Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

Di MARIA PROVENZANO

La scuola è il luogo in cui le relazioni umane si intrecciano e si dipanano tra mille difficoltà, dove ogni giorno i nostri figli gettano le basi per il loro futuro e gli insegnanti sperano in una vera concretizzazione della loro passione per questo lavoro. Al suo interno sussistono asimmetrie nelle interazioni tra alunni e docenti, e spesso intervengono tentativi di interferenza anche dei genitori nell’esercizio del ruolo del docente. E’ vero che  i Decreti Delegati hanno avviato la scuola verso la democratizzazione, ma i tempi e le persone (alunni, docenti, genitori) sono cambiati radicalmente dal ’74: si incontrano genitori che rivendicano “diritti” e pretendono “doveri” dagli insegnanti e, d’altro canto, si ascoltano le voci degli insegnanti che chiedono rispetto per la propria professionalità. Tra misconoscimento del ruolo dell’insegnante da parte dei genitori e obbligo di vigilanza e responsabilità sull’incolumità dei loro figli, ogni giorno la vita scolastica di ogni insegnante si connota per innumerevoli contraddizioni . Una tra tante. Sì all’integrazione degli alunni con disabilità nella classe (L. 104/92), ma in condizioni di sicurezza per chi opera e vive nella scuola e con l’apporto certo di figure specialistiche e, in spazi idonei, in cui ciascuno possa coltivare la propria umanità e, genitori e insegnanti possano essere una risorsa reciproca. Diciamo no ad un modello panoptico che intende solo sorvegliare e punire chi opera dentro la scuola, diciamo sì alla cura delle relazioni umane per il buon funzionamento della scuola.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.