Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

Nicola Piepoli dà conto su La Stampa di un sondaggio interessante. Gentiloni consoliderebbe la sua popolarità, Pietro Grasso insidierebbe Matteo Renzi, Di Maio confermerebbe una forza stabile ma tutt’altro che travolgente. Solo che si indaga su qualcosa che non c’è. Scrive Piepoli: “ Abbiamo…trattato i singoli candidati alla presidenza del Consiglio come se fossero veri e propri «prodotti» sugli scaffali di un normale supermercato.“ Ora, nel nostro ordinamento, il candidato premier non esiste. Si vota per eleggere un parlamento, singoli deputati e singoli senatori. Il premier viene designato dal presidente della repubblica, attraverso “l’incarico” e governa se ottiene la fiducia del parlamento. Su questo insiste sempre Massimo Bordin, conduttore su Radio Radicale, della più autorevole rassegna stampa del paese. Ma è un cavaliere solitario , errante negli spazi sempre più ampi della manipolazione crescente. Più volte, invece, leaders e capi tuonano contro presidenti del Consiglio “mai votati” quindi irrilevanti quando, per Costituzione, il capo dell’esecutivo non deve essere votato da alcuno. E commentatori e sondaggisti, talora o spesso, assecondano la cosa. Perché questo accade ? Si può fare un’ipotesi. I partiti sanno che l’elezione del capo dell’esecutivo è popolare, nel crollo di fiducia di cui ancora ieri parla in Censis la gente ha più fiducia nelle persone. Così presentano un candidato presidente come se la Costituzione lo prevedesse. Non propongono, come sarebbe logico, la modifica della Costituzione. L’elezione diretta , se introdotta, comprimerebbe il loro potere e la cosa non piace. Meglio lasciare le cose come stanno e far capire, quando conviene, che stanno diversamente. Del resto, come ricorda Luciano Violante nel suo saggio “ Politica e Menzogna” l’uso della bugia è antico in certi spazi. Avanti allora con una “bella“ Costituzione ( anzi “la più bella del mondo”, ricordate? ) da difendere sempre. Per poi, dove spiace, non rispettarla mai.

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