Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

DIBATTITO SU PALERMO E RIFIUTI Mi chiedo perché il Sindaco Orlando abbia atteso che fossi proprio io a chiedergli di scendere in strada a fare il suo dovere di ‘controllore’ e sorvegliare chi dovrebbe tenere pulita la città. In realtà lui non se l’è sentita di scendere per strada e lo ha chiesto al suo vice Giambrone che oggettivamente si è svegliato di buon mattino ed insieme ai vigili urbani ha preso qualche multa a chi depositava i rifiuti fuori orario e senza rispettare le regole della differenziataMa va bene lo stesso!

 giorgio trizzino , deputato cinque stelle alla camera 

È quello che bisogna fare in una città come la nostra. Sorvegliare!!L’ho fatto quando da Direttore Sanitario del mio ospedale ero al fianco dei miei colleghi e di tutto il personale perché le cose venissero fatte bene. Ho controllato personalmente, non ho risparmiato tempo ed energie per trovare le soluzioni migliori ed ho preteso che tutti facessero il loro dovere. Un progetto ambizioso come quello di tenere pulita Palermo non può prescindere dai controlli a tutti i livelli: sui cittadini affinché rispettino le regole, sugli operatori della RAP perché non si sottraggano al loro dovere di rispettare turni, orari e di non fare i furbi, ed infine sui controllori che a loro volta devono essere controllatiChi fa tutto questo? Perché nella tanto decantata Germania (e molto amata dal sindaco Orlando)tutto funziona ed a Palermo no? Ricordo che il numero degli incidenti e dei morti sulla circonvallazione è crollato dopo che finalmente si è deciso di posizionare gli apparecchi per il controllo della velocità. Orlando stia più in strada a fianco dei palermitani e metta da parte la retorica dell’accoglienza. Vesta più i panni del sindaco e meno quelli dell’imam.

SERGIO AMENTA 

Ho letto solo oggi l’intervento dell’onorevole Trizzino sul problema dei rifiuti urbani ed ho apprezzato la pacatezza e l’equilibrio delle espressioni, che caratterizzano la persona che tempo fa ho avuto il piacere di conoscere e che saluto. Io però ho sempre fatto un altro mestiere – il dottore commercialista – che mi ha portato ad occuparmi di aziende sia in termini di problematiche legali e fiscali, ma anche economiche e gestionali. Non posso fare esempi in linea con l’alvo citato dal medico On.Trizzino, ma devo ritenere che anche il medico, di fronte al problema evocato, intanto prescriverà la purga o simili, poi o contestualmente “indagherà il problema in una dimensione più ampia”, come dice Lui. Ecco il problema vero di una classe politica e amministrativa che generalmente si limita invece a indagare o (mi permetta il termine Onorevole) sproloquiare in ampia futuribile dimensione, senza adottare alcun provvedimento concreto e tecnicamente valido che intanto risolva in tempi e costi accettabili i problemi dei cosiddetti cittadini. E non è un problema che riguarda solo Palermo o altri comuni nei nostri dintorni, ma una malattia molto diffusa, specialmente al sud ma anche in tante altre parti d’Italia, meno al nord dove sovente la classe politica ed imprenditoriale non è nemmeno in grado di esprimere dotti e filosofici discorsi, ma agisce almeno in direzione della soluzione dei problemi. In impresa i problemi gestionali (la raccolta e smaltimento dei rifiuti è un problema attuale ed urgente di gestione dell’azienda pubblica) creano disequilibri economici e contestualmente o subito dopo finanziari, non è possibile limitarsi ad indagare “in una dimensione più ampia” ma non immediata e volta ad una soluzione che, pur tenendo conto degli sviluppi futuri, non sia mirata a risolvere praticamente e velocemente il problema. Come dice anche l’On.Trizzino “bisogna trovare soluzioni rapide ed efficaci nell’immediato” a Palermo, come a Roma e nelle altre città che soffrono di questi problemi, il resto finisce con essere esercizio programmatico per un futuro che nessuno vedrà.

 sergio amenta, commercialista presidente della banca don rizzo

Se non si fa questo l’azienda/impresa privata fallisce, quella pubblica va in dissesto e in questa nostra Sicilia le aziende pubbliche in dissesto sono certamente troppe ed in aumento continuo. Il costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti si ribalta obbligatoriamente nella specifica tassa, lo studio del futuro in attesa di risolvere il presente lo pagano i famosi cittadini, sovente in genere anche con il dissesto delle casse pubbliche. Questa è la realtà. Ma il tempo disponibile nel pubblico, prima del crollo finanziario o politico, è maggiore, a volte l’elettore (l’altra faccia importante del “cittadino” per il politico) ha il tempo di dimenticare il vero o i veri responsabili, vedi Roma (solo per fare un esempio noto) dove alla inettitudine della gestione attuale si sommano ovviamente gli errori gravi delle amministrazioni passate. Nell’impresa privata tutto è più immediato, di fronte a problemi strutturali di gestione devi trovare in tempi brevi soluzioni economiche e finanziarie o chiudere subito per non ampliare il danno che non hai su chi scaricare, i discorsi teorici sul futuro non servono.Tornando al problema rifiuti tutto il mondo politico italiano in genere sa che per risolvere il problema in tempi accettabili ci vogliono i cosiddetti termovalorizzatori o inceneritori, tecnicamente validi, anch’essi costosi ma sostanzialmente esenti da colpe di inquinamento sovente immaginate, ma ciò da tanti anni da ambo i lati politici non è politicamente corretto per motivi elettorali. Si continua quindi ad indagare in una dimensione più ampia e comunque di durata inimmaginabile, continuando a girare intorno al problema senza risolverlo, tanto paga il “cittadino” in termini di servizi, di qualità di vita e finanziari.  Non ha fatto così la classe politica “furba” del nord e dell’Europa in genere, che i termovalorizzatori li ha realizzati e/o persino rinnovati prima che i cittadini cominciassero a parlare e li alimenta oggi anche con i rifiuti provenienti dal sud a costi inimmaginabili e con i nostri soldi.

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