Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

L’0SPITE….GIUSEPPE VENEZIANO

  La mostra in corso al Museo di Palazzo Riso a Palermo, si chiude domenica 12 maggio. Abbiamo chiesto un articolo all’autore e lo ringraziamo per aver accolto il nostro invito.  Cliccate qui , o sulla foto per vedere le altre immagini delle opere esposte

 giuseppe veneziano

Come molti spettatori del mio lavoro, anch’io mi ritrovo spesso dall’altra parte della barricata, a vedere e riflettere sulla mia produzione artistica come se non ne fossi l’autore. In effetti, nel momento in cui una tua opera esce dallo studio non ti appartiene più.

Chiunque può darne una propria interpretazione. Da parte dell’autore ci sono delle intenzionalità iniziali che si perdono, man mano che l’opera si dissolve nella comunicazione. Nelle mie opere sono ricorrenti personaggi delle favole e dei fumetti. Molti mi chiedono come mai uso questi personaggi. La risposta , solitamente, è disarmante e scontata: “perché sono i personaggi che conosco meglio”. Un artista , per essere sincero con se stesso e con il proprio lavoro, deve parlare di argomenti che conosce bene e che hanno nutrito le sue passioni. Biancaneve è un personaggio che appartiene alla mia infanzia, ma anche durante l’adolescenza è rimasto sempre presente, sotto un’aspetto, sicuramente, più pruriginoso. Spesso la ritraggo in situazioni che raccontano il suo privato, in atteggiamenti che non ci saremmo mai aspettati. L’idea di dissacrarne la sua aurea iconografica, di raccontarne e rivelarne i suoi aspetti più segreti, mi ha sempre intrigato.

Sono per un’ arte che racconta delle storie che inducono lo spettatore a riflettere su tutto ciò che lo circonda. Ho maturato, durante gli anni dell’Università a Palermo, grazie all’esperienza lavorativa con il “Giornale di Sicilia” sotto la direzione di Giovanni Pepi, un dialogo quotidiano con i fatti di cronaca perché allora il mio compito era quello di sintetizzare la notizia in una vignetta. Questa attitudine di raccontare la realtà attraverso una sintesi ironica e dissacrante, penso sia un’eredità che mi porto da quella esperienza. La mia propensione al pop, penso sia un fatto naturale, in quanto sono cresciuto dentro una cultura popolare influenzata dai simboli del consumismo americano. Però, quella che toccavo e vedevo realmente durante la mia crescita artistica, era la cultura del folclore siciliano con le sue tradizioni narrative e i suoi colori a tinte forti. Ho sempre ribadito che il mio pop è influenzato più dai carretti siciliani che dalla pop art americana.

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