Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

L’INTERVISTA con BARTOLOMEO ROMANO

di GIOVANNI PEPI

Mafia e antimafia cambiano in Sicilia. E’ meno la prima, almeno militarmente, meno di facciata la seconda. Su questo è chiaro Bartolomeo Romano, professore diritto penale e avvocato in Cassazione,. nelle interviste pubblicate ( vedere di seguito). Ma ora, professore,Ora la mafia si espande pure nel centro nord. Si è ad una espansione in crescita? 

“ Non è un fenomeno nuovo. Anzi è stato, in passato, frutto di un modo sbagliato di combattere la mafia..”

In che senso?

 “ Con il confino e lo spostamento di taluni soggetti dal sud al nord. La mafia si è spostata conseguentemente…”

Ma l’espansione c’è ancora adesso. E’ in corso

“Perché oggi la criminalità organizzata, più che il controllo del territorio, segue il flusso dei soldi. E, notoriamente, ve ne sono di più al nord”

Eppure di questo fenomeno si parla poco, tanto al centro quanto al nord. C’è la stessa sottovalutazione che per molto tempo si è avuta in Sicilia?

“Come recenti inchieste sembrerebbero far emergere, non soltanto la criminalità organizzata è presente al centro ed al nord, ma la stessa è addirittura cercata, coccolata, da settori della politica e dell’economia di quelle zone di Italia, per cercare voti o finanziamenti ad attività economiche locali. Sembra, in effetti, di vedere il centro ed il nord come il sud di qualche decennio fa…

Ma la collusione della mafia con la  politica sembra ridursi. Non è così per lei ?

“ Credo che mafia e politica siano cambiate entrambe, anche perché l’influsso nella politica e nell’economia è andato affievolendosi. Diciamo che vi è minore interesse reciproco. Ma..”

Ma?

“Direi che le zone grigie e i profili non limpidi permangono, non solo nei rapporti tra mafia e politica, ma anche tra antimafia di facciata e politica.

Non pochi, comunque, oggi, contestano minor tensione ,non solo nella politica ma anche nelle forze sociali, nell’azione di contrasto delle mafie. Vede questo anche lei?

“Mi sembra che ci siano due fattori, che potrebbero effettivamente indirizzare verso quella conclusione. ..”

Quali ?

“Da un lato, la scomparsa (per fortuna!) della mafia armata e militare, che certamente desta maggiore allarme sociale. Dall’altro, la triste stagione dell’antimafia apparente, alla quale ho accennato prima. Ma non vi è dubbio che non si deve abbassare la guardia e rafforzare una sana antimafia di condotte, oltre che di parole.

  1. Dalla Rognoni/La Torre in poi, numerose leggi sono state varate per favorire il contrasto. I risultati sono evidenti. Ma hanno funzionato tutte bene? Oppure si rendono necessarie modifiche?

“ Credo che la legislazione antimafia italiana sia la più completa ed efficace che vi sia, tanto che spesso ha fatto da apripista in altri Paesi. Ma gli strumenti normativi, alcuni dei quali durissimi, sono solo uno strumento. …”

Cos’altro serve ?

“ Serve  la volontà di abbandonare vecchi modelli e di camminare a testa alta: e per farlo dobbiamo essere in tanti, con i comportamenti quotidiani, senza delegare ad altri e a qualcos’altro il nostro percorso e la nostra stessa coscienza individuale e collettiva.”

LA MAFIA è favorita dall’economia in crisi e dai giovani che emigrano

Per Bartolomeo Romano, professore avvocato, la mafia cambia. Ce n’è di meno ed è diversa. E cambia la società , cambia l’antimafia. Lo dice chiaro nella prima intervista ( leggere di seguito a questo articolo ) . Solo che le sue pressioni restano forti.  A cominciare dall’ economia. Non crede ?

Bartolomeo Romano, avvocato in Cassazione, professore di diritto penale all’università di Palermo

“ Ci sono due differenti modi della criminalità organizzata per influire, illecitamente, sull’economia.

Il primo modo è quello più ovvio ed evidente: si tratta di svolgere attività intrinsecamente illecite. Penso, ad esempio, alla produzione ed al traffico di sostanze stupefacenti; al contrabbando di armi; al traffico illecito di rifiuti; allo sfruttamento della prostituzione…”

E il secondo ?

“ E’ quello più pericoloso, perché più subdolo….”

Cioè ?

“ Parlo dell’inserimento in attività apparentemente lecite, , sfruttando capitali illeciti e modalità mafiose. Penso alla gestione di catene di supermercati, alla gestione di patrimoni mobiliari e immobiliari, al settore del gioco e delle scommesse. “

Attività impossibili senza un consenso sociale. Su cui ci si divide. C’è chi sostiene si sia ristretto e chi lo vede , invece , ancora forte. Per Lei ?

“ Certamente il consenso sociale alla mafia si è ristretto. E l’esempio più significativo mi sembra l’allontanamento, la dissociazione, la presa di distanza di alcuni figli o parenti di mafiosi dal modello di vita dei loro genitori o parenti. Spesso riaffermano il loro amore o il loro affetto nei confronti di quelle persone; ma al contempo non vogliono ripercorrerne le orme “

Ristretto  o no, il consenso sociale alla mafia, nelle periferie e nei quartieri c’è ancora. Cosa lo determina?

“Come lucidamente ammetteva il Questore Cortese nell’intervista a questo blog

 la via repressiva nel contrasto alla mafia non basta…”

Cos’altro è necessario ?

“ Credo che occorra rafforzare la presenza di uno Stato amico, oltre quella – pur necessaria – di uno Stato nemico o, quanto meno, che agisce con la forza della legge e del contrasto al fenomeno criminale…”

Uno Stato amico ? Si spieghi 

“ Parlo da professore, da avvocato, ma soprattutto da cittadino: chi vive in condizioni di difficoltà sociale ed economica non deve neppure pensare che la mafia, l’ antistato, offra più opportunità, più lavoro, dello Stato, della parte della società sana e produttiva. ..”

Cosa nella quale ancora si crede da certi parti..

”Si. Qui il lavoro da fare è moltissimo. E la crisi nella quale il nostro Paese,  il meridione in particolare, versa ormai da decenni certamente non aiuta. Come non aiuta la fuga dei nostri giovani: quelle nuove generazioni libere dai vincoli e lacci della criminalità organizzata, che però va via, dolorosamente, dalla nostra Terra.”

E cosa si deve fare con chi resta ?

“ La mafia ha rappresentato per molti anni una sorta di stato parallelo, di società parallela. È quindi, certamente, un fattore che va affrontato con gli strumenti della cultura, dello sviluppo, della crescita sociale. La pur necessaria via del contrasto militare e giudiziario non è, né può essere, sufficiente.

1/ LA MAFIA E’ CAMBIATA E SI INABISSA

Nelle interviste fin qui condotte sulla mafia, il dato che conta  è questo. La mafia c’è, eccome, ma non è più un Moloch che soffoca la società. Tende ancora, eccome, la sua morsa. Ma la società respira, è più libera, si dissocia in una misura prima impensabile.

Bartolomeo Romano , avvocato di Cassazione, professore di diritto penale, già consigliere superiore della magistratura

E’ così anche per Lei ? Comincia da qui la conversazione con Bartolomeo Romano. I nostri lettori lo conoscono perché  collabora con questo blog. E’ professore di diritto penale all’università di Palermo. È  avvocato di Cassazione. É stato consigliere superiore della magistratura. Allora professore: è così anche per Lei ?

“ Mi permetta una preliminare precisazione, soprattutto dopo le sue interviste al dottor Cortese, Questore di Palermo, e al dottor Messineo, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo….” 

Prego“

Io, diversamente da loro, non ho informazioni di prima mano, non faccio indagini. Sono un professore di diritto penale che ha scritto un paio di volumi sul tema.  Sono un avvocato penalista e osservo..”

E cosa vede ? La mafia le appare ancora forte come un moloch per dirla con Renato Cortese ?

“Oggi, sembra quasi assente, qualcuno dice inabissata. Emergono, qua e là, vari fenomeni di criminalità organizzata, ma la presenza della mafia, anzi di Cosa nostra sembra minore…”

Sembra ?

”Quel che è certo è che sono venute meno le manifestazioni più violente della sua presenza, legate alla tragica stagione della mafia militare. E già un traguardo importante. Ma la mafia c’è ancora e si avverte…”

Infatti l’azione di contrasto è necessaria. C’è bisogno di antimafia, eccome..

“Appunto. Ma anche qui qualcosa cambia..”

Cosa ?

“Sembra essere tramontata la antimafia di facciata. Che ha prodotto gravissimi danni nel tessuto economico e nella stessa capacità della società a contrastare la mafia. E’ venuta meno, diciamolo pure, la fase militante. Siamo così a un paradosso.”

In che senso ?

“In presenza di una situazione apparentemente più calma, siamo pure in presenza di una fase più delicata e complessa.”

E dove  la mafia ha perso più forza? Negli assetti del suo vertice o nel consenso popolare?

“Io credo che il sangue versato dagli uomini e dalle donne delle Istituzioni, da comuni cittadini, da giornalisti e da esponenti della chiesa, in una parola dalle vittime della mafia, non sia stato versato invano…”

Quali effetti ha prodotto secondo Lei ?

“ La società è profondamente cambiata. Ricordiamo tutti , si negava che la mafia esistesse o che fosse un problema. Oggi le nuove generazioni sono più libere e consapevoli di quanto non lo fossero, nel complesso, quelle precedenti. Ma senza il sacrificio di alcuni non ci sarebbe la consapevolezza di oggi: a quegli uomini e a quelle donne dovremo essere, per sempre, grati. Facendo noi, oggi, la nostra parte.

(continua )