di GAETANO DE BERNARDIS
“Abbi cura che tutta la tua campagna elettorale si svolga tra cortei di gente, sia brillante, splendida, popolare, che abbia una forma esteriore e una dignità esemplari; abbi cura anche, se è possibile trovare qualcosa, che circoli nei confronti dei tuoi concorrenti un sospetto di infamia – per crimini, lussuria, sperperi – in accordo con la loro condotta di vita” (Q. Cicerone “Piccolo Manuale per una campagna elettorale”, trad. Luisa Biondetti, Milano, 1993). Fra il 65 a.C. e il 64 a.C., in occasione della candidatura al consolato di M. Tullio Cicerone, il fratello Quinto scrisse il Commentarium petitionis, un manualetto nel quale si forniscono consigli e suggerimenti in vista della campagna elettorale. Si tratta di un libretto che risulta assai utile per comprendere i meccanismi con i quali nell’antica Roma i candidati cercavano di guadagnarsi il consenso degli amici e dell’opinione pubblica.
Nel testo qui riportato Quinto Cicerone sottolinea due aspetti essenziali: la magnificenza e il sospetto. Elementi ancora molto ben considerati nelle moderne campagne elettorali. Ma se il primo elemento appare legittimo, nel senso che una competizione basata sul coinvolgimento di molta gente, sulla brillantezza e sulla popolarità è essenziale per creare l ‘immagine di un candidato vincente, il secondo è assai discutibile, perché si fonda sulla strategia del sospetto che spesso trasforma una sana e democratica campagna elettorale in bellum omnium contra omnes attraverso la calunnia, l’insulto gratuito, la maldicenza, insomma i cosiddetti “veleni”, che hanno il potere di sfregiare il candidato di un altro partito concorrente al proprio. Oggi siamo a una competizione elettorale che appare importante e soprattutto incerta in considerazione di una nuova legge che rischia di non produrre nessuna maggioranza parlamentare. Nei prossimi giorni sicuramente si alzerà non poco la “temperatura” e verrà fuori la solita aggressività verbale, un tempo materiale interessante per i talk show e oggi stucchevole manfrina che interessa assai poco i cittadini. E’ possibile sperare in un clima sereno fondato sul confronto e su analisi politiche serie prescindendo dagli insulti? Lo speriamo per il bene del Paese!