Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

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LE CRONACHE DALL’ ORTO….. di GIOVANNI PEPI

E’ quasi nascosta nell’Orto. Appartata. In un angolo della Serra Carolina, quasi a sfuggire lo sguardo di Paride, la statua che sovrasta la vasca con le piccole ninfee. Ma nessuno sguardo, neppure il più distratto, può non vedere quei fiori. Grandiosi, quasi trionfanti , nel piccolo cespuglio che semina il prato di petali.

E’ la Paeonia. Rosario Schicchi , direttore dell’Orto Botanico di Palermo,  la definisce con tre parole.  “ E’ longeva, cangiante e suadente” La sua bellezza, dico io, mi ricorda la dalia “ La dalia ? Può’ darsi ma il suo punto di paragone più diretto è la rosa. Anzi,  in Europa, nel seicento, l’hanno considerata per tanto tempo una rosa senza spine” Non solo nelle Indie, aggiunge,  dove forse arrivava attraverso i mercanti olandesi, anche nelle nostre parti. C’è poi una peonia siciliana, la mascula, dal colore rosso corallo, piantata nell’Orto alle fine dell’ultimo viale. E i contadini la chiamano “rosa pionia”.

    Torna a parlare delle sue “tre cose” Schicchi. E’ longeva, spiega, perchè non teme il tempo, può vivere anche decine di anni. E’ cangiante perchè fiorisce in tanti colori , rosso porpora chiaro e scuro, crema , bianco e rosa. Ma mai con un colore netto. Ciascuno si scompone in tante sfumature, è un variare di toni e tinte. Quelle dell’Orto sono bianche con il centro di un rosso violaceo . Ma dal bianco , al rosso, al viola si arriva per linee di azzurro. E’ suadente perchè ti rilassa, ti ammalia, fino a rapirti. Sono queste tre qualità che hanno spinto i cinesi, dove questa pianta, peonia arborea, è conosciuta, da quattromila anni , a nominarla Regina dei fiori dell ‘impero celeste. 

    La peonia, poi, è regina che vive nel mito, venerata come pianta dei miracoli. Le proprietà mediche non mancano. Il suo nome del resto potrebbe avere origine in “paeon” , nome del medico divinità greca. E’ certamente usata, attraverso trattamenti adeguati, come sedativo. Veniva impiegata per domare l’epilessia. “La pianta che curava i pazzi “ si diceva. E’ efficace come rilassante, buona per contrastare l’insonnia. Ma Schicchi, che di piante medicinali è studioso profondo , frena i tanti entusiasmi che questo fiore suscita .“ Per tanto tempo è stata considerata come la panacea in grado di curare tutti i mali. E’ questo , proprio, è eccessivo” Gli chiedo perchè questo mito, questa leggenda. Lui allarga le braccia. Ma la risposta , forse, è solo nella sua bellezza. Una bellezza che affascina, domina e ammalia, ma talora o spesso, inganna. E’ così anche tra gli uomini. Come scriveva Simone Veil “La bellezza promette sempre, ma non dà mai nulla.” 12 Marzo

Altre immagini sull’orto Botanico di Palermo nella Gallery “VISIONI DALL’ORTO”. per vederle clicca qui 

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