Nino Giaramidaro , nel cinquantesimo anniversario, del terremoto del Belice propone racconti e memorie. Inviato di punta in quell’inferno, oggi è riferimento per chi vuole ricordare. Diceva a SE E’ COSI’, l’altro giorno , di quella sensazione amara davanti a ruderi e rovine, un sisma che come un calamaio rovesciato su un tavolo, cancellava otto comuni, otto spazi di vita nella valle che diventava sede dell’inferno. I suoi scatti sono ora esposti in una mostra alla Libreria del Mare di Palermo, in via Messina Marine, davanti alla Cala, prezioso paesaggio di sole e vele. Nel presentarla Aurelio Pes definisce gli scatti di Giaramidaro visioni provocate dalla cronaca che poi la cronaca superano per essere oggi “immagini senza tempo”. Giaramidaro dice poco facendo capire tutto. “Ho voluto questa mostra per rendere omaggio alle persone che ho incontrato in quelle corse affannose per strade dissestate e trazzere. Momenti difficili per loro ma anche per me che non ero attrezzato alle emozioni dolenti che quegli incontri suscitavano…” Conosco Nino. Era sincero. Guardiamo le immagini.
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