Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

Pubblicavamo questo articolo nell’agosto scorso. mMa la questione degli anziani si ripropone ogni anno, ad ogni estate. Non è inutile ripetere quanto dicevamo

di TOMMASO DI BELLA*

L’estate è la “bella stagione”. Ma è delicata per gli anziani. Tra gli ultrasessantacuenni , in Sicilia, le morti aumentano. Lo documentano gli ultimi dati dell’assessorato regionale alla salute (2016). Dell’ 8 per cento a Catania ( dal 15 al 31 maggio e + 1% nel mese di luglio). Pure dell’8 percento a Messina. A Palermo , nel corso di tutto il periodo di osservazione si sono avuti incrementi del 4% nel mese luglio e del 21% nella seconda parte del mese di maggio. Indispensabili sono certo le prescrizioni igienico dietetiche e gli inviti alla vita regolata, anche se attiva. Ma il vero fattore di contrasto è quello di coltivare interessi, specie intellettuali, anche oltre l’età pensionabile. L’invecchiamento più invalidante, infatti, si ha quando si coinvolge l’organo più nobile cioè il cervello. Quanto al resto i problemi che si presentano sono sia di ordine sanitario che sociale. Questi ultimi sono costituti dall’esigenza di molte famiglie di trasferirsi in luoghi di villeggiatura o di partire per le ferie che spesso mal si concilia con abitudini e necessità di anziani dello stesso nucleo familiare. Per i quali il proprio “sistema di supporto” (medico di famiglia, farmacista di fiducia, centro sociale etc…) si identifica con normale luogo di residenza. I rischi sanitari possono derivare dalle mutate condizioni climatiche, il caldo afoso infatti provoca fenomeni di disidratazione che l’anziano, i familiari (e talora anche il medico) non sanno riconoscere tempestivamente.

  *Tommaso Di Bella e’ gerontologo ,dirigente medico dell’Asp di Trapani. Ha insegnato nella università Palermo. Ha svolto importanti incarichi nella Società Italiana di Geriatria. La foto  sotto il titolo è stata scattata a San da Giovanni Pepi

Perchè il “vecchio” ha una “fisiologica” riduzione del senso della sete che gli impedisce un corretto ripristino del patrimonio idrico, con conseguenze negative a carico del metabolismo idro-elettrolitico che talora si manifestano con fenomeni confusionali i quali vengono spesso genericamente etichettati come comune invecchiamento cerebrale, quindi non riconosciuti e non trattati. In questi casi la condizione può talora precipitare verso l’insorgenza di scompensi a cascata  a carico di vari organi ed apparati che può portare a conseguenze drammatiche.  Dai report periodici emerge una frequente insoddisfazione riguardo lo stato di salute e benessere della popolazione geriatrica residente ( 30 per cento) specie nelle donne. Del resto un recente studio del “Sole 24 ore” sulla vivibilità percepita nella nostra Regione relega la Sicilia in fondo alla graduatoria nazionale, salvando solo la Provincia di Ragusa che risulta la più vivibile piazzandosi all’80° posto della graduatoria nazionale. Concorre, indubbiamente , nel determinare l’insoddisfazione sulla qualità di vita , l’elevata presenza di anziani soli ( 271.944 dagli ultimi dati ISTAT), con tutte le conseguenze che tale condizione determina sulle sfere : emotivo – affettiva, cognitiva e sociale, senza contare la percezione di insicurezza legata al rischio di furti, aggressioni, rapine ed allegri crimini. Considerato che 61.296 di questi anziani hanno più di 80 anni.

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