Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

Sorride, non nasconde orgoglio Angela Tripi.  L’opera è finita. Il suo Arco di Costantino ha preso il volo. Avrà esposizione permanente nel museo andaluso che ospita i presepi del mondo e che questa opera ha voluto insieme a un presepe realizzato da lei. 

Un successo internazionale, l’ennesimo, di questa artista di  cui, a Palermo, non sempre ci si ricorda e , talora , ci si dimentica. Siamo a un affresco d’epoca, un monumento , per di così, in miniatura. Quasi quaranta figure posate in una struttura di legno e terracotta ,madri con neonati dagli occhi vivissimi, uomini in tuniche eleganti , contadini e soldati. Poi il pezzo forte, il passaggio  trionfante dell’imperatore che diffuse il Cristianesimo .e pose fine alle persecuzioni, in una biga maestosa, trainata da quattro cavalli, con un seguito di militari armati di elmo e lancia. Sorride Angela Tripi  e commenta con poche parole la cosa. Poi torna alle sue creature di terracotta ( clicca ), nella bottega/laboratorio che guarda la cattedrale, tra sagome nude negli scaffali che aspettano da lei colori ed espressione, come le tante statuine già esposte, donne e uomini di popolo, signori arabi dai preziosi turbanti, vecchie bellissime, fanciulle incantevoli, dame eleganti, ragazze modeste.  E cavalli cammelli, pecore, agnelli, galli cani . Un universo muto in cui epoche scomparse quasi ritrovano anima e parola (gp

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