Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di LELIO CUSIMANO

I Siciliani hanno sempre guardato al Centro-Nord come a un traguardo lontano ma da raggiungere, ben consapevoli del divario esistente tra l’Isola e quella parte del Paese. Ma , da dieci anni , il divario con il Nord si è ulteriormente ampliato e ora la Sicilia risulta staccata anche dal resto del Mezzogiorno. Leggendo , su questo blog, le interviste all’assessore Gaetano Armao ( qui ) ho qualche considerazione da fare.

 Lelio Cusimano, giornalista ed economista 

Sono molte e gravi le responsabilità politico-istituzionali; su tutte, però, grida vendetta – nel senso politico del termine – la grave mancanza d’infrastrutture: dalle strade alle ferrovie, dagli edifici scolastici ai porti, dalle fognature ai depuratori, dalle autostrade alle reti elettriche. La povertà d’infrastrutture è smisurata; rispetto alla prima regione europea (Ile de France), la Sicilia raggiunge appena il 13% della dotazione infrastrutturale. In estrema sintesi, sono tre le criticità che condizionano la realizzazione di un’adeguata rete infrastrutturale in Sicilia. Prima, non siamo usciti dall’equivoco dei fondi europei; questi non sono mai stati realmente “aggiuntivi” ma soltanto sostitutivi dei fondi nazionali e regionali. Chissà, per esempio, perché le ferrovie in Sicilia si fanno con i fondi europei e in altre regioni, invece, con i fondi statali. Seconda, il disinteresse per la Sicilia da parte dello Stato trova una drammatica conferma nei pochi fondi disponibili. Nel Centro-Nord la spesa pubblica per infrastrutture è di 300 euro procapite. Nel Mezzogiorno è di appena 100 euro procapite. Terza, in Sicilia i tempi di realizzazione delle infrastrutture sono biblici. La Sicilia presenta una delle peggiori performance, con una media di 5,3 anni, oltre il 20% in più del valore medio nazionale. Le infrastrutture dovrebbero rappresentare un obiettivo strategico nell’azione di qualunque Governo, eppure restano impantanate nelle maglie della burocrazia e nelle difficoltà del bilancio pubblico. Sembra sfuggire a molti che le infrastrutture producono ricchezza nel momento in cui si realizzano e continuano a produrre ricchezza anche negli anni successivi alla loro realizzazione. “Senza investimenti non c’è lavoro, senza lavoro non c’è crescita, senza crescita non c’è futuro” ( Forum Ambrosetti )

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