Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

E’ già esposto da giorni , a Palermo, tra le bellezze della Cappella Palatina un nuovo presepe di Angela Tripi. La incontro nel suo negozio laboratorio. Di fronte alla cattedrale. Sorride, come sempre, muovendosi a passo lento tra le sagome di argilla ancora incompiute. La tecnica me l’ha spiegata più volte. Modella la figura sull’argilla che viene cotta a 1200 gradi. Poi la colora a freddo.  Tutto a mano. E a mano taglia le stoffe preziose con cui veste queste piccole statue. Lavori di sartoria pura.  ..” Mi diceva un anno fa “Siamo arabeggianti. Riprendiamo linee, colori e stili degli arabi dell’epoca del presepe “ Chiedevo : i palermitani conoscono i presepi del Matera, quali sono le differenze tra Lei e lui.? “La tecnica è la stessa. Cambiano colori e modelli. Il mondo del Matera è animato da pastori e contadini. Quei presepi sono più popolari, meno arabeggianti dei miei…” Non chiedo più nulla. Mi ripeterebbe le stesse cose. Questa nostra brava, infaticabile, signora dei presepi, più conosciuta, forse, all’estero che da noi, è donna di poche parole. La lascio seduta mentre dà colore all’ultima sagoma di argilla che prenderà espressione fra poco, non so se di gioia, di tristezza, di incanto, di stupore. So che che avrà il calore che solo un artista sa dare alle cose.