Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

 

di PASQUALE HAMEL

Se è vero che un approccio non sempre coerente al problema dell’immigrazione clandestina, uso questo termine perché non amo le ipocrisie, ha creato situazioni di obiettivo disagio che si traducono in paure e in risposte talora perfino violente, mi riferisco al caso di Macerata che è oggi all’ordine del giorno, bisogna anche dire che sullo stesso si montano da tempo, e in questi giorni ancor di più, le speculazioni politiche più meschine a cui nel nostro Paese siamo purtroppo abituati. Mentre infatti si mette in ombra il dramma dell’occupazione, soprattutto giovanile, che in Italia mantiene livelli inaccettabili, la polemica si concentra su un tema sul quale una riflessione più attenta consentirebbe di dare risposte azionali. Invece si cavalcano irresponsabilmente le paure della gente , da un lato, o ci si trastulla in un buonismo ideologico che trascura perfino i dati evidenti, e cioè che una buona fetta dei detenuti siano parte di questo popolo di immigrati che ormai abita il nostro Paese. Si direbbe, tutto quanto fa vergognosamente “utility” politica per l’una o l’altra parte. Non è un caso, e traggo la notizia dal bel fondo di Marina Corradi su Avvenire, che nessun politico di destra o di sinistra  – si è curato, come normalmente si fa in questi casi, di farsi vedere in ospedale  e di stringere la mano alle vittime del folle che ha sparato all’impazzata per, a suo dire, vendicare la povera Pamela. Come sempre, in questa nostra Italia ipocrisia e opportunismo prevalgono.

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