Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di PASQUALE HAMEL

Caro Giovanni Non posso che concordare con quanto il Francesco Attaguile, che da sempre segue con molta attenzione e competenza, le problematiche siciliane, afferma nell’intervista pubblicata ieri dal tuo blog. ( clicca qui ).

Pasquale Hamel, giornalista e scrittore

La trovo infatti, in linea con gli interventi che in questi ultimi giorni, approfittando dell’ospitalità offertami dal tuo “Se è così”, ho scritto. Confermo che la “specialità” oggi, lungi da essere un’opportunità da giocare per lo sviluppo dell’isola, di fatto, ne costituisce un forte freno. L’isola appunto, lungi dalle suggestioni letterarie che hanno eretto l’eccentricità a valore, ha un forte bisogno di normalità, una normalità che cominci dall’impegno a non contrapporsi alle politiche nazionali ma piuttosto ad agevolarle per creare occasioni di integrazione e non di separazione.

L’impegno politico dovrebbe, dunque, muoversi su due direttrici da perseguire con l’opportuna determinazione: la rivisitazione dello Statuto regionale siciliano, ormai in molte parti superato e l’impegno ad una decisa infrastrutturazione dell’isola a cominciare dalla pretesa di interventi che consentano di ridisegnare, come scrive Attaguile, l’intero sistema  delle comunicazioni, ponte sullo stretto compreso. Per la riforma dello statuto, si potrebbe riprendere l’idea di un ente regione, come soggetto di programmazione e non di spesa sul modello francese, e individuare nelle province – grave errore è stato fatto nell’averle soppresse –  anche qui il pensiero va ai dipartimenti francesi – e nei comuni come soggetti di spesa, potrebbe essere una proposta su cui lavorare.

(nella foto in home page una immagine del banco governo nell’aula del parlamento regionale )