PITRONE

Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIANFRANCO JANNUZZO

E‘ attore e regista. Nato ad Agrigento, Si trasferisce a Roma con la famiglia nel l967. .Durante gli studi universitari frequenta il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche, diretto da Gigi Proietti. Ha recitato e diretto i maggiori personaggi del cinema e del teatro e della Tv:. Da Falqui a Garinei. Da Bramieri a Valeria Moriconi, a Rossella Falk.

L’ultimo libro di Susanna Schimperna e’ forse il più coraggioso di questa straordinaria scrittrice. Affronta uno dei grandi tabù (e tabù da sempre): il suicidio. Si intitola “L’ultima pagina” e racconta di venticinque scrittrici o scrittori che si sono tolti la vita. Alcuni notissimi: Cesare Pavese, Ernest Hemingway Virginia Woolf sono tristemente diventati sinonimi di suicidio… altri sconosciuti o assolutamente inimmaginabili .. Non sapevo, per esempio, che Emilio Salgári si fosse ucciso, povero in canna per di più….. L’Autrice ci costringe ad interrogarci sul senso della nostra esistenza… cosa avremmo fatto noi in quelle circostanze? L’abbiamo mai preso in considerazione, magari in un momento di sconforto, di crisi, di disperazione? Quanto il nostro credo, la nostra religione possono influenzare le nostre opinioni in proposito? Ombretta, mia moglie che l’ha letto prima di me sostiene che in Susanna non c’è mai compiacimento o men che meno morbosità… non esprime un giudizio. Racconta! Il buon vecchio Seneca diceva che:“La morte ci spaventa perché, mentre sappiamo che cosa c’è nella vita, ignoriamo quello che ci attende nell’al di là e abbiamo orrore dell’ignoto…” e quindi togliersi la vita è coraggio o vigliaccheria? La società ( ce lo ricorda la stessa Schimperna) lo ritiene inaccettabile. Tende a rifiutare se non addirittura a occultare, condannare e manipolare il fenomeno.

Ma il pericolo più grande e’ la sottovalutazione : abbiamo raggiunto paesi come la Svezia o la Norvegia quanto a numero di suicidi giovanili. E non se ne parla. Non abbastanza. I ragazzi si anestetizzano con alcool e droghe , vivono di notte , si stordiscono nelle discoteche e se chiedi loro di cosa soffrano ti rispondono: “Boh”? Non sanno come chiamare questo disagio, questa irrilevanza sociale, questa mancanza di identità’… una volta nelle tribù si educava attraverso i racconti, i miti …con cui si distingueva il sacro dal profano, il giusto dall’ingiusto, il bello dal brutto. Nella mitologia greca, gli dei impersonavano il potere, la bellezza, la sessualità, l’ intelligenza, l’aggressività’ la follia. Così’ si sono sempre “imparati” i sentimenti. ( Cito il filosofo Galimberti) Noi, oggi, non abbiamo più miti. Però abbiamo quell’immenso patrimonio, che si chiama letteratura. Un patrimonio dal quale potremmo imparare che cosa sia il dolore, che cosa sia la gioia, che cosa l’amore, la noia, il suicidio, la speranza, il coraggio….un patrimonio che, Susanna Schimperna, la mia Amica Susanna Schimperna ( perdonate la botta d’orgoglio) dimostra di conoscere molto bene. Il libro e’ una sfida, un colpo allo stomaco, una provocazione. Stimolante peró….Arguto, profondo, intelligente. Lo offre ai Suoi lettori: se ne prende atto, se ne discute, se ne ragiona per capire o per esorcizzare poco importa… In questo Susanna, Romanissima, e’ molto Siciliana: Non se ne parla mai per banale paura della morte ma per nobile attaccamento alla vita! Grazie Susanna!