Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

Difficile,  sempre più difficile il discorso sul nostro Sud.  Non mancano parole nuove nella Politica in questo avvio dell’anno. A cominciare da quelle del capo dello Stato che, senza mezzi termini, ne denuncia il regresso e richiede profonde svolte. Ma un Capo dello Stato non ha il potere di far seguire alla parole i fatti. Può solo esercitare un potere di persuasione. Persuaderà ?

GIOVANNI PEPI

Non è semplice da capire, nella nebulosa che avvolge il dibattito tra i partiti. Intanto , se guardiamo i dati raccolti nel nostro stato delle cose registriamo un tempo grigio. Sono necessari nuovi investimenti. Ma l’economia ristagna in Italia. La crescita frena nel mondo e in Europa. Ci sono pure, ed è un paradosso indecente,  miliardi da spendere. Che restano imbrigliati nei lacci della burocrazia. Ma la questione burocratica è lontana da soluzioni visibili. Il solco tra le due Italie si allarga, non solo nell’economia. Per colmare lo squilibrio nell’occupazione, servono al Sud tre milioni di posti di lavoro. Nella qualità della vita si è in coda. Gli studenti sono meno bravi. Gli anziani sono più soli. Gli asili nido sono al minimo. Il lavoro femminile è ai livelli più bassi in Europa. Si va a rilento nella raccolta differenziata dei rifiuti e si contrasta meno il randagismo.

Difficile, sempre più difficile il discorso sul nostro Sud. Come andranno le cose quest’anno ? E’ bene aspettare senza formulare previsioni. Staremo a vedere. Meglio non prevedere. Quando previsioni si fanno si incorre facilmente nell’errore. QuiFinanza. it , per esempio , riprende un titolo comparso , su il Corriere della Sera, il 13 settembre  del 1972 , quasi mezzo secolo fa.  Diceva:“Il divario fra il Nord e il Sud verrà colmato solo nel 2020“. L’articolo era centrato su una previsione di Pasquale Saraceno, grande  firma del meridionalismo. Ma siamo nel 2020 e lo Svimez, il maggiore osservatorio del nostro Sud ( che proprio Pasquale Saraceno ha fondato) , accerta che il divario si è aggravato e che lo Stato ha disinvestito al Sud. Meglio scoprire le cose vivendo come nel verso della canzone di Mogol.  Del resto proprio un economista autorevole come John Kenneth Galbraith ricordava in un suo aforisma: “ La sola funzione delle previsioni in campo economico è quella di rendere persino l’astrologia un po’ più rispettabile.”