Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

( il potenziamento dell’agricoltura tra gli interventi previsti per far crescere i piccoli comuni )

di LELIO CUSIMANO

Sono il 70% dei comuni italiani e ospitano 10 milioni di residenti; si tratta dei “piccoli” comuni, quelli con meno di cinque mila abitanti. In Sicilia il fenomeno è più grave; i piccoli  sono 206, più della metà dei  390 totali,  ma ospitano appena  il 10% della popolazione dell’Isola e cioè meno di 500 mila abitanti.

Spesso i piccoli comuni sono l’immagine dello spopolamento e dell’emigrazione, ma dal 3 settembre scorso hanno una prospettiva diversa. E’ stata, infatti, pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge statale che affronta il grave problema dell’abbandono dei piccoli centri abitati.

Arrivano così misure per il sostegno delle attività economiche, agricole, commerciali, artigianali e per valorizzare il patrimonio naturale e storico-culturale. In dettaglio si prevede: la diffusione della banda larga, aiuti per l’artigianato digitale, il recupero dei centri storici, iniziative contro lo spopolamento e, principalmente, contributi per la conversione dei piccoli centri in alberghi diffusi.

A proposito; che fine ha fatto la legge siciliana per gli alberghi diffusi nei piccoli centri dell’Isola? La legge regionale dell’agosto 2013 prevedeva l’emanazione di un regolamento entro 60 giorni, ma sono serviti 600 giorni. Poi è caduto il silenzio. Eppure le premesse sono allettanti; l’obiettivo della legge era, infatti, la destagionalizzazione dei flussi turistici, attraverso un servizio “alberghiero” delocalizzato.   

Curiosamente, la capacità d’iniziativa di tanti comuni siciliani, grandi e piccoli, riprende vivacità solo se si tratta di gestire in proprio servizi pubblici indossando, senza averne le competenze, l’abito dell’imprenditore/manager. Per poi dismetterlo subito dopo, quando è il momento di fare pagare le tasse locali ai cittadini-elettori  i quali, si sa, non possono essere disturbati con banali richieste.

Qualche giorno fa il Corriere della Sera riferiva dello “stupore” della famiglia Riina quando si è vista recapitare, dai commissari del Comune di Corleone, una richiesta di pagamento della tassa dei rifiuti con i relativi arretrati.

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