Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

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( Rosario Schicchi, direttore dell’Orto botanico di Palermo )

 

LE CRONACHE DALL’ORTO…. di GIOVANNI PEPI

Da un cocktail di tre piante può nascere un farmaco formidabile contro i calcoli renali. Una pratica antica. Tutti i giardinieri dell’Orto Botanico la conoscono. Anche il professor Rosario Schicchi, direttore del giardino di via Lincoln, l’ha appresa da loro. “ Si, l’ho conosciuta qui. Non in campagna.” Essendo la campagna, per un botanico, spazio preferito di osservazione e di studio. E dispone nel bel tavolo bianco del suo ufficio tre ciuffi di foglie. La prima è la Withania. diffusa nelle indie, in Africa e nel Mediterraneo, ma esemplari di questa specie si trovano anche nel nostro Monte Pellegrino. Sono arbusti con foglie ricoperte da corti peli, di un verde cupo e grigio, percorse al centro da nervature forti che richiamano la spina dorsale di un pesce. Sono immunostimolanti, antinfiammatorie e diuretiche, chi le prende aumenta la resistenza e la facoltà di adattamento in condizioni diverse di ambiente. Al centro ci sono quelle della stracciabrache, graziose e piccole, di un verde vivido e scuro, usate anche, nel settecento, per curare la sifilide. Poi le foglie dell’arancio amaro, proveniente dal sudest asiatico, lunghe e ovoidali, lucenti, seducenti come latta verniciata, hanno proprietà antimicrobiche e sedative. Qualità diverse e complementari che, messe insieme, danno vita all’efficace farmaco che favorisce l’espulsione dei calcoli.

Schicchi descrive una ricetta semplice e rapida. Due litri di acqua per discioglierle, dieci minuti a bollire, poi raffreddamento, filtrazione e conservazione in frigo, tre bicchieri al giorno, ed è fatta. Di piante medicinali l’Orto è popolato. Del resto la sua nascita è legata ad esse.  Intere generazioni hanno studiato i medicinali dal verde nelle aule del Gymnasium, l’architettura maestosa che ancora troviamo all’ingresso dello spazio di via Lincoln. Mi chiedo e chiedo a Schicchi se queste funzioni medicamentose di foglie e fiori non possano ( o debbano ) essere di nuovo apprezzate e valorizzate. Se non sia utile rilanciare forme di collaborazione tra Orto e facoltà mediche. Per dare al Giardino, simbolo di Palermo, una utilità sociale che si incrocia con la bellezza. Schicchi annuisce e non dice. La cosa gli piace ma l’idea non sembra all’ordine del giorno, servono tempi lunghi. Intanto si può constatare e ripetere: le piante fanno agli uomini più bene di quanto da loro non ricevano. Le piante possono far nulla per cambiare le cose. Gli uomini potrebbero molto e fanno poco.

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