Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

( la Sicilia in fondo alla classifica di Eurostat . Nella foto un affresco nelle sale pompeiane nel parlamento siciliano  )

di NINO SUNSERI

( Nino Sunseri nato a Palermo. Vive a Milano. Giornalista e scrittore. Lavora al quotidiano Libero. Ha cominciato al Giornale di Sicilia di cui è stato collaboratore. Ha lavorato al Corriere della Sera e a Repubblica. Ha scritto “Piazza Affari” , storia della Borsa italiana dalla fondazione fino alla privatizzazione e “Palermitani”, dedicato alla sua città e ai ragazzi degli anni ’70 che hanno fatto carriera a Milano. )          

Eurostat misura la ricchezza per la prima con un metodo nuovo. Usando non più i parametri del pil, ma nuovi elementi, in primo luogo il reddito delle famiglie e la sua distribuzione. Tra undici regioni più ricche, ben cinque sono italiane. La Valle d’Aosta è al secondo posto dopo il Granducato del Lussemburgo. Sono inoltre nella classifica il Trentino-Alto Adige (terza), la Lombardia (sesta), Piemonte (settima) ed Emilia Romagna (undicesima). Le regioni meridionali Abruzzo, Molise, Basilicata, Sardegna, Puglia, Calabria, Sicilia e Campania stanno intorno alla casella 150 su 211. Dietro solo Grecia, Romania e Bulgaria. Scopriamo pure che la Germania piazza fra le prime undici solo Brema mentre la Baviera scende al posto numero 29. L’Ile de France (Parigi) è dodicesima. Novità importanti. Dimostrano, per esempio,  che l’Italia settentrionale sta uscendo dalla crisi a velocità supersonica.

La definizione di Pil era nata nel 1934 negli Usa dagli studi del premio Nobel per l’Economia Simon Kuznetz. Il sistema servi a Roosvelt per lanciare il New Deal. Ottant’anni dopo, però, appare un termometro rotto. Da qui una conseguenza che ci riguarda: non basta più la differenza del Pil per misurare la distanza che c’è fra le due Italie. Essa è industriale (nessuna azienda con più di 150 milioni di fatturato ha sede nel centro-sud) . Ma anche culturale: città d’arte (tutte tranne Roma), grandi Musei (Uffizi, Brera, la Venaria tanto per citarne qualcuno) centri di salute ( la Lombardia senza confronti). L’integrazione europea ha cambiato i parametri. Si diceva che il Nord produceva, il nostro Sud comprava e consumava. Non è più così. Per la parte alta del sistema industriale il vero mercato interno è l’Europa. Ecco il punto. La differenza tra Nord e Sud somiglia sempre di più a quella fra un iPhone e il vecchio apparecchio di bachelite

 

AGGIUNGEREI CHE …..INTANTO LA SICILIA SI INTERROGA SUL PONTE

di LELIO CUSIMANO

Nino Sunseri ha riportato, in questo blog, alcuni dati sulla ricchezza  delle regioni europee; si scopre così che, tra le prime undici posizioni in Europa, si collocano ben  cinque regioni del Nord, mentre il Sud e la Sicilia si attestano attorno al 150° posto in graduatoria.

I dati di Sunseri mi hanno richiamato alla memoria la “rivelazione”, fatta pochi giorni fa, da Dario Di Vico e pubblicata dal Corriere della Sera.

In Italia esiste una grande “regione”  – sconosciuta ai più –  che si chiama A4, l’autostrada che va da Torino a Trieste e attorno alla quale vivono e lavorano 26 milioni di persone; c’è la maggior parte dei distretti industriali, della manifattura italiana e dell’innovazione, ci sono le cinque regioni più ricche d’Europa e c’è la stessa Milano, la città guida del nostro Paese.

E il Sud? Si sta ancora interrogando su un punto cruciale: a chi servirebbe il ponte sullo stretto di Messina?

 

 

 

AI LETTORI

Quella di oggi è la prima edizione settimanale di “SE E’ COSI’…”. Ogni giovedì proporremo ai nostri l lettori titoli, analisi corsivi con i quali chiediamo di discutere o discuteremo tra noi per tutta la settimana. Manteniamo un impegno . In un tempo in cui si ragiona poco e si litiga molto , noi crediamo che solo dalle idee di chi ci legge possono derivare gli stimoli giusti per scrivere meglio. Le scelte di oggi , del resto, vengono da cose sollecitate da molti di voi. Nino Sunseri parla del Sud e scopre che un report di Eurostat vede che le cose nion stanno male ma molto peggio. Giovanni Pepi intervista Melo Minnella , il grande fotografo , della  Sicilia che lui ha fotografato e  che non si vede più , mettendo in mostra  una prima selezione dei suoi scatti più belli.  Gaetano De Bernardis , da esperto di lingue, ci dice che Var si può coniugare al maschile e , almeno stavolta,  non ci sono conflitti con l’inglese. E’ nostra ospite Rosanna Bocchieri, una docente di Ragusa molto impegnata nella politica e nella cultura, che dice chiaro e tondo che , nella scuola, è meglio abolire il “Bonus Merito”.  Nuove immagini arricchiscono poi la mostra dei disegni di Maurilio Catalano e la galleria delle foto di Giovanni Pepi. Tutto questo da noi, Aspettiamo voi, se volete…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.