Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

L’INTERVISTA con GIOVANNI CATALDO

Comandante generale dell’ ‘Arma in Sicilia

I BOSS SI MUOVONO : DROGA POI USURA E RICICLAGGIO

La mafia non è andata in quarantena. E per fortuna nemmeno voi. La retata dei novanta boss, nelle scorse settimane, ci dice che i boss pensano a un rilancio, progettano infiltrazioni nella crisi per trarne vantaggio. Ne parliamo, Generale  ?

 “Le operazioni di cui lei dice mettono in luce un dato cruciale..”

Quale ?

“ Le varie consorterie mafiose sono sempre pronte ad approfittare della delicata situazione attuale, dimostrando, in particolare, di essere protese ad individuare aziende in stato di necessità…”

La crisi dell’economia può essere la loro forza ?

“Infatti. La crisi di liquidità attuale di cui soffrono imprenditori e commercianti, può costituire terreno fertile per le famiglie mafiose che dispongono di cospicui capitali illecitamente accumulati..”

Per usarli come ?

“Attività usurarie in primo luogo. Le quali, poi, nella maggior parte dei casi, avrebbero, quale epilogo, quello di rilevare i beni e le aziende interessate, con manovre estorsive, alterando così la libera concorrenza…”

Occupare l’economia legale quindi 

“Si. Questo ben preciso aspetto, potrebbe essere oggi il principale progetto perseguito dalle organizzazioni mafiose..”

E sono in grado di farlo ?

“Sono capaci di infiltrarsi nel tessuto socio-economico sano e di condizionare gli apparati politico-amministrativi locali, nonché i settori imprenditoriali e finanziari.”

 Solo che voi, con le vostre azioni ci contrasto siete arrivati prima che lo attuassero..

“ Parlo di ciò che abbiamo scoperto. La più recente inchiesta svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catania e della Compagnia di Giarre, ha permesso di disarticolare la struttura, le posizioni di vertice ed i ruoli di 46 indagati facenti parte di un’associazione armata finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, che gestiva una consistente “piazza di spaccio” in un rione popolare di Giarre (CT). “

E in che modo si progettava una infiltrazione nell’economia della zona ?

”Nel corso dell’indagine, in particolare, è stato  ricostruito il sistema mediante il quale il gruppo criminale sottoponeva vari esercenti ad estorsioni mediante intimidazioni mafiose e riscuoteva crediti legati agli stupefacenti anche mediante pestaggi…”

Senza reazioni delle vittime..?

 “ No. La direzione e gestione della piazza di spaccio, si è acclarato che era riconducibile ad un 59 enne, venditore ambulante, ritenuto il referente su Giarre delle famiglie “Brunetto e Santapaola”. Le investigazioni effettuate hanno evidenziato una serie di vicende estorsive in cui le parti offese non hanno inteso per nulla denunciare, neppure quando sono state convocate in caserma dai Carabinieri.”

La dissociazione è più che lenta, allora…

“Me lo lasci dire: qui si è a un aspetto alquanto inquietante perché dimostra come i commercianti e piccoli imprenditori preferiscano assoggettarsi alle richieste della criminalità organizzata, piuttosto che rivolgersi alle forze di polizia ed alla magistratura per vedere tutelati la propria libertà ed i propri diritti. La registrerei come una sconfitta per l’affermazione della legalità…”

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Capisco. E cos’altro è emerso dall’indagine ?

“ Ha dimostrato, ancora una volta, come il business della ‘droga’ continui ad essere il canale privilegiato dalle cosche mafiose, per rimpinguare le loro casse ed avere subito a disposizione cospicue somme di danaro, da utilizzare, a sua volta, per elargire prestiti a tassi usurari…

Siamo ancora lì. Accumulazione illecita, pulizia del denaro con il riciclaggio

“ Oggi più che mai, direi. Il rischio che si corre è che il modello mafioso divenga simile ad un marchio geo-politico, per una ragione specifica, ovvero per la capacità che questo modello potrebbe avere nell’influenzare la società, la politica e l’economia di un territorio.  

Generale, dicevamo nell’ intervista di pochi giorni fa che la mafia si muove nel pieno della pandemia: progetta mutazioni e rilanci, ha nella droga il business principale, ha bisogno di riciclare.- Ma  secondo le vostre osservazioni, progetti di infiltrazione riguardano solo la Sicilia o anche il Nord?

“ Quella che stiamo vivendo è una fase economica durissima per le imprese, un momento storico particolare caratterizzato da un imponente deficit di liquidità’. Le riaperture , probabilmente, non riporteranno  subito i consumi ai livelli precedenti. ..”

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E allora ?

“ E’ molto elevato il rischio che, a poter sfruttare tali opportunità , siano proprio le mafie, che in questo periodo potrebbero conquistare spazi di mercato…”

Ma non solo questo vi preoccupa mi pare

“Infatti c’è dell’altro. C’è il rischio che le mafie possano riacquisire un consenso sociale perduto…”

Con quali strumenti ?

“Con i meccanismi dell’usura, dell’acquisto delle attività’ in crisi, dell’intercettazione del flusso di denaro pubblico. Sappiamo bene come le organizzazioni criminali strutturate si nutrano, di fatto, delle difficoltà’ dei cittadini…”

Quindi non basta l’azione repressiva, sono necessarie azioni politiche adeguate

“Certo, di fronte a questa pandemia, che sta danneggiando il tessuto economico , l’occupazione ed il sistema produttivo, la risposta dello Stato dovrà essere rapida ed incisiva…”

Non solo nel Sud a questo punto

“Non solo. Sicuramente, alcune aree possono essere, storicamente, più o meno asservite al potere mafioso ma il potenziale raggio d’azione dell’organizzazione non può, di certo, essere confinato solo alle  realtà locali e meridionali. ..”

CARABINIERI COVID

Anche al Nord il rischio mafia è alto. Stanno così le cose ? 

“Stanno così. Il rischio che le organizzazioni mafiose possano approfittare di questo difficile momento, per fagocitare di fatto imprese ed aziende sane, è elevato anche per le regioni del nord Italia…”

Del resto l’operazione all in , l’ultima operazione della Guardia di Finanza su mafie a case da gioco mette in luce collegamenti stabili tra Sicilia e Nord. Se questo è il contesto, sono più che mai necessarie dissociazione e denuncia ..

“E’ un punto cruciale. Ora più che mai, dobbiamo fare affidamento sulla denuncia e collaborazione delle potenziali vittime….”!

  Ma i progetti criminali vedono sullo stesso fronte le varie mafie ? Dalla ndrangheta, alla Camorra oltre Cosa nostra ? O ci sono delle differenze ? 

“ Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, operano, sempre più, secondo modelli imprenditoriali variabili, che vengono calibrati su ogni realtà economica in cui le organizzazioni si infiltrano e che colpiscono indistintamente tutti i settori economici. “

E si creano rapporti tra le varie mafie ?

“ Le inchieste più recenti hanno confermato la tendenza dei gruppi calabresi ad instaurare forme di proficue interazioni con consorterie di diversa matrice mafiosa….”!

Quali sono le alleanze più strategiche ?

“Non parlerei di alleanze strategiche.  Tendenzialmente, le attività di cooperazione emerse appaiono più che altro dettate da specifiche esigenze contingenti, quindi dal business del momento, più che da una costante condivisione di un programma criminale strutturato. ..”

Tornando alla presenza nel territorio, quale mafia si sposta con più profitti verso il Nord ?

”Ad oggi, dalle varie inchieste giudiziarie svolte, emerge come ,nel nord Italia, sia la ‘ndrangheta ad avere una sorta di primato nella gestione dei principali affari e traffici criminali…”

Quali sono , al nord, i fattori di maggior attrazione delle mafie ?

“ A fattor comune, le organizzazioni mafiose sono certamente attratte dall’abbondanza di risorse che le regioni del Nord offrono, traendo vantaggi da importanti investimenti od appalti pubblici e sanno far leva sulla crisi economica, per ampliare la base sociale delle potenziali vittime delle estorsioni e dell’usura…”

In quali settori, principalmente ?

“ In vari settori, dalle tradizionali attività legate al ciclo del cemento, alla ristorazione, dal commercio all’ingrosso ed al dettaglio al turismo, dal gioco d’azzardo ai rifiuti, dalla sanità allo sport. “

Ce n’è uno che prevale sugli altri ?

“ Posso dirle che, in particolare, le attività commerciali legate alla ristorazione rientrano tra i settori di investimento tradizionali, non solo per il riciclaggio ma anche per garantire una sorta di presidio del territorio. 

MAFIA “COLPIRE I SUOI PATRIMONI E’ L’ARMA PIU EFFICACE DI CONTRASTO “

Allora crisi dell’economia potrebbe dare nuovo fiato alla mafia. Perché è in  grado di infiltrarsi nelle aziende in crisi. Così, se ben capisco, Voi siete impegnati su un doppio fronte di contrasto: dall’alto e dal basso. Dal basso perché la morsa della crisi può spingere imprenditori allo stremo ad accettare il soccorso mafioso. Dall’ alto perché resta incerta l’efficacia delle misure per contrastare la crisi. Lei cosa teme di più ?

“Sicuramente occorre, sin da subito, come peraltro ribadito dal Ministero dell’Interno, monitorare il disagio sociale, per prevenire e contrastare la minaccia mafiosa già potenzialmente in agguato.” 

Quindi è più il primo profilo ?

“Non farei distinzioni così nette. Per poter giungere ad un proficuo rilancio del territorio, alle attività di tutela della sicurezza pubblica dovranno essere abbinate quelle di impulso nel dialogo e nella mediazione tra i vari attori sociali ed economici “

Ma c’è un fonte sul quale l’attacco della mafia sarà più forte ?

“Particolare attenzione, ovviamente, dovrà essere rivolta al mondo delle imprese. Anche per favorire un rapporto ancora più agevole con le amministrazioni pubbliche. Lo scopo primario deve essere quello di stimolare la ripresa economica e di rilanciare la competitività del nostro sistema produttivo.”

Lei parla, giustamente,  delle imprese. Ma anche qui, delle differenze ci sono. Non tutti i settori sono egualmente appetibili per le mafie.

“Un focus specifico potrà essere dedicato alle dinamiche societarie della filiera agroalimentare, delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico, del comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, nonchè dei settori della distribuzione al dettaglio della piccola e media impresa… “

La crisi economica , se capisco bene, potrebbe minacciare l’ordine pubblico su vari profili ?

“Si e per questo saremo più che vigili. Alle difficoltà delle imprese e del mondo del lavoro, potrebbero accompagnarsi gravi tensioni sociali a cui possono fare eco, da un lato, la recrudescenza di tipologie di delittuosità comune , dall’altro,  il manifestarsi di focolai di espressione estremistica…”

Insomma, Generale, si è un rischio a un rischio di rilancio delle mafie.

“La struttura delle organizzazioni mafiose, negli ultimi anni, ha dimostrato di essere in continua evoluzione ..”

Ma mi pare che tutti concordano sul cosiddetto inabissamento..

”Certo. Ma questo fenomeno di ’inabissamento non è da intendersi come depotenziamento ..”

E allora ?

”Siamo, piuttosto, a una scelta strategica di sopravvivenza delle organizzazioni stesse, per potersi sottrarre dalla elevata pressione investigativa degli organi inquirenti…”

 Stando così le cose sono necessari , oggi , aggiornamenti nelle strategie di contrasto ?

“In questo mutevole scenario, la legislazione antimafia si è parallelamente evoluta..”

In che senso ?

“Ci si è resi conto oggi quanto mai può si può essere più efficaci quando si colpiscono i patrimoni accumulati dai mafiosi. Patrimoni che rappresentano la principale espressione di forza delle consorterie “

E ci sono su questo terreno esigenze di aggiornamento di sistemi di lotta ?

“Credo che l’attenzione delle Forze di Polizia a tali specifiche dinamiche, nell’immediato futuro, dovrà essere particolarmente alta;  ma sono fiducioso che l’attuale impianto normativo, dettato in particolare dal Codice antimafia potrà garantire tutti gli strumenti necessari per impedire fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso. “

In questo contesto quale ruolo possono avere le banche ?

“ Svolgono un ruolo importante. Cruciale direi. Sono i sensori del sistema finanziario. Sono tenuti ad inoltrare le segnalazioni di operazioni sospette. Spero ardentemente lo facciano senza condizionamento alcuno..ù

C’è un elemento nuove che si aggiunge a quelli che abbiamo esaminato nel corso di queste interviste ( vedere di seguito). Mi pare emerga un mutamento nel rapporto tra mafia e politica. A Misilmeri il progetto di costituire una lista civica  Una novità , no ?

Il generale Giovanni Cataldo con l’ex ministro alla difesa Elisabetta Trenta

“ L’operazione è di pochi giorni fa. I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 8 indagati, ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso…

“Infatti. L’indagine costituisce l’ulteriore fase di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo sul mandamento mafioso di Misilmeri – Belmonte Mezzagno…” 

Zona di antica insediamento mafioso , mi pare

“ Già. Abbiamo potuto comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione di cosa nostra. In particolare, gli indagati avevano pensato di realizzare una vera e propria lista civica in vista delle elezioni amministrative di Misilmeri, in provincia di Palermo, senza partito, per garantirsi il controllo del territorio e la spartizione del potere. ..”

Con una denominazione molto fantasiosa 

“ Si , una lista con i cristiani giusti, perché come dicevano i boss, se non c’è una candidatura giusta noi altri restiamo sempre fuori da tutte le parti…”

Questo emerge dalle intercettazioni ?

“Sì, da quelle condotte nell’ambito dell’operazione denominata in codice Cassandra. I boss volevano creare una propria lista per poter trarre vantaggi in modo diretto, senza più intermediari ed appoggi a questo od a quel politico ma con propri affiliati tra i candidati.”

 C’è in questa decisione il segnale di un distacco dai partiti tradizionali? Il rapporto con loro non va più bene. Vuol dire che la politica che conta è sempre più fuori dalle tradizionali collusioni ?

“ Ciò che è emerso nel corso dell’inchiesta, è che i boss cercavano di organizzarsi, in vista delle elezioni amministrative, con una propria lista civica contenente i nomi “giusti”, senza partito…”

Fare in proprio anche la politica ?

“ Questo particolare aspetto può indurre a ritenere che i clan non nutrano più fiducia nei confronti degli intermediari della politica, puntando quindi, direttamente, ad una propria formazione, con tanto di candidato sindaco…”

Avevano scelto il candidato ?

“Al reggente del mandamento era stato proposto di supportare, con largo anticipo, una persona di loro fiducia da porre a capo di una lista civica, slegata da logiche di partito, costituita da persone appositamente selezionate, capace di indirizzare le scelte dell’amministrazione in favore della consorteria. “

Si sa qualcosa dei programmi specifici che stavano elaborando ?

“ Per ora posso solo affermare, come elemento di novità emerso nel corso dell’inchiesta, che il fine ultimo dell’organizzazione mafiosa, ovvero quello di infiltrarsi all’interno dell’amministrazione comunale misilmerese, doveva essere realizzato con modalità nuove e diverse rispetto al passato. 

Nuove e diverse  in cosa ?

“Occorrerebbe accertare se la minore “fiducia” nella classe politica sia dovuta alla constatazione di minore affidabilità o di minore professionalità. Seguiremo gli sviluppi investigativi e giudiziari per meglio comprendere le dinamiche che regolano i rapporti mafia/politica/amministrazione della cosa pubblica

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Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa in una foto esposta nella mostra permanente realizzata nella sala della memoria presso la caserma che porta il suo nome che è sede del comando regionale dei carabinieri in in Sicilia. Per vedere le altre immagini cliccate cliccate qui