Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di ENRICO LA LOGGIA  (dibattito con articoli di PIETRO BUSETTA , ENZO GIAMBANCO , MASSIMO MANISCALCO, GIOVANNI PEPI )

Ed eccoci qui. Nuovo governo, nuovi ministri, nuove speranze etc. E però vecchie ipocrisie , vecchie affermazioni apodittiche, vecchie giustificazioni inaccettabili. Il sentimento che prevale in me è un senso di pesantissima pena . Non fare le elezioni ? E perché no  ? Se si fosse votato a metà ottobre e insediati le camere e il nuovo governo a metà novembre , secondo le scelte del popolo sovrano , non si sarebbe potuto fare la giusta manovra economica , evitare l’esercizio provvisorio, evitare l’aumento dell’iva e avviare per bene la nuova legislatura ?

 enrico la loggia, presidente commissione paritetica per l’attuazione dello statuto siciliano  

Un mese e mezzo non sarebbe stato sufficiente ? E allora per piacere smettiamola di credere alle bufale che ci propinano. La verità ? È difficile discernere . Un possibile risultato favorevole al centro destra ? E allora , anche se fosse stato, vogliamo togliere ai cittadini il potere di scegliere ? La prassi parlamentare utilizzata da Mattarella oggi e Scalfaro ieri , formalmente legittima , secondo la quale se c’è una qualsiasi maggioranza in Parlamento si può procedere alla formazione di un nuovo governo anche a prescindere da ciò che hanno indicato i cittadini ? Ma da decenni si sostiene che la costituzione materiale precede e si sovrappone a quella formale . E dopo avere modificato il sistema elettorale proprio con il “mattarellum” si  è sostanzialmente modificata la costituzione materiale dando un potere preponderante ai cittadini rispetto al precedente sistema proporzionale . Un potere di scelta non solo dei parlamentari ma anche del nuovo governo .Mi fermo qui sui tecnicismi e mi chiedo per concludere ma non è che in queste scelte non c’entra nulla di tutto questo e invece, come per Monti , c’entra qualche potere alieno ? A voi la scelta : Trilateral , Bilderberg , Massoneria???. Quali interessi influiscono sulle nostre scelte nell’ombra ? Se almeno si appalesassero  sapremmo da chi dipende la nostra vita e da chi dobbiamo difenderci.

PIETRO BUSETTA  

Sono favorevole al Conte bis! Per molti motivi. Il primo che l’alternativa del voto è sempre traumatica. A maggior ragione dopo meno di due anni. Per ritrovarci poi con gli stessi problemi perché la maggioranza che voleva il bulletto di periferia non la avrà mai. Il secondo perché la situazione economica che hanno lasciato è talmente compromessa che è necessario riportare il Paese in un percorso virtuoso, dopo le due esperienze positive, anche se non comprese, di Renzi e Gentiloni!

 pietro busetta , statistico e scrittore, autore de “il cccodrillo si è affogato

Le due forze 5S e PD possono essere una buona accoppiata! Perché la capacità di innovazione del movimento, contenuta dalla esperienza del Pd , può portare a risultati positivi! Perché che ci voglia un cambiamento nella politica economica di questo Paese è chiaro a tutti! Ma che bisogna mettere al centro il Mezzogiorno non lo è altrettanto! Una forza radicata al Sud come i 5S possono far pendere il pendolo dalla parte giusta una volta che i cialtroni dei leghisti sono ritornati nei bar dello sport!  Un pugliese di origine come Conte può imporre, ora che avrà una posizione più di forza, di riprendere l’infrastrutturazione tanto da dichiarare: se fosse per me farei pure il ponte! Bisogna stare attenti ai massimalisti del Pd che con Zingaretti hanno ripreso forza , ma certo è una scommessa che si può vincere!

Tu dici che non sempre ciò che è lecito è opportuno. Zingaretti, tra i cinque punti, ribadisce la linea del parlamentarismo e delle democrazia rappresentativa. Contro i propositi di quella “ democrazia diretta “ ,cara ai Cinque Stelle. Il populismo , lo sappiamo , pensa a un popolo senza parlamento. Cosa non buona. Ma ora si naviga verso un parlamento senza popolo . Cosa non migliore ! così nel tuo commento alla nascita di questo governo! Capisco le tue riserve rispetto ad un Governo che verrebbe  sostenuto da un Parlamento senza popolo! Ma immagina se dovessimo votare ogni volta che la “pancia” del cosiddetto popolo cambia bandiera! Il Parlamento viene eletto per cinque anno e gin quando vi è una maggioranza il Governo che ha la fiducia ha tutta la legittimazione! Lasciamo ,please, agli incolti ed al bullo del bar dello sport il mantra del governo o capo del governo non eletto. Chiediamo insisto ,  che metta al centro il problema/opportunità del Mezzogiorno perché  non è più tollerabile che la nostra area si stia desertificando dei nostri giovani ed il nostro patrimonio immobiliare si stia conseguentemente svalutando! Ed in ogni caso qualunque governo democraticamente individuato non può che essere migliore di quelli del centro destra/lega nord che hanno massacrato il Sud e di quest’ultimo caduto malamente!

ENZO GIAMBANCO

Caro Giovanni, non ci si può stupire di quanto era prevedibile e previsto . Il Governo uscente fondava il famoso contratto sulla acquiescenza di entrambi i contraenti alle esigenze elettorali dell’altro. Uno populista, quindi assistenzialista per forza, e l’altro sovranista, animatore di paura del diverso, il modo più idiota ma collaudato di catturare consenso.

 enzo giambanco, medico, già residente della società italiana di ginecologia

da discutere, da valutare quindi , ma solo esigenze da soddisfare ad ogni costo, che hanno cozzato solo contro la TAV. Acqua passata. Ora è importante che i due che hanno concordato un programma (ed è  un successo) si concentrino sulle soluzioni del problema n.1, il lavoro, soprattutto con attenzione al Sud e in particolare alla Sicilia che, come scriveva ieri Lelio Cusimano, ne è la più bisognosa. Rivalutare la applicazione del reddito di cittadinanza non può essere un tabù neppure per i 5stars, perché se servirà solo ad incrementare il lassismo sociale e familiare, a promuovere lavoro nero, alla fine non pagherà neanche per loro. Dobbiamo sperare, che altro ci resta?, che il Maestro Conte sappia indirizzare gli studenti, anziani e novizi, alla concretezza, quella che alla fine il consenso lo produce, magari di testa e non di pancia. Incrociamo le dita!

GIORGIO TRIZZINO

Caro Giovanni, rispondo a Pasquale Hamel ( articolo che segue ndr) a proposito della sua riflessione sull’attuale crisi politica e sul suo disappunto sulla possibile alleanza M5S – Pd, tentando di ripercorrere le tappe che ci hanno portato a questo punto. Una premessa va tuttavia fatta  e riguarda la necessità che in questa fase delicata della storia del paese non bisogna reagire impulsivamente e per questo bisogna essere chiari nell’analizzare la realtà.

 giorgio trizzino, deputato Cinque Stelle

L’attuale legge elettorale non consente in alcun modo che un solo partito possa da solo raggiungere la maggioranza assoluta dei voti e per questo l’unico modo per fare un governo è trattare con le altre forze politiche. Poiché Salvini ha dimostrato di essere inaffidabile ed ha tradito il contratto di governo, l’unico partito con cui il M5S avrebbe potuto trattare dopo aver vinto le elezioni si chiama PD. Le uniche scelte possibili come Hamel   ipotizza erano quindi:  1) Andare nuovamente a votare dopo appena 24 mesi e spendere 500 milioni di euro degli italiani, avviare l’esercizio provvisorio, far aumentare l’IVA al 25% e dopo riproporre una nuova alleanza con il PD per tentare di fare un accordo di governo; 2) Oppure non spendere 500 milioni, non far aumentare l’IVA al 25%, non gettare l’Italia nel caos ma sedersi subito al tavolo con il PD per tentare di fare un accordo di governo. Cosa conveniva di più all’Italia? Quale ragionamento può avere fatto il Presidente della Repubblica? Io sono per la seconda ipotesi che sono convinto è quella di buon senso in attesa di riconsegnare agli italiani una nuova legge elettorale che sia veramente equa. Caro Pasquale Hamel oggi è facile dire che non si condivide l’accordo tra Pd e Movimento e che è meglio tornare al voto, ma è in questo modo che facciamo l’interesse del nostro Paese?  Votare oggi significa nella migliore delle ipotesi ricreare le stesse condizioni ed equilibri attuali, ma nella peggiore delle ipotesi vuol dire consentire a questa destra reazionaria di impadronirsi del paese e governarlo con i tanto ambiti ‘pieni poteri’.  È questo che vogliamo?

MASSIMO MANISCALCO 

Ciao Giovanni. Seguendo SE E’ COSI in questi giorni di crisi di governo, consentimi qualche riflessione. Anche per puntualizzare. Intanto osservo che qualunque cosa  gli addetti ai lavori avessero desiderato, la stupenda risposta dei cittadini alle sei ore di diretta RAI dal Senato in termini di share ha rinverdito i fasti dell’Agora’ ateniese, inviando segnali di interesse alla partecipazione che gli interessati attenti faranno bene a non sottovalutare. Ad majora.

 massimo maniscalco, imprenditore 

Quanto alla tua considerazione in TACCUINO che ripeti qui sotto su parlamento e popolo, ritengo che un popolo senza parlamento è’ più’ folla che comunità’; un parlamento senza popolo non ha ragione di esistere e sarebbe autoreferenziale ed autoriproduttivo. Vedo poi sullo STATO DELLE COSE ( qui ) che fai il punto sulla c ondizione del Sud e ricordi che Il Mezzogiorno , per raggiungere  il nord , ha bisogno di tre milioni di posti di lavoro. Penso che alcuni potrebbero essere reperiti tra realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina in Project Financing, la perimetrale della Sicilia in alta velocità’ ferroviaria, l’indotto di entrambe le realizzazioni in un arco temporale medio: il tutto integrato da una rapida definizione della Nord/Sud: opera integralmente finanziata alla cui dotazione si è’ attinto per erogare gli stipendi ai Forestali: “ORRORE!!!!!!!”

ENZO GIAMBANCO

Caro Giovanni. Ho letto nel tuo TACCUINO la nota su “parlamento senza popolo qui La tua considerazione si iscrive nel libro dell’etica non della politica . Ambiti separati e anzi indipendenti, come ci ha insegnato Machiavelli ed applicato al meglio Tayellerant, al governo con la Rivoluzione, con Napoleone e con la Restaurazione. Oggi si pone un problema prioritario: bloccare le velleità machiste di Salvini. Il resto viene dopo ed è meglio se il sudato aspirante dittatore rimane a lungo in freezer. La preoccupazione semmai è che i giochini interni ai due schieramenti (giallo e rosso, posto che il PD lo sia ancora) non finiscano per porre in secondo piano il vero obiettivo dell’ipotetico nuovo Governo. Quindi , per questa volta e solo per questa, anteponiamo la politica alla morale e turiamoci ancora una volta il naso. Sempre che bloccare Salvini non sia in fondo anche morale.

di PIETRO BUSETTA

Perché adesso è giusto dare un appoggio esterno ad un governo di salvezza! La differenza tra l’inizio della legislatura ed adesso è che i cinque stelle sono stati ridimensionati e riportati a più miti consigli! E si sono resi conto della pericolosità del bullo padano! Per cui un governo di scopo, si vedrà se di legislatura, può essere l’unico modo per evitare la deriva fascista antieuropea del bullo ignorante di periferia!

 pietro busetta, statistico e scrittore

che metta in salvo i conti di un Paese lasciato nelle macerie ( crescita zero, Mezzogiorno in recessione, spread oltre 300, posti di lavoro in diminuzione, industria ferma! ). I cinque stelle potrebbero essere il grimaldello per eliminare quella classe dominante estrattiva, presente nella destra pronta all’accordo con Salvini ma anche nella vecchia sinistra di apparato nel Sud. Finora sono stati inaffidabili perché assistenzialisti, no tutto, e giustizialisti! Se perdono questa caratteristica dopo 14 mesi di governo e le sconfitte subite anche a livello elettorale, possono essere una delle forze che si può intestare lo sviluppo del Mezzogiorno, quasi un partito del Sud, con il reddito di cittadinanza ma anche con l’obiettivo di infrastrutturare il Mezzogiorno compreso il ponte di Messina e di ristabilire le giuste proporzioni tra risorse da destinare al Sud ed al Nord! Saranno capaci i grillini a rifondare se stessi ed utilizzare la loro spinta al cambiamento per intestarsi una nuova stagione per il Sud? Lo speriamo! Del resto il Sud ascaro cerca di individuare il carro del vincitore per saltargli sopra! La classe dominante estrattiva senza il potere muore! Per questo più che autonomia serve un centralismo europeo, che obblighi a determinati passi indispensabili per creare occupazione e sviluppo! Non può lo stesso malato sottoporsi all’intervento di espianto del tumore! Con l’autonomia si pretenderebbe questo! E lo stesso Stato centrale è complice e quindi inadatto a sostituirsi alle classi dominanti locali! Solo l’Europa con normative chiare può salvarci! Altrimenti resteremo la regione delle banane

PASQUALE HAMEL

“E’ mai possibile che sull’Italia di oggi pesino ancora i problemi istituzionali irrisolti del secondo dopoguerra ? Una domanda che, purtroppo, trova una risposta positiva. L’Italia di oggi, come l’Italia di ieri, non riesce ancora ad uscire da quei condizionamenti e, pare, caparbiamente rifiutare ogni possibilità di dare un taglio al passato per guardare decisamente al futuro. Non è, infatti, un caso che lo scoglio istituzionale, sul quale si è infranto ogni progetto di riforma, resti saldamente piantato in mare senza temere le offese delle tante burrasche e lo scorrere del tempo. E’ soprattutto la governabilità il tallone d’Achille del nostro sistema istituzionale, di fronte ai tentativi di garantire la governabilità modificando sistemi elettorali o istituzionali, la retorica del passato che incombe tira fuori le solite invettive contro il  decisionismo,  contro l’emergere dell’uomo solo al comando, contro l’autoritarismo per arrivare al pezzo forte: il revival del pericolo fascista. A tutto questo poi, a partire dalla metà degli anni novanta , del secolo scorso, si è aggiunta a supporto  l’azione della magistratura con interventi che evidenziano un chiaro straripamento del potere. Insomma, tutto un complesso di fattori di freno che si scarica anche sul percorso del nostro Paese rendendo la nostra democrazia fragile e instabile e, in ogni caso, incapace di allinearsi al resto delle democrazie occidentali. “

GIOVANNI PEPI

Gianfranco Pasquino, grande politologo, fin dalle prime battute di questa crisi di governo, ricorda le ragioni del parlamentarismo. Il popolo elegge il parlamento e nel parlamento si formano maggioranze e governi i quali al parlamento devono dar conto. Non ad altri.

 Non siamo nell’altro mondo adesso. Scrive: “Al Parlamento il governo deve rispondere dei suoi comportamenti: del fatto, del non fatto, del fatto male. Quel parlamento ha il potere di porre termine all’esistenza del governo, ma anche di trasformarlo attraverso rimpasti e persino semi-ribaltoni. Si fa così dalla Germania alla Spagna fino alla madre di tutte le democrazie parlamentari: la Gran Bretagna….” qui Ha ragione. Ma un rapporto tra parlamento e popolo elettore i gruppi parlamentari devono sentirlo come dovere politico. Invece adesso appaiono spregiudicate certe capriole. Per fare qualche esempio. Renzi non voleva prendere neppure un caffè con i Cinque Stelle, oggi vuol sedervisi a pranzo. Solo che i Cinque Stelle non hanno cambiato il menu. Dicono e pensano oggi le stesse cose di ieri quando il leader fiorentino assolutamente li avversava. Perché è possibile oggi ciò che non era possibile ieri ? Semplice . Perché oggi gli serve una intesa per evitare le elezioni e conservare seggi e posizioni di vantaggio nei numeri. Dunque ragioni di potere e di bottega prevalgono oggi su idee e valori in nome dei quali si chiedevano e si ottenevano ieri i voti del popolo elettore. Grandi capriole anche dai Cinque Stelle ovviamente. Sono altro da Renzi, dicono , vanno con il pd ma non con lui. Solo che la maggioranza parlamentare del Pd fa capo a lui, alle sue visioni alle sue idee, le stesse contro i quali i Cinque Stelle hanno chiesto e ottenuto non pochi consensi alle urne. Il Pd sa bene che è a un passo ardito e trova l’unanimità su cinque punti di programma . Nel presentarli il segretario Nicola Zingaretti da un giudizio esplicito sul passato: “Ieri è caduto il 65esimo governo dell’Italia, uno dei peggiori della storia della Repubblica…” qui Solo che quel governo non è accidente o incidente ma fortemente voluto dai Cinque Stelle, non meno che dalla Lega, contro i quali il pd , dal parlamento , orientava elettori e militanti che ne stavano fuori. E’ semplice far capire oggi che una alleanza è possibile dopo le frontali contrapposizioni  dei mesi scorsi.?  E non deve contare qualcosa il voto del 4 marzo di un anno fa. Il pd protagonista del governo uscente chiedeva il voto per governare ancora. Il popolo elettore gli ha detto no votando in maggior misura per altri. Ora ritorna al governo e gli elettori non debbono dir nulla ? Troppe capriole pare. Non illecite, certo. Del tutto conformi alle linee del parlamentarismo come giustamente  Gianfranco Pasquino ci ricorda. Ma non sempre ciò che è lecito è opportuno. Zingaretti, tra i cinque punti, ribadisce la linea del parlamentarismo e delle democrazia rappresentativa. Contro i propositi di quella “ democrazia diretta “ ,cara ai Cinque Stelle. Il populismo , lo sappiamo , pensa a un popolo senza parlamento. Cosa non buona. Ma ora si naviga verso un parlamento senza popolo . Cosa non migliore

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