Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

L’INTERVISTA….. a CALOGERO PUMILIA

di GIOVANNI PEPI 

 La migrazione è inarrestabile. Nel mondo, secondo International Organization for Migration , sono 244 milioni le persone che vivono in un luogo diverso da quello in cui sono nati. (QUI ) Quasi …

il doppio rispetto agli anni 90. Si fugge dalla fame, dalla guerra, dalla sete. Inarrestabile . E quando si parla di migranti è facile il ricordo che migranti siamo stati noi nel dopoguerra. Questo è vero.

Che quindi possiamo capire quello che i nostri antenati hanno vissuto, Questo è meno vero.Quegli annisono raccontati in un bel libro di Calogero Pumilia( Ti la scordi l’’America !Aulino editore ) La differenza mi sembra questa. Ieri il fenomeno era governato. Oggi no . E’ così ?

“Si. Era governato attraverso il controllo degli Stati di partenza, muniti di anagrafe dei propri cittadini, di uffici che rilasciavano i passaporti, di agenzie di navigazione. Naturalmente non si attraversava l’Oceano con i barconi. L’emigrazione era assolutamente controllata

Quanti si spostarono dall’Italia agli Usa ?

“L’emigrazione dall’Europa verso le Americhe iniziò a metà del XIX secolo, assumendo dimensionienormi, fino agli anni ’20 di quello successivo. In più di 4 milioni,un decimo di tutti gli europei, gliitaliani, raggiunsero gli Stati Uniti e la maggior parte di loro rimase, affrontando le enormi difficoltà dell’integrazione.”

Quali ?

“Spesso la discriminazione razzista, accettando i lavori più umili e meno retribuiti e, tuttavia, contribuendo allo straordinario sviluppo di quel paese.

Quale era il primo passaggio procedurale. Il richiamo da lì o l’istanza da qui ?

“I primi emigraticostituirono una sorta di testa di ponte al quale si aggrapparono quanti li seguivano nello stesso percorso. Nei decenni che vanno dal 1880 al 1924 non c’era la necessità di un atto di richiamo. Bastava il passaporto per il rilascio del quale si occupavano gli agenti e i subagenti di viaggio – una sorta di scafisti dell’epoca – che intercettavano la voglia o il bisogno di quanti volevano partire.”

Si partiva per trovare un lavoro, o quando era certo che il lavoro c’era ?

“Si andava via certi che un lavoro, nell’edilizia, specialmente legata allo sviluppo urbanistico delle grandi città o nella costruzione delle ferrovie, si trovasse, aiutati da chi era già in America o dai “boss” che spesso, attraverso banche italo-americane mettevano a disposizione i soldi per il viaggio e legavano i migranti alla restituzionee al compenso per il sostegno che poteva riguardare il ruolo di interprete, di protettore, d’agenzia di collocamento, di gestione di negozi nei quali erano costretti ad acquistare i beni di consumo. “

Perchè si partiva?

“La spinta maggiore era la miseria che si aggravò , in Sicilia e nel Sud , nell’ultimo ventennio del XIX secolo a causa di una prolungata siccità e principalmente come effetto della guerra dei dazi che oppose l’Italia alla Francia, alla Germania e all’Inghilterra, penalizzando l’esportazione dei prodotti agricoli, vino e olio in particolare.

Con conseguenti rivolgimenti politici anche in Italia.

“Certo. Furono le condizioni che determinarono la formazione dei “Fasci” e fecero crescere il rifiuto di una realtà di miseria e di sottomissione alle classi dominanti e alla mafia. La “Merica”, appariva e così, peraltro, veniva descritta dagli “scafisti” dell’epoca – le società di navigazione, in pochi decenni, fecero utili enormi – come una sorta di El Dorado

Conoscendo bene le cose di ieri, cosa pensa di quelle di oggi ?

“Pur in epoche e condizioni del tutto diverse, l’emigrazione ha, comunque sempre aspetti che si somigliano! Lo sradicamento, l’emarginazione, il razzismo, lo sfruttamento. Oggi non esiste la possibilità che si parta dal Ghana, piuttosto che dalla Nigeria con passaporto e visto per l’Europa. Il nostro continente, che pure ha assoluta necessità di immigrati, ha immaginato di chiudere ogni possibilità di regolamentare i flussi migratori, preferendo di fatto il ricorso ai barconi e agli scafisti…”

C’era qualcosa ieri che può servire a governare oggi ?

“Se mai il passato può insegnare qualcosa, ci dice che le migrazioni sono la storia dell’umanità, che, pur tra difficoltà e problemi, esse contribuiscono alla crescita e allo sviluppo dei paesi d’approdo e di quelli di partenza,

Ma suscitano paure e cattiva politica

“Le paure del diverso, per quanto comprensibili, sono per lo più frutto di prevenzioni e vengono alimentate – succedeva in America e in Francia alla fine dell’ 800 e all’inizio del ‘900 –da una politica miope e cinica.

Ma una equilibrio fu raggiunto. No ?

“Negli USA andarono poveri contadini, siciliani, piccoli e scuri, diversi dai neri e anche dai biondi anglosassoni. Vivevano in abitazioni fatiscenti, proliferavano abbondantemente, alcuni delinquevano, esportando la mafia. Ma la stragrande maggioranza lavorò onestamente e con grande faticaper diventare a pieno titolo americani e per fare onore al paese di provenienza.”

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