi di tali faccende. Anche per l’alluvione del settembre 2017 a Livorno, sempre da intercettazioni si sentì dire da alcuni imprenditori «brinderemo all’alluvione».

finirà così ? uno scatto di giovanni pepi in un mercatino di Berlino

Accuse turbativa d’asta e truffa ai danni dello Stato e misure cautelari nei confronti di un esponente della Protezione civile del Comune e di un imprenditore. Trascuriamo le vicende dalla Maddalena ai vari terremoti “dell’uomo delle emergenze”, una specie di salvatore della Provvidenza, titolato di medaglie e onorificenze, tra processi infiniti per ogni incarico e conclusi con assoluzioni. Ora nominato il 14 marzo 2020 da Attilio Fontana consulente per l’emergenza tra un ricovero per contagio e una guarigione, ha approntato in un fiat un Coronavirus ospedale alla Fiera di Milano in grado di accogliere 200 pazienti in terapia intensiva seguiti da 220 medici e 500 infermieri. Lussuoso e splendido come lo ha mostrato la RAI, ma, con una decina di ricoveri. Il denaro? Si dice la liberalità del suo patron di antica data Berlusconi . E giungiamo al caso eclatante. Alla bomba che esplode in Sicilia per presunte corruzioni. Se le accuse verranno confermate si sarebbe all’ estorsione che reputo obbrobriosa in quanto colpisce la Sanità,  bene supremo esistenziale, diverso dell’appalto di una strada. Devo tuttavia puntualizzare un dato di fatto, convalidato dalle precedenti risate da iena. La corruzione nelle commesse e negli appalti pubblici coinvolge tutta l’Italia. Ritorno sempre al Citi esempi di cronaca e di storiaCiti esempicelebre iniziale “Siamo onesti!”. Nel caso specifico bene ha fatto un quotidiano nazionale ad indicare i corrotti. Qua non c’entra la mafia, evocata in tutti i casi del Nord. Esisterebbe  una stretta connessione tra corrotti e corruttori. Vogliamo vedere chi sono i corruttori? Stando alle accuse avremmo corrotti e corruttori con indecenza operanti tra Nord e Sud. Per esigenze tecniche, forse : essendo industrie medicali al Nord e opere sanitarie da realizzare al Sud. Esigiamo che svergognati siano tutti, di ogni  regione in cui accadono i fatti.   Occorre una buona volta decidere se ci siano gradi di valore tra chi corrompe e chi si fa corrompere. Ed è anche il caso di stabilire una buona volta se si tratta di operazioni antimafia o di corruzione dilagante a tutti i livelli. Sotto la nebulosa della mafia si vuol coprire ogni forma di malavita. Tanto si sa chi sono i mafiosi. Perché un marito traditore ha bisogno di una donna che tradisce. Ed è sperabile soprattutto che corrotti e corruttori abbiamo parità di giudizio e di pena. Perché temo come è avvenuto per i grandi corruttori di Italia che tutto si risolva con il carcere per la manovalanza, il processo infinito per i potenti con equivoche assoluzioni o per scadenza dei termini. La stessa misura domiciliare per il potente e il carcere per l’esecutore è discutibile , se il carcere è subito comminato per evidente pericolo di inquinamento di prove. Noi tutti abbiamo avuto i domiciliari, anche in case più modeste, senza servitori, piscine, campi da tennis e cinema privato. Eppure non abbiamo commesso alcun crimine a danno della comunità e nemmeno del singolo.

PERÒ NON DIMENTICHIAMO LE COSE CHE CAMBIANO

di GIOVANNI PEPI

Caro Carmelo. Seguo sempre con interesse ( a parte il gusto per la prosa) le tue opinioni. Lo stesso, risulta dalle statistiche, fanno i lettori di SE È COSÌ.  Ma consentimi , stavolta, qualche considerazione. Perché viviamo una fase difficilissima . Dalla quale si esce non solo con adeguate misure politiche ed economiche. Ma anche, per dir così, con adeguati sentimenti. Tu parli di “ goduria delle catastrofi “ che storicamente producono , sostieni, dolori alle moltitudini e buoni affari ai pochi dove poi si introduce il malaffare della mafia o quello dei corrotti, o di entrambi. Citi esempi di cronaca e di storia. Ineccepibile. Ma dobbiamo porci una domanda: le cose vanno allo stesso modo ? Mi pare , da quanto scrivi, che pensi di sì. Io credo invece di no. Perché vedo l’azione di contrasto di mafia e malaffare crescere e raggiungere risultati innegabili.  Aggiungo che, se c’è qualcosa che in italia ha funzionato e funzione, da trent’anni almeno, è proprio l’azione di contrasto delle mafie. E’ questo è il frutto delle lotte , del dolore e del sangue versato dai Falcone, dai Borsellino, dai tanti uomini ( siciliani ) che, nell’azione di contrasto , si sono spesi fino alla morte. Del resto tentativi di mutazione e rilancio delle mafie , come  quelli venuti fuori in questi giorni, dopo gli arresti dei novanta boss qualche settimana fa, quanto quelli a Misilmeri ieri, nel pieno della pandemia,  sono stati intercettati .  La macchina repressiva ha funzionato, anche nel contrasto della corruzione come dimostrano gli arresti di manager e industriali che operavano , sempre che le accuse saranno confermate, nella Sanità pubblica. Sottolineo queste cose perché proprio la politica economica per fronteggiare la crisi deve prenderne atto ed essere conseguente. Non c’è bisogno di lunghi, farraginosi controlli preventivi. Si può essere agili, snelli e veloci nell’erogare crediti, contributi e sussidi. Per ottenere effetti immediati di ripresa perché, in economia, il tempo non è variabile indipendente. E se furbi, ladri e corrotti si in filtrano, lo Stato ha mezzi e capacità per i rintracciarli e reprimerli. L’attuale contesto di burocrazia e controlli preventivi può avere effetti pessimi,  ridando a mafie e affaristi di ogni risma quei consensi dovuti al disagio che ritardi e lungaggini determinano nelle imprese, piccole e medie in primo luogo.  Coin i tempi che corrono sono queste, mi pare, riflessioni da fare. Ultima considerazione. Quando parli di Bertolaso, tu scrivi: “Trascuriamo le vicende dalla Maddalena ai vari terremoti “dell’uomo delle emergenze”, una specie di salvatore della Provvidenza, titolato di medaglie e onorificenze, tra processi infiniti per ogni incarico e conclusi con assoluzioni…” Io non so quanto sia competente, non ho alcun mestiere al riguardo. Ma perché, nel parlarne, fai riferimento ai processi infiniti come titoli negativi di una biografia professionale. I processi seguiti da assoluzione sono forse una macchia indelebile ? Per me sono motivo di sollievo di cui compiacersi: buone notizia per usare un termine del mio vocabolario. Tutto qui. Spero di poter ancora, ed altrettanto sperano  i lettori di questo blog, leggere i tuoi articoli