Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

( nella foto un mosaico dentro il castello della Zisa a Palermo )

 COME DICEVAMO… con PASQUALE HAMEL 

Ciao Giovanni, scrivevo su questo Blog, nel febbraio scorso, ricordi ?, che si fa presto a dire arabo/Normanno. e che l’idea di una Palermo araba costituisce un falso storico (QUI )Quello che si può notare, oggi,  è che il ritmo assordante dei tamburi, suonati per diffondere l’idea che Palermo sia araba, abbia perso, non dico molti,

ma qualche tono. E questo perché, di fronte alle domande dirette su quali siano le vestigia arabe del percorso la sicumera, che aveva trionfalmente accompagnato la certificazione di un percorso arabo-normanno, ha perso molto smalto. E’ chiaro che ben poco si può fare per cancellare dall’immaginario collettivo un errore che, al momento del riconoscimento UNESCO, qualcuno tentò di fare aggiungendo all’ “arabo-normanno” il “bizantino” , grande escluso, ma parlarne in modo aperto, e con responsabilità e competenza, non fa male.

Certo, sfuggendo come acqua fra le dita una affermazione sbandierata ai quattro venti, soprattutto da parte di chi se ne assunta la responsabilità, è alquanto difficile al punto da concepire colpi di coda non indifferenti. Fra questi, lo cito perché è significativo, un convegno scientifico internazionale tenutosi a Palermo su un gigante del pensiero universale, parlo di Aristotele, l’uomo della logica e della razionalità che, come appare evidente , nulla ha a che fare con il pensiero mistico arabo-islamico che, anche questo, cancella un pilastro della sua speculazione filosofica, parlo del principio di non contraddizione. Ebbene, con la scusa della veicolazione del pensiero aristotelico alla fine dell’Alto- Medioevo, fra il giubilo del sindaco palermitano, ha quasi fatto della brevissima stagione della filosofia islamica, l’erede del pensiero dello stagirita. A costoro, con grande rispetto per la sapienza dei relatori e soprattutto per le interpretazioni che dei risultati del convegno sono state date, ricordo che di quella brevissima stagione sono stati protagonisti islamici non arabi. Averroè era di origine ebraica, Avicenna era centroasiatico come al-Farhabi, e che gli stessi, posti sotto accusa dal rigorismo mistico di al-Ghazali  per quelle espressioni di speculazione filosofica furono, per incompatibilità con l’Islam, immediatamente emarginate o considerate eretiche.     

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