Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

Il nuovo governo promette svolte al Sud . Non senza enfasi. Punto 19 del programma: “.. Va lanciato un piano straordinario di investimenti.” Punto 20: autonomia si, ma fondo di perequazione per evitare che la riforma possa “aggravare  il  divario  tra  il  Nord  e  il  Sud  del  Paese.” ( qui )

 Qualche domanda.Piano straordinario , si dice: con quale risorse, essendo gli spazi finanziari più che esangui ? In quale ordine di priorità verso i tanti impegni che comportano nuove spese, tra taglio del cuneo fiscale e salario minimo, investimenti per l’economia verde  e i tanti impegni di spesa sociale per famiglie disagiate, giovani bisognosi e disabili ? Non si precisa. Poi, non si vuole “aggravare”. Ma è questo il punto ? La situazione del Sud è quella che questo blog riassume nello STATO DELLE COSE : un terzo del paese ( con 21 milioni di residenti) produce meno di un quarto del reddito, dà lavoro a 1 persona su 4 rispetto, mentre il centronord a 1 su 2, è il polo di sottosviluppo più popoloso in Europa, con la maggior quota di poveri . (qui ) Patrizia Di Dio, presidente della Confcommercio a Palermo, ricorda che dal 2008 al 2018, il Pil pro capite del Sud è sceso dell’8,1 per cento mentre nel Nord Est dell’1,8. Non si vuole aggravare , bene.Ma si lascia così il grave che è in queste cifre ? Se le due Italie sono sempre più lontane un miglioramento radicale si impone. Non solo per il Sud, ma nell’Interesse del Nord e del paese come Mario Draghi non si stanca di ricordare.

Le cose non sono semplici. Antonio Accetturo e Guido de Blasio hanno  verificato gli effetti delle politiche di intervento per il Sud. I risultati sono disarmanti: hanno prodotto poco, molto meno  che non in altri paesi “ (qui ) Non c’è allora solo una esigenza di risorse per superare il divario, perché bisogna rivedere politiche e strutture, procedure e strategie ,  scelte delle forze sociali e delle istituzioni. Ma le risorse servono eccome. Come si ricorda , ancora, nello STATO DELLE COSE mancano tre milioni di posti di lavoro per colmare lo scarto di occupazione tra centro nord e Sud. Che si vuole fare ? Se si pensa a colpi d’ala non bisogna perequare tra le due Italie come si propone, ma sperequare a favore del Sud , dare più al Sud e meno a Nord. Non  si delinea questa politica nel programma. Se nasce , con questo esecutivo, il governo ” nel segno della novità” di cui parla il suo premier, o il “governo  di svolta “che dice Nicola Zingaretti, novità e svolta non riguarderanno il Sud. Neppure adesso. Si andrà come prima. Aspettiamo il prossimo ? Intanto il mezzogiorno si svuota, come una vasca alla quale è stato tolto il tappo. Negli ultimi 16 anni quasi due milioni di persone sono andati via. Di questo passo la questione meridionale sarà risolta. Ma perché si sarà dissolta. 11 settembre

 

Comments

  1. Giusto tenere alta l’attenzione, ma il cambio di passo – nei propositi e nella scelta di alcuni ministri – è evidente. Se partirà finalmente qualche investimento “serio” per il Sud ne beneficeranno tutti e si metterà a tacere lo scetticismo con il quale oggi si guarda da Nord all’esecutivo più meridionale da trent’anni in qua.

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