Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

Gli archi del Palazzo dei Normanni , sede dell’Assemblea regionale 

INTERVISTA CON FILIPPO RIBISI di GIOVANNI PEPI

Filippo Ribisi è vicepresidente nazionale della Confartigianato con delega al Mezzogiorno. E’ stato presidente regionale dell’organizzazione

Difficile in Sicilia il discorso su crescita e imprese artigiane. Continuiamo a parlarne con Filippo Ribisi dopo l’intervista della settimana scorsa.  ( QUI ) Paolo Gentiloni, nell’ultima campagna elettorale, diceva  che, per investire nel Sud  , non c’è momento migliore di questo. E’ così ?

“Gentiloni, del quale apprezzo pacatezza e capacità di ascolto, ….

si riferiva ai provvedimenti del suo governo per attrarre imprese dl nord o dall’estero.  Si riferiva  a grosse imprese, credo. Sono quelle più premiate dai suoi incentivi

E funzionano ?

“Vede. Anche le imprese che volessero seriamente investire nel Mezzogiorno, se non hanno le infrastrutture per collegarsi ai mercati, non vengono. A meno che..”

A meno che ?

“Diciamola tutta. In passato non poche imprese venivano a prendersi gli incentivi e, appena questi finivano, smontavano tutto. Non credo sia quello che serve al Sud..”

Siete artigiani. Le  imprese sono piccole, sottocapitalizzate. Potete resistere alla pressione dei mercati globali?

Abbiamo difficoltà, certo. Ma possiamo avere un ruolo anche importante.”

Come ?

“Cambiando. E adeguandoci al mercato che cambia. La tanto bistrattata Europa , del resto, assegna alla piccola impresa un ruolo, con lo Small Business Act, dando un ruolo centrale alle piccole imprese nel mercato europeo. “

E in Italia ?

“ Negli ultimi 20 anni né i governi né il sistema bancario hanno dato fiducia alle piccole imprese, le quali, proprio per questo, non sempre hanno avuto la forza e la volontà di cambiare e investire anche  per migliorare nella capitalizzazione

Così le grandi prevalgono..

“ Si ,ma mi scusi:  la grande impresa italiana oggi da chi è costituita? “

Dica Lei

“Certamente da chi ha grossi capitali finanziari da investire nei network. “

Cioè ?

“ In centrali di gestione di appalti o servizi. Che prendono la forza lavoro in comodato dalle piccole imprese o da collaborazioni a partita Iva..”

Lei vuole dire che non c’è più la grande impresa di una una volta..

“Direi di no. Non vedo  frequente la grande impresa strutturata, come la si intendeva nel secolo scorso

E cosa nasce di nuovo ? 

“A parte pochi esempi ancora rimasti, vedo grossi capitalisti che investono in aziende, spesso collaterali, del sistema bancario o assicurativo, che creano un marchio con una grossa struttura commerciale ed amministrativa

Con quali dipendenti ?

“ Utilizzano  quelli delle piccole imprese o  lavoratori precari, ripeto gestiti a partita iva, per stare sul mercato. Dopo di che, molte di queste sono anche a capitale pubblico  o di provenienza pubblica.”

Avete sempre posto la questione del credito. Non solo nel Sud. Come vanno le cose?

“ La risposta ci riporta al sistema bancario. Non è stato vicino alla piccola impresa. Nel sud, la situazione è ancora più grave se si considera che le banche dicono di avere qui le maggiori sofferenze

Non è cosi ?

“ La fotografia è molto diversa. Chi ha provocato alle banche le maggiori perdite? Per fare l’esempio della Sicilia, non mi pare che i grossi buchi alla Cassa di Risparmio o al Banco di Sicilia, li abbiano lasciati le piccole imprese! ..

Questo discorso non vale solo per la Sicilia..

“No, appunto. Non mi pare siano state le piccole imprese a creare buchi al Monte dei Paschi o a Banca Nuova o alle varie banche venete o toscane

E allora ?

“E allora, certamente le piccole imprese hanno un problema di sottocapitalizzazione. Devono organizzarsi e far rete, questo si. Ma , nell’interesse del paese, meritano più fiducia dalle banche

Solo le banche ?

“Giusta domanda. Perché vi sono altri strumenti validi

Quali ?

“ Le misure messe in campo da Artigiancassa,  quelle possibili della Crias, o dell’ Ircac , se la metteranno in condizione di operare. “

Restando nel Mezzogiorno, in Sicilia le cose vanno meglio o peggio ?

“ La Sicilia è fanalino di coda . Non so se per colpa dei governi o dei funzionari preposti . O, ancora, per un disegno preciso che la vuole sempre a quel punto. Di fatto non  ha saputo cogliere l’opportunità  dei fondi europei, se non quelli spesi per i soliti referenti, per spese virtuali o per pochi intimi

Con quali conseguenze ?

“ Siamo molto indietro nella realizzazione di infrastrutture, nell’aiuto alle piccole imprese, nell’utilizzo dei fondi europei, nell’accesso ad un credito possibile, così come hanno fatto altre Regioni.”

Ma cosa si è fatto finora ?

“ Si sono finanziati progetti, talvolta virtuali, a beneficio di uffici pubblici. Senza, con questo, erogare servizi per i cittadini. Perdendo di vista occasioni preziose..”

Per esempio ?

“Con l’allargamento del corridoio di Suez la Sicilia, ed il meridione in generale, potrebbero  ritornare  al centro dei traffici commerciali internazionali. Per fare questo, però, servono progetti e politiche di lunga visione, e non possono bastare politiche rivolte solo alle continue campagne elettorali.”

PER LEGGERE LA PRIMA INTERVISTA A RIBISI CLICCATE QUI 

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