Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

 se nel turismo

Anche se nel turismo ci sono segnali di ripresa…

( La Sicilia dei partiti pensa alle elezioni. Dei problemi che i cittadini vivono, fra disagi e incertezze, non si parla.  Ne scrivevano mercoledì scorso Lelio Cusimano e Giovanni Pepi. Filippo Ribisi , presidente di Confartigianato Sicilia, interviene nel dibattito con questo articolo)

di Filippo Ribisi

E’ di qualche settimana il rapporto Svimez che ancora una volta bastona la Sicilia e come sempre lo dice a chiare lettere. Nei giorni scorsi abbiamo anche letto i dati Istat che ci dicono che l’Italia cresce, anche se meno dell’Europa, ma certamente più della Sicilia.  Proprio tali  rapporti mi hanno suggerito alcune riflessioni che vorrei condividere con chi segue questo interessante tavolo di confronto. Nel Sud si cominciano a sentire i venti della ripresa; perché la Sicilia rimane il Sud del Sud? Anche se il turismo e l’agricoltura mandano dei timidi segnali di ripresa, andiamo sempre peggio degli altri. Nel 2016 ci si era illusi che il mezzogiorno cresceva più del Centro Nord, adesso il rapporto di nuovo si inverte. A dire il vero, in un intervento sul Giornale di Sicilia del 11 Agosto 2016, abbiamo fatto notare che, l’ottimismo che seguiva alla pubblicazione dei dati Svimez dello scorso anno era eccessivo, in quanto i dati erano stati condizionati da fattori contingenti. Non dimentichiamo che negli ultimi sei mesi del 2015, aveva influito in maniera massiccia la spesa relativa ai fondi europei 2009/2013, spesa, specie per le infrastrutture,  concentrata proprio in quel periodo.  Anche l’aumento della spesa turistica è stato certamente condizionato dagli eventi che si sono susseguiti nei Paesi del Mediterraneo.

Con ciò non voglio dire che siamo bravi solo per demeriti altrui, però è innegabile che ancora non si riesce a fare una seria politica di sviluppo e di visione per uno sviluppo possibile della nostra isola; Non si riesce a fare rete tra le diverse forze che dovrebbero  aiutare tale sviluppo. Proprio un anno fa, in quell’articolo citato,  feci una proposta al Governatore Crocetta, dove chiedevo di costituire un osservatorio che monitorizzi la spesa per  intervenire nel momento in cui questa avesse degli intoppi al solo fine di trovare le soluzioni più immediate per superarli.  Ad un anno di distanza, mi pare che questo osservatorio non sia stato costituito, i primi bandi per le imprese stanno partendo in questi mesi, e in questo anno la spesa per i lavori pubblici e per le infrastrutture è rimasta al palo, con i danni che derivano da un’economia bloccata per un anno.

Inoltre, non mi pare che sul versante turismo vi sia stata una chiara politica che indichi la direzione verso la quale si vuole andare. Sulla valorizzazione dei  Beni Culturali, rispetto al resto del Paese siamo ancora con una gestione     che non mette al primo posto il turista, ma il mantenimento di vecchi privilegi. Non si riesce neanche a copiare quello che di buono sta realizzando il Governo centrale. Non riescono neanche a valorizzare bene i tanti Borghi famosi più per la pubblicità in qualche trasmissione televisiva che per una vera politica di valorizzazione di questi tesori. A parte qualche caso quale possono essere Palermo o Catania, o alcuni centri che di eccellenza lo sono a prescindere e  che hanno investito sul turismo, come delle serie politiche locali, non mi pare che vi sia una politica regionale condivisa che vada in quella direzione. Se a tutto questo aggiungiamo tutti gli intoppi burocratici che ostacolano i processi di sviluppo delle nostre imprese, rispetto quelli delle Regioni “non speciali”, allora penso sia facile darsi la risposta al perché rimaniamo il “Sud del Sud”.In tutto questo che fa la Politica? Noi vorremmo che ci desse una risposta, che ragioni con la gente su che progetto di futuro si voglia per questa terra: Come! Perché il come, ci serve a capire con che provvedimenti si intende governare, se si vuole uno sviluppo che salvaguardi il paesaggio e l’ambiente, se si vuole continuare a mandare i rifiuti da qualche parte, magari per fare arricchire altri Paesi, o si intende andare verso un serio smaltimento e riciclaggio degli stessi, con una gestione interna che porti vantaggi piuttosto che costi. Se si intende fare politiche che favoriscano chi vuol fare seriamente impresa, o si vuole perseverare nelle politiche di assistenzialismo, talvolta mascherato come reddito di cittadinanza, talvolta come foraggiamento di Enti di formazione che servivano solo ai formatori, o con incoraggiamento di sacche di precariato continuo. Questo interessa ai cittadini e alle imprese e  non solo porsi il problema di quale candidato è in grado di vincere le elezioni. Anche perché non sempre riusciamo a comprendere come si intenda governare dopo averle vinte. Non si riesce a comprendere perché una Regione che ha poteri speciali , non va meglio di quante non hanno questi poteri. Se i poteri speciali servono solo alla classe che li esercita e non servono ai cittadini ed all’economia di questa Regione, non sarebbe ora di cominciare a farci una riflessione sull’utilità di questa autonomia? Io vorrei invitare, serenamente e senza polemiche, i candidati alle prossime elezioni, a ragionare su questi temi, ed a porsi queste ed altre domande. Chissà, magari potrebbero arrivare delle risposte interessanti.

( Per verificare dati e valori della questione siciliana, puoi cliccare in home page la sezione Lo Stato delle cose )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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