Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

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ENZO GIAMBANCOCiao Giovanni, Io capisco Enrico La Loggia che sventola ancora una bandiera autonomista, che è per lui l’insegna del casato. quiQuanto lamentato dai due sacerdoti, Francesco Romano e Cosimo Scordato quj indirizza però ai risultati inesistenti di 50 anni di autonomia, salvi restando i primi dieci. Tale constatazione è molto più pregnante degli appelli generici di Mons. Lorefice, analoghi a quelli dei suoi predecessori. La domanda: perché le infrastrutture dell’isola sono in un degrado deplorevole? Meriterebbe una risposta seria, che non rimandi sempre ad altri (chi?) le responsabilità.La resistenza dell’ARS alla riduzione di prebende senza uguali assume, in questa luce, ben altro connotato, quello di un organismo che si autotutela ritenendo non è necessario di dar conto del proprio operato.

In tutti gli appuntamenti elettorali e da parte di tutte le forze politiche si invoca il cambiamento, da che ed in che modo sembra non importare. Cambiare è infatti un mantra, non un programma. Pure esistono gesti simbolici, come la riduzione di emolumenti in odore di privilegio , che indicano un percorso ed il solo 5stelle è riuscito sinora a servirsene. Come ho scritto altre volte si deve dare atto all’attuale governo regionale di qualche tentativo più concreto di dimostrare il cambiamento ma il nodo rimane insoluto all’ARS, espressione più compiuta del sentimento popolare e purtroppo anche dell’uso delle cariche pubbliche a beneficio privato. Ecco perché a mio avviso l’Autonomia andrebbe rivista, limitandola nel senso di non consentire deviazioni dal contesto legislativo nazionale e sottoponendola a verifiche di risultato. “Le leggi son ma chi pon mano ad elle?

Nella foto in alto Enzo Giambanco. In quella in basso Enrico La loggia

PATRIZIA DI DIO

Apprezzo tanto ciò che sta facendo Padre Garau per risvegliare le coscienze. Anche perché la conseguenza di questa grave situazione di assenza di lavoro e di prospettive di lavoro per i giovani, è la fiacca rassegnazione. Che è un veleno strisciante e insidioso. Occorre “dare” lavoro ai giovani. Lavoro nel pubblico non ce n’è più e la politica non ne può più “dare” in tal senso. E dire che gli effetti dell’occupazione nella pubblica raccomandazione frutto di raccomandazione e clientele, sono sotto gli occhi di tutti. Non abbiamo fatto le selezioni per concorsi rispettando merito e competenze. Creando così non solo ingiustizia ma anche inefficienza del pubblico.

La politica, però,  può e deve creare le condizioni perché nascano nuovi investimenti, perché chi decide di investire venga sostenuto per portare avanti i progetti, quando adeguati e in linea con le norme, nel più breve tempo possibile. Perché anche un solo giorno perso per burocrazia è un giorno sottratto al futuro dei giovani. Ogni ostacolo è un ostacolo frapposto a loro. Ogni lentezza e omissivita’ nel dare risposte in tempi brevi è oltraggiosa.La politica e la pubblica amministrazione sono al servizio di imprese e cittadini e non il contrario! E dovrebbero preoccuparsi di “dare” alle aziende le condizioni adeguate di operare, standard di servizio minimi.Ma invece nell’agenda della politica la voce impresa che a sua volta crea il lavoro, proprio non c’è. La burocrazia è poi un nemico ancora peggiore.E invece occorre fare e fare in fretta. Con una visione chiara e con la consapevolezza che non si può perdere nemmeno un giorno. Per creare le condizioni di creare lavoro, quello vero, quello che solo le aziende possono creare. presidente della confcommercio di palermo, presidente nazionale del gruppo terziario donna

CARLO AMENTA

 Ho letto l’articolo di Don Garau e della sua protesta per sollecitare più occupazione. quiProtesta comprensibile. In Sicilia il lvoro è quest+ione massima. Ma io credo che l’idea che lo Stato, il soggetto pubblico o il Governo possa “fare qualcosa” per il miglioramento della situazione economica è fuorviante e senta sempre non considerare i continui fallimenti dell’intervento pubblico. Lo Stato che sceglie “vincitori e vinti” attraverso le scelte di politica industriale o che incentiva alcuni comportamenti con riduzioni di imposte o sussidi non fa altro che sostituirsi al meccanismo di mercato, nella errata convinzione che un gruppo di burocrati o peggio ancora di politici sappia meglio dei singoli individui cosa è meglio per loro.mercato funziona perché consente di coordinare in maniera spontanea l’azione di milioni di individui attraverso l’elaborazione di informazioni su prezzi e preferenze che un pianificatore centrale non può gestire. Lo Stato e le istituzioni hanno ovviamente un impatto sul funzionamento di mercato perché devono decidere le regole del gioco in maniera chiara, definita e stabile favorendo così un clima di fiducia benefico per gli investimenti. Un governo che interviene per favorire questa o quell’altra categoria segnala soltanto la propria voglia di accaparrarsi i voti per la prossima competizione elettorale. Al governo si chieda di “fare di meno” mai di più e sopratutto di non gestire direttamente o intermediare risorse economiche destinate sottraendole ai privati. Professore in economia e gestione delle imprese – università di palermo. Senior fellow Istituto Bruno

GIORGIO TRIZZINO

La faccio mia questa sfida anche perché il vero rischio è che la gente non ci capisce più. È tempo di visioni nuove e di confronti con un paese che vuole cambiare.

GIUSEPPE LO TORTO

Caro Giovanni, Il tuo impegno ha propiziato l’eccellente e profondo intervento di padre Garau. I concetti e le intenzioni sono “sacrosanti” e certamente condivisibili.Mi auguro soltanto che politici e nostri governanti non scambino l’iniziativa per mera propaganda, come ormai avviene da parte delle opposizioni (opposizioni “circolari” perché omnidirezionali). Non ho nulla da aggiungere se non la diffusione del messaggio di Garau !

LINO MORGANTE

Caro Giovanni . Ho visto quanto spazio il tuo blog sta dedicando alla questione del lavoro nell’isola. Ora, davanti all’articolo di padre Antonio Garau, direi una parola sola: infrastrutture. Qualcuno faccia due conti e veda quanto svilupperà in termini di ricchezza il raddoppio del Canale di Suez.  Già adesso si vedono i rapidi aumenti del traffico marittimo, e manca ancora la zona franca. La Sicilia, qualcuno lo ricorda?, è al centro di un complesso sistema di rotte tra Asia, Europa e America. Altro che via della seta. Noi siciliani, se punteremo sulle infrastrutture (porti, strade, ferrovie, autoporti ecc), realizzeremo la … via dell’eldorado. “Valiamo” tanto. Fenici, greci, romani, inglesi lo sapevano. Solo l’italia di oggi ha dimenticato  le potenzialità dell’Isola .direttore editoriale gazzetta del sud e giornale di sicilia

FAMIGLIA E POLEMICHE DOPO VERONA..

ENZO GIAMBANCO 

 

la foto sopra è stata scattata da Demma , a Palermo, nell’emporio Lorenzo

Caterina Mirto mi qualifica buonista. Credo di esserlo in tema di accoglienza ma non di certo riguardo alla mancanza di attenzione e sostegno al nucleo familiare, comunque composto. Ho presente l’esempio della Francia, vicino scomodo anche perché efficiente, unico paese Europeo con trend di crescita demografica proprio grazie a provvedimenti di sostegno alla procreazione indirizzati soprattutto alle fasce più giovani. Visione di stato non di sindacato. Quanto alla illusione di una Europa unita, coltiviamola. Non vedo vie di uscita dalla crisi del nostro mondo se non in una ritrovata unità di intenti, fermo restando gli interessi nazionali ma entro i limiti di regole condivise. Lo so, è un concetto illuminista e quindi per ora sovrastato dal malcontento generale, ma non c’è altra via di uscita se le future generazioni vorranno conservare il ruolo che la Storia ha sinora assegnato all’Europa. Non perdo la speranza, ricordando la affermazione di De Gaulle che nulla può arrestare “la forza delle cose”, cioè la realtà storica in divenire.medico, già presidente della società italiana di psicologia

NICA MIRTO È proprio la realtà storica in divenire che mi spaventa. L’imbrigliamento della famiglia in archetipi superati senza però le basi solidaristiche necessarie per continuare…a garantirne la solidità è una operazione politica che può essere cavalcata soltanto da chi vuole fortemente arrestare”la forza delle cose”. Tale pensiero è diffuso ed è il “principio “ ispiratore di molte preoccupanti dittature che sono molto vicine all’Europa. Se penso come anche la professione dell’avvocato ed il diritto costituzionale della libertà di pensiero è gravemente minato mi rendo conto come la deriva talebana è dietro l’angolo. Caro Professore Giambanco Lei sa quanto io la stimi, come professionista e come uomo dal pensiero libero e indipendente che ha potuto esprimere con rigore morale le sue idee in una nazione che si batteva per un mercato comune europeo, per una uguale moneta per una politica unitaria, ma l’alba di quel mattino è rimasta nei nostri sogni. La quotidianità è ben diversa è fatta da giovani demotivati, da famiglie sfasciate, da professionisti imbavagliati, da una nazione allo sbando in mano a pochi “eletti” privi di raziocinio, ma soprattutto privi di quegli ideali che per Lei e per molti di noi sono stati il vessillo della nostra vita. avvocato cassazionista, presidene regionale e vicepresidente nazionale dell’aiaf

il confronto precedente

ENZO GIAMBANCO Caro Giovanni, l’intervento di Caterina Mirto qui disegna un paese , o almeno una sua parte, simile ad altri dell’Est Europa ma drammaticamente lontano dai valori dell’Illuminismo che improntano ancora, difficile prevedere per quanto, il nucleo fondante dell’Europa unita . Il Convegno di Verona raccoglie solo queste Anime integraliste, che vorrebbero imporre a tutti i loro punti di vista, legittimi finché esprimono autodeterminazione, intolleranti quando ne pretendono la estensione erga omnes. Singolare che proprio da quelle fila emerga il sovranismo anti islamico, visto che il regime che auspicano ( non saprei come altro definirlo ) coincide perfettamente con la teocrazia islamica. Ma pretendere anche la coerenza è davvero troppo! 

CATERINA MIRTO L’analisi del Prof. Giambanco è fin troppo buonista. L’Europa unita credo sia soltanto una utopia nei nostri cuori. In Italia stiamo retrocedendo in tutto, in valori, cultura ed economia. Non possiamo pretendere una equiparazione tra modelli di famiglia totalmente all’opposto e non certo per il senso che viene dato alle relazioni, ma soprattutto per tutto quello che gira attorno alle relazioni familiari. Le nostre famiglie sono lasciate dallo Stato alla personale improvvisazione. Nel resto d’Europa la famiglia è un valore su cui ancora puntare qualunque sia la relazione che staalla base: etero o samesex. Da noi in Sicilia non esiste nessun aiuto significativo per le famiglie. Raro sono gli esempi di supporto alla lavoratrice madre come potrebbero essere gli asili nido nei posti di lavoro o l’orario scolastico prolungato. Ecco allora che di fronte al mancato intervento sociale non possono che proliferare il malcontento e la estremizzazione del pensiero. La famiglia non è più un progetto di vita da portare avanti nel rispetto reciproco e nella comunione di intenti. Ormai è solo un accadimento momentaneo della vita, una e sperienza di cui poter parlare con la certezza di volere comunque mantenere la propria individualità. imprenditore 

MASSIMO MANISCALCO

 Non posso essere d’accordo con le posizioni estreme, con le preclusioni, con le intemperanze che non consentono di ponderare, sono per il rispetto di Valori condivisi; la libertà’ e’ un Valore, la famiglia è’ un Valore; la tolleranza e reciprocità’ sono Valori; questi paletti dovrebbero, secondo me , delimitare lo spazio di discussione collettiva sui temi relativi a scelte individuali e personali. C’e’ condivisione su questa posizione? imprenditore

GIGLIOLA MAGISTRELLI

 Non posso essere d’accordo con le posizioni estreme, con le preclusioni, con le intemperanze che non consentono di ponderare, sono per il rispetto di Valori condivisi; la libertà’ e’ un Valore, la famiglia è’ un Valore; la tolleranza e reciprocità’ sono Valori; questi paletti dovrebbero, secondo me, delimitare lo spazio di discussione collettiva sui temi relativi a scelte individuali e personali. C’e’ condivisione su questa posizione? gallerista, titolare di artetika a palermo

TERESA SPAGNUOLO

 Si è vero non ci sono più i valori di una volta, la famiglia è una triste realtà. Assistiamo inermi e non facciamo nulla per cambiare le cose, al minimo problema si pensa al divorzio, con i figli è un disastro. Ma cosa sta succedendo?

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BARBARA TERRANA 

 Ciao Giovanni, seguo la tua gallery su Vecchie Cose vendute nei mercatini qui È così. Si cercano tempi passati, forse migliori. Anche a me piace guardare vecchie foto e immaginare la vita delle persone di un tempo… credo mi sarei trovata meglio, ho sempre pensato questa cosa… pittrice, autrice di collages

SEGUONO MAGISTRELLI E PECORARO

GIGLIOLA MAGISTRELLI

Ciao Giovanni , seguo tua Gallery VECCHIE COSE qui dirti d’istinto soltanto due parole : Nostalgia canaglia 

MARIUCCIA PEDORARO

Anche io porgo i miei auguri a Barbie, di cui parli nella tua gallery VECCHIE COSE qui Si è rinnovata anche socialmente. Io essendo più anziana l’ho vissuta con le mie nipotine e ricordo quanta compagnia tenesse loro questa piccola donna in miniatura insegnante , presidente 

 

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ENZO GIAMBANCO

    ENZO GIAMBANCO

Le foto al centro tratta dalla Gallery GUARDANDO IN GIRO . Click qui

Caro Giovanni. Ho letto l’articolo dell’onorevole Giorgio Trizzino, sui medici che mancano quiOsservo che , negli anni 80-90 del secolo scorso ,si giunse alla cosiddetta pletora medica. Apertura incondizionata delle Facoltà ( l’eco del 68 era ancora vivo) e convinzione che la laurea in Medicina e ChIrurgia garantisse comunque un discreto tenore di vita giocarono un ruolo determinante nello stimolo alle iscrizioni che attinsero livelli inconsueti, 10 volte maggiori dei decenni precedenti. Alla politica andava benissimo di ridurre il peso sociale dei medici, ridotti a questuanti per un posto nel SSN, e semmai privilegiava i MMG, gestori elettorali con ampi bacini di utenza. Sopravvenne poi un autentico conflitto sociale, come è la continua aggressione ai medici sia fisica che giuridica. La “colpa medica” divenne una risorsa per assicurare qualche introito dalle compagnie assicurative. Inutile dire che il costo relativo è ricaduto sui medici. Pochi giorni fa un medico è stato aggredito perché un paziente di 80 anni era deceduto malgrado il tentativo di salvarlo da un infarto con un intervento di angioplastica. Vietato morire, a tutte le età, salvo adeguato ristoro economico. Per farla breve, certo che investire risorse nella formazione medica, soprattutto specialistica, è importante ma non si possono ignorare i fattori economici e sociali che ormai scoraggiano i giovani dall’intraprendere una professione che richiede dieci anni di studio e non garantisce nulla di certo per il futuro. Meglio fare il consigliere comunale. medico, già presidente della società italiana di ginecologia

RISPONDE GIORGIO TRIZZINO...

GIORGIO TRIZZINO

In poche parole quello che serve con urgenza è il finanziamento di diecimila borse di specializzazione per combattere l’imbuto formativo che si è creato in questi anni. Per risolvere la grave crisi di personale medico del nostro SSN bisogna investire sui giovani medici e sull’incremento delle loro competenze. Sono più di 10 mila i medici intrappolati oggi nel cosiddetto imbuto formativo, cioè quei medici che non sono riusciti ad accedere ad una specializzazione e al Corso per la Medicina generale. Ed ogni anno che passa sono altri 2 mila i medici che resteranno fuori, andando ad aumentare la schiera dei medici disoccupati. Quindi non ha senso aumentare i medici laureati, come vorrebbero in molti, abolendo il numero programmato alla Facoltà di Medicina, se non si aumenta prima in maniera proporzionale alle richieste di specialisti il numero delle borse per la formazione post laurea. Deputato M5s, componente la commissione affari sociali

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TERESA SPAGNUOLO

 le foto tratte dalla gallery di giovanni pepi GUARDANDO IN GIRO. Un clic qui 

Giovani costretti a fuggire da questa nostra terra in cerca di occupazione, gente ormai adulta superati i 40 e i 50, in attesa di essere stabilizzati da più di un trentennio di precariato alle spalle, politici che pensano solo a prendere i vitalizi alla fine del mandato. Ma mi chiedo : perché? Io non credo più da tempo alle istituzioni. Mi sembra un sogno da un incubo da cui non si può più svegliare operatrice asm di palermo

GIUSEPPE BONVENTRE

 Come tanti altri, rappresento il classico esempio di ragazzo siciliano costretto a emigrare verso il Nord Italia per la propria realizzazione professionale. Ho per tale motivo letto con attenzione l’intervista rilasciata dall’assessore Lagalla in merito alle azioni necessarie da porre in essere per limitare e invertire questa fuga di noi giovani dall’isola.quiquiLa visione di una Sicilia quale snodo centrale dell’area euro mediterranea atta a potenziare il nostro tessuto economico e il rafforzamento dei legami tra aziende e università finalizzati all’inserimento dei nostri giovani all’interno delle nostre imprese, costituisce un fondamentale passo da provare a compiere per far si che situazioni come la mia e di migliaia di altri siciliani non debbano più ripetersi e per ridare nel contempo a noi giovani la dignità di scegliere dove potersi realizzare: lasciare la nostra terra deve diventare una libera scelta e non un obbligo business analyst presso OreFin

FRANCESCO LI VIGNI 

Ho letto con attenzione l’intervista all’ Assessore Lagalla qui ed il successivo intervento di Manfredi Lanzqui : personalmente appartengo alla categoria di coloro che sono stati “obbligati” a lasciare la propria terra, alla quale continuo sempre ad essere molto legato, per inseguire i miei sogni. In cuor mio c’è sempre il desiderio di tornare a Palermo, la mia città, e per questo apprezzo molto l’iniziativa che spinge la valorizzazione delle nostre università, d’altronde: “se la Bocconi fosse stata a Palermo non sarei mai partito”. Consulente presso Excellence Consulting – Milano

ROBERTO PISCIOTTA

 con interesse l’intervista all’Assessore Lagalla qui, e la successiva risposta di Manfredi Lanza qui , mio coetaneo che mi esorta ad una ( parzialmente triste) riflessione. I tempi sono cambiati, la Sicilia non sta più avendo il giusto ricambio generazionale. Noi giovani imprenditori, professionisti ed artigiani dobbiamo assolutamente ridare smalto ed eccellenza a questa terra, per riuscire a rimanerci e garantirne la crescita.. anche sfruttando le giovani risorse culturali cresciute qui. ottico, titolare del “centro ottico pisciotta

ENZO GIANBANCO

 D’accordo non Lagalla quando parla che per dar lavoro ai giovani bisogna dare aiuti alle imprese  ? qui Come non esserlo? Peccato che la parola “aiuti” nelle prospettive dei politici siciliani, e non solo, si lega inevitabilmente alla assistenza ed alla aspettativa elettorale . In definitiva è assistenza agli stessi politici senza alternative; quelli che nella vita invece della competizione di merito preferiscono le comode posizioni assicurate dai voti, acquisiti o acquistati comunque. So che questa affermazione suona di qualunquismo e ne faccio ammenda.è certo nelle mie intenzioni generalizzare ma vorrei proprio vedere qualche fatto a smentirmi. Intanto, per essere concreti almeno nelle proposte , quali dovrebbero essere questi aiuti alle imprese? Defiscalizzazione, miglioramento delle infrastrutture, investimenti pubblici? Solo la riduzione fiscale mette al riparo da deviazioni dall’intento iniziale. Le opere pubbliche abbiamo sotto gli occhi cosa comportano di ritardi, incompletezza e, corruzione a vario titolo. Sono curioso di sentire cosa chiedono gli imprenditori e naturalmente che risposte ottengono dalle varie componenti politiche medico, già presidente società italiana di fotografia 

GIORGIO TRIZZINO

 Ho letto l’Intervista all’assessore Roberto Lagalla qui. Analisi coerente con la realtà attuale ma c’è da chiedersi perché abbiamo sbagliato tanto negli anni passati.. deputato alla camera del movimento 5 stelle

GIGLIOLA MAGISTRELLI

 Troppi giovani lasciano l’Isola, dice l’assessore Roberto Lagalla qui Credo che sia fisiologico, i giovani si sentono non integrati nel lavoro in Sicilia e rispondono cercando altrove. Milano e Londra in primis. Città dove Il lavoro non manca mai. Ci vorrebbe un ricambio all altezza, cioè x ogni ragazzo laureato/a che va via un equivalente che viene in Sicilia per occuparsi di turismo, di agricoltura gallerista, titolare di artetika palermo

MARIUCCIA PECORARO

Ciao Giovanni. Con l’intervista all’assessor Roberto Lagalla , hai toccato un nervo scoperto. Il mio unico nipote studia alla Bocconi, con la speranza di trovare fuori dall’isola in futuro un lavoro Per tutti i nostri giovani ti assicuro che staccarsi dalla propria terra è molto spiacevole Grazie insegnante, presidente inneer Weel Palermo Villa Igea

SUL REDDITO DI CITTADINANZA

TULLIA RIZZO

Non va dimenticato che il legislatore soccorre in aiuto a quanti che, per menomazioni fisiche o psichiche, non siano in condizioni di svolgere attività lavorativa. Si tratta dei c.d. Invalidi o inabili civili che costituiscono un costo considerevole per le casse..erariali anche per le note distorsioni di un sistema che ha visto incrementare accanto al bacino dei legittimi destinatari degli aiuti di stato anche il vasto bacino dei c.d. falsi invalidi, non v’è proprio motivo per ritenere che analogamente non finisca con il succedere con il reddito di cittadinanza presidente della sezione lavoro della corte di appello di messina

ENZO GIAMBANCO 

Ciao Giovanni. Ho letto l’articolo di Tullia Rizzo sul reddito di cittadinanza ( qui ) . Io credo che gli effetti psicologici di decisioni politiche sono spesso più penetranti di quelli diretti, soprattutto quando, come sta avvenendo, la percezione prevale sulla considerazione. Il rischio del reddito di cittadinanzaè di ampliare i margini dell’assistenzialismo, da sollievo dalla povertà a risorsa per nullafacenti o base certa per lavoro in nero. Si obietta che qualcosa di simile ,con nomi diversi, esiste in quasi tutti i paesi europei. Perché allora non allinearsi ai livelli esistenti e spingersi invece in alto, come se potessimo permettercelo? Ovviamente solo per garantirsi appeal elettorale e certezza delle proprie comode posizioni, insperabili in una corretta dinamica sociale basata sull’impegno e la preparazione. Vorrei sbagliarmi, perché amo il mio paese, ma temo che corriamo verso un abisso di delusione e malcontento che finirà per esplodere, come sta già accadendo nel comparto agroalimentare. Nessuno ricorda le politiche keinesiane e la loro ricaduta sulla occupazione. Il nuovo non è sempre meglio. medico, già presidente nazionale della società di ginecologia

La successione degli interventi è determinata dalla data di arrivo a questo blog

 

SENZATETTO COSÌ…

      Enzo Giambanco segnala da Palermo.. “Homeless in via Ariosto ma ordinati e prudenti: evoluzione della specie….. medico, già presidente della società italiana di ginecologia

ELVIRA AMATA

  Caro Giovanni ho letto sul tuo blog l’editoria le di Pietro Busetta . quieditoriale sul dopo europee e condivido appieno l’analisi basata su fatti e non certamente su valutazioni di natura filosofica o ideologica. Manca però un accenno all’unico partito di centrodestra che ha dimostrato di avere un programma serio e soprattutto realizzabile rispetto al mezzogiorno. Mi riferisco a Fratelli d’Italia che ,ti garantisco , se arriverà al governo ,ed ho motivo di pensare che ci riuscirà , metterà in atto tutte quelle misure necessarie per colmare il gap negativo che oggi ci rende deboli rispetto al nord. Ma non lo farà per interesse o sensibilità nei confronti del sud ma perché la mia leder Giorgia Meloni crede in una Nazione Unita forte e competitiva nei confronti del resto d’Europa ed ha compreso che questo può avvenire solo se si riparte dal mezzogiorno. Quando vuoi approfondiamo la questione. Deputata all’Ars, presidente della Commissione Statuto

TULLIA RIZZO

 Correttamente il dottore Alessandro Albanese ha sottolineato che gli enti di formazione sovvenzionati dalla regione non possono oggi, ad esperienza fatta, essere considerati strumento unico deputato a tale obiettivo.“Tanto” danaro pubblico, nel caso di molti enti, non è “bastato” neppure per remunerare i formatori;  abbiamo avuto un grande contenzioso portato avanti da docenti e personale amministrativo, dipendenti di detti enti, ai quali a fine mese non veniva erogata la retribuzione; molti di questi enti sono stati posti in liquidazione; laddove, poi, sono anche intervenute le Procure della Repubblica. Quindi – forse – bisognerebbe incoraggiare la formazione nei luoghi di lavoro. presidente della sezione lavoro della corte di appello di messina 

MASSIMO MANISCALCO A propositi di quanto scrive, in questa rubrica, Enzo Giambanco, una considerazione breve. La possibile ricetta: Essere integralisti sul compimento dei DOVERI del proprio stato; infallibile anche se dura.

ENZO COSTA

 Ho letto le interviste  all’assessore Lagalla qui equi . Occorrerebbe distinguere i percorsi mirati all’auto imprenditorialità da quelli invece mirati a formare i futuri dipendenti dell’impresa. Poi andrebbero tagliati i costi alla formazione tradizionale per deviarli sui contratti di apprendistato. Magari sei mesi di stage, ma almeno altri sei mesi di lavoro retribuito. Il tempo dei regali è tramontato. Il resto sono chiacchiere e assistenzialismo con una platea estesa ( docenti/discenti/e aziende alla ricerca di lavoratori gratuiti ) non portano a nulla direttore della Confcommercio di palermo gli interventi sono pubblicati nell’ordine di arrivo

ALESSANDRO ALBANESE

 Il problema non è cosa ma come. Se il sistema sarà sempre quello dei centri di formazione assistiti non produrremo mai figure professionali valide per il già asfittico mercato del lavoro. La formazione professionale deve passare da fine a mezzo. vicepresidente vicario di Sicindustria 

ENZO GIAMBANCO

 Ho fiducia nel prof. Lagalla, non cieca ma motivata dal suo passato e dalla indiscutibile competenza. Ciò posto, considerato che la disoccupazione giovanile non è solo una perdita ma un incubatore di delinquenza, mi auguro che si riesca a fare squadra, come lo stesso Lagalla suggerisce, tra autorità politiche ed organizzazioni del mondo del lavoro. La mia preoccupazione è però rivolta alla ARS, indefessa incubatrice di interessi particolari e di protezioni assistenzialistiche. Verrebbe da dire: riuscirà il nostro eroe a lanciare il cuore oltre il prevedibile ostacolo? Glielo auguriamo perché formare giovani al lavoro non è solo un fondamentale della economia ma un progetto pedagogico per una società che ha dimenticato il valore dell’impegno, identificando anzi nella politica un comodo cortocircuito sociale. medico, già presidente della società italiana di ginecologia

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POLITICA E LINGUAGGIO TRA “GENTESE” E RIDONDANZE

CARMELO PETRONE

Caro Giovanni, al ragionamento di Gaetano De Bernardis , che pubblichi sul tuo blog e che condivido, qui aggiungerei un ulteriore elemento.In comunicazione – mi ha insegnato, all’università, il mio caro prof di teorie e tecniche della pubblicità, A.Zanacchi – vige una una regola da usare con parsimonia per una comunicazione efficace: quella della ridondanza. Secondo la teoria dell’informazione essa “ è la caratteristica di un messaggio composto da un numero di segnali superiore a quello teoricamente necessario, calcolato sulla base della complessità della fonte e della capacità del canale” (cfr. Ridondanza, in Franco LEVER – Pier Cesare RIVOLTELLA – Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche qui Il Linguaggio politico oggi, caro Giovanni, a mio avviso, è diffusamente ridondante e pertanto incapace di comunicazione autentica. Mi spiego con un esempio: se tutte le mattine, uscendo dalla porta di casa, vedo il bidone della spazzatura stracolmo di immondizia, col tempo quel bidone sarà da me percepito, non quale è -munnizza – bensì come un arredo urbanodir.ettore de “L’Amico del Popolo”, settimanale cattolico agrigentino

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IL PONTE SULLO STRETTO 

RIZZO

Ho letto l’articolo di Piero Busetta sul Ponte qui. Non mi sembra che con l’aria che tira il ponte sullo stretto possa essere preso in seria considerazione tenuto conto che non riescono a far partire la Tav ed avviare le altre opere strutturali già finanziate. Che almeno si pensi a consolidare i ponti delle nostre malandate autostrade e strade siciliane e ad accorciare i tempi dei percorsi stradali e ferroviari. Ci accontentiamo almeno di questo o no? magistrato

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 FARFALLE E VITIGNI  

un click QUI per vedere le immagini dall casa delle farfalle

BARTOLOMEO ROMANO

Caro Giovanni, la casa delle farfalle e il museo dei vitigni qui e qui sono, finalmente, buone notizie. 

Combattiamo la crisi con ciò che di meglio abbiamo: fantasia e intelligente recupero delle nostre radici, non solo in senso materiale. Mi piacerebbe commentare più spesso buone notizie, perché l’ottimismo moltiplica le energie e si traduce in spirito di emulazione. ad entrambi per le positive energie che ci trasmettono: raccogliamo e diffondiamo le buone notizie: anche questo è costruire senso di appartenenza e spirito di comunità. avvocato penalista, professore all’università di Palermo.

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PALERMO E RIFIUTI

da CRONACHE ANNOSE ( qui ) 

GIUSEPPE LO TORTO
Avete notato che non ci sono (quasi) più i gatti randagi ? 
Merito delle “gattare” che li adottano ? O, forse (più probabile) anche i gatti si rifiutano di muoversi fra la spazzatura ? In quest’ultimo caso c’è da sperare che anche i cani, malgrado i padroni

si rifiutino di produrre i loro bisogni sui marciapiedi, nelle conche degli alberi, sui muri dei palazzi, ecc. per salvaguardare la propria igiene (canina). Ingegnere, componente commissione tributaria

GIOVANNA MARTORANA

L’idea di colorare i cassonetti potrebbe essere bella, però, non credo sia sufficiente per sensibilizzare i cittadini al rispetto dell’ambiente.I valori civili si apprendono all’interno della propria famiglia _: da lì inizia il rispetto per gli altri e la collettività. Inoltre, contributo importante deve partire dalla scuola, per sensibilizzare al senso civico le nuove generazioni, in quanto, in una società dove il livello di fiducia è quasi inesistente, tutto funziona male.

BARBARA TERRRANA

Cassonetti a colori ? Guardando leCRONACHE ANNOSE ( qui )  mi convinco che non ci dovrebbero essere più i cassonetti. E per la differenziata c’è già un colore da rispettare. Io, ovviamente,  li incollerei tutti…Di carta o multe!. Pittrice, collagista 

pittrice, autrice di collages

UGO ROTOLO

Hanno ragione Gigliola Magistrelli e Teresa Spagnuolo ( leggi qui sotto ndr ): il colore nei cassonetti potrebbe migliorare l’immagine della nostra città. Per conciliare conferimento dei rifiuti e ordine/pulizia l’unico colore da adottare è quello rosanero

nefrologo

TERESA SPAGNUOLO

Ho letto la proposta di Gigliola Magistrelli ( qui sotto ndr ). Sì è bella l”idea di colorare i cassonetti. Darebbe un po’ di colore al grigio che ci circonda ogni giorno, e magari le persone diventano più sensibili e cercano di fare del meglio per rispettare il nostro ambiente.

operatrice asp di palermo

GIGLIOLA MAGISTRELLI

A proposito delle tue CRONACHE ANNOSE su Palermo e rifiuti, ( qui ) pongo una questione, sui cassonetti. Al posto di quelli che c’erano, anziché le discariche odierne, creare un colore universale per ogni contenitore. Rosso differenziata ,giallo vetro, verde carta, nero organica, plastica arancione. Con la scritta enorme. Elementary gallerista, titolare di artetica a palermo

La bellezza nei cassonetti ? Ottima idea. NeI , nel mio piccolo, ho provato. Ricordi quella iniziativa del Gds di colorarli ? Magari affidando il compito alle scuole dei vari quartieri ? Ho ottenuto la collaborazione di Maurilio Catalano. Ne abbiamo foderati alcuni con ancore e barche … Poi più nulla . Peccato. Ma l’idea resta buonagp

LA SICILIA E LA CRISI

Il porto di palermo da GUARDANDO IN GIRO, gallery di giovanni pepi QUI

ENZO GIAMBANCO

Ciao Giovanni, ho letto la tua intervista al Prof. Armao qui e provo a proporre una visione intermedia tra il suo ottimismo ed il tuo scetticismo. Indubbiamente i dati snocciolati dal Vice-Presidente della Regione indurrebbero a ben sperare sul prossimo futuro, se non avessimo sotto gli occhi una realtà che frana come tutte le strade della provincia di Palermo. Infrastrutture fatiscenti, comunicazioni filoborboniche, corsa in massa al reddito di cittadinanza, persistente infiltrazione mafiosa nelle amministrazioni locali, abusivismo dilagato contro cui si fatica a reagire, e qui mi fermo per carità di patria, non sono proprio segnali di benessere.

 

Tuttavia credo sia giusto dare atto alla Giunta in carica dell’impegno che mostra nel correggere quanto si può e considerare congruo un biennio per il riordino dei conti. Attenzione però a non scivolare sulla precarietà dei rapporti politici, sacrificando importanti realtà culturali, come FOSS e Teatro Biondo, sull’altare dello scambio di favori. La credibilità, è stato ricordato, è un bene prezioso, anche in vista di quegli investimenti auspicati da Armao. Sarebbe sciocco giocarsela per qualche posticino di sottogoverno. Apriamo dunque un credito a questa politica ma vigiliamo sui comportamenti ed esigiamo interventi tempestivi, corretti e sostenibili,medico, già presidente della società italiana di ginecologia 

ROBERTO BERTOLA

già regional manager del banco di sicilia, cittadino onorario di palermo

È indubbio che la Regione Sicilia abbia un forte handicap e generalizzato. Per questo non può che impostare una politica di medio periodo. Anche il solo il cambiare spesso chi la governa acuisce la difficoltà nel programmare. Non conosco il governatore ma, nei miei anni in Sicilia, ho avuto la fortuna di osservare da vicino la capacità di guardare più lontano dei soliti politici, forse perché non lo è realmente, di Gaetano Armao. L’augurio che faccio alla Sicilia è che possa averlo al timone per un tempo congruo. La aiuterebbe per i conti
in senso stretto ma anche, e non è affatto secondario, per un recupero di credibilità esterna non più rimandabile. Buon lavoro.

ANZIANI E ALZHEIMER ..

GIGLIOLA MAGISTRELLI

Ho letto gli articoli di Tommaso Di Bella sull’alzheimer( qui ) e ( qui ) La sfera sessuale dell’anziano, cui fai riferimento nel tuo commento, che è pure espressione di buona salute in un organismo che invecchia, era un argomento poco considerato dalla comunità scientifica fino a poco più di quarant’anni addietro. Bisogna aspettare il 23° congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria tenutosi a Trieste nel 1976 per trovare una tavola rotonda che trattasse l’argomento 

Mi sarebbe piaciuto nell’87 essere presente al master al quale hai partecipato tu con evidente lungimiranza, atteso che pochi anni dopo si sarebbe verificata una autentica rivoluzione nel mondo della sessualità dell’anziano in gran parte indotta e sponsorizzata dalle case farmaceutiche che mettevano in commercio i primi “inibitori delle fosfodiesterasi-5” antesignano dei quali è stato il sidenafil (VIAGRA). gallerista, titolare di artetika a palermo.

TOMMASO DI BELLA

Complimenti Gigliola per la tua attenzione e sensibilità su un tema così complesso e multidimensionale come l’invecchiamento cerebrale, del resto complesso e multi fattoriale è il fenomeno dell’invecchiamento nella sua globalità, in quanto racchiude tutte le “sfere”

in cui orbita il mondo senescente ovvero quella biologica, sociale, familiare, affettiva, cognitiva, economica, abitativa e tutte, nessuna esclusa, si embricano ed interagiscono nel determinare la buona salute dell’anziano. Per mitigare i tuoi timori su gli anni che inevitabilmente avanzano tieni conto che è stato calcolato ogni cinque anni un aumento della vita media di circa un anno e del tutto recentemente la società scientifica di Gerontologia e Geriatria in occasione dell’ultimo congresso nazionale tenutosi a Roma lo scorso Dicembre ha sancito come non più applicabile il criterio del limite di 65 anni oltre il quale si entra nell’età geriatrica, ciò in considerazione del fatto che lo stato trofico ed il livello di benessere e di autosufficienza di un over 65 di oggi è paragonabile a quello di un cinquantenne di mezzo secolo fa, pertanto oggi l’età geriatrica si fa decorrere dai 75 anni in poi .geronbtologo, dirigente dell’asp di trapani

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PALERMO E RIFIUTI ….

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da CRONACHE ANNOSE ( qui )  

GIOVANNA MARTORANA 

L’idea di colorare i cassonetti potrebbe essere bella, però, non credo sia sufficiente per sensibilizzare i cittadini al rispetto dell’ambiente.I valori civili si apprendono all’interno della propria famiglia _: da lì inizia il rispetto per gli altri e la collettività. Inoltre, contributo importante deve partire dalla scuola, per sensibilizzare al senso civico le nuove generazioni, in quanto, in una società dove il livello di fiducia è quasi inesistente, tutto funziona male.

BARBARA TERRRANA

Cassonetti a colori ? Guardando leCRONACHE ANNOSE ( qui )  mi convinco che non ci dovrebbero essere più i cassonetti. E per la differenziata c’è già un colore da rispettare. Io, ovviamente,  li incollerei tutti…Di carta o multe!. Pittrice, collagista 

UGO ROTOLO

Hanno ragione Gigliola Magistrelli e Teresa Spagnuolo ( leggi qui sotto ndr ): il colore nei cassonetti potrebbe migliorare l’immagine della nostra città. Per conciliare conferimento dei rifiuti e ordine/pulizia l’unico colore da adottare è quello rosanero

TERESA SPAGNUOLO

Ho letto la proposta di Gigliola Magistrelli ( qui sotto ndr ). Sì è bella l”idea di colorare i cassonetti. Darebbe un po’ di colore al grigio che ci circonda ogni giorno, e magari le persone diventano più sensibili e cercano di fare del meglio per rispettare il nostro ambiente.

operatrice asp di palermo

GIGLIOLA MAGISTRELLI

A proposito delle tue CRONACHE ANNOSE su Palermo e rifiuti, ( qui ) pongo una questione, sui cassonetti. Al posto di quelli che c’erano, anziché le discariche odierne, creare un colore universale per ogni contenitore. Rosso differenziata ,giallo vetro, verde carta, nero organica, plastica arancione. Con la scritta enorme. Elementary

gallerista, titolare di artetica a palermo

La bellezza nei cassonetti ? Ottima idea. NeI , nel mio piccolo, ho provato. Ricordi quella iniziativa del Gds di colorarli ? Magari affidando il compito alle scuole dei vari quartieri ? Ho ottenuto la collaborazione di Maurilio Catalano. Ne abbiamo foderati alcuni con ancore e barche … Poi più nulla . Peccato. Ma l’idea resta buona gp

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PALERMO E PARCHEGGI…

da GUARDANDO IN GIRO altre immagini guardando qui

UGO ROTOLO

Ciao Giovanni . Ho visto la tua foto in GUARDANDO IN GIRO con le due auto rosse appiccicate posteggiate , come dici nel titolo “ , a misura…” (qui ) e penso al panormosauro automobilista : ottimo guidatore, posteggiatore pieno di inventiva, soprattutto nella beneamata doppia fila nefrologo

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Nel dibattito su Sicilia e Crisi interviene Pietro Busetta

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PIETRO BUSETTA

Ciao Giovanni, dopo quanto andiamo dicendo in questo Blog su Sicilia e crisi, è più che sconfortante vedere una Assemblea Regionale che non ha una idea di quale deve essere lo sviluppo della Sicilia! Attenta soltanto a soddisfare le rendite posizione che i singoli rappresentano! Le società a sviluppo ritardato sono caratterizzate da una classe dirigente inadeguata! Per questo hanno necessità di più centralismo! 1.350,000 occupati compresi i sommersi e 5.000.000 di abitanti e giochiamo in Assemblea Regionale….  70 difensori di rendite di posizione che cercano soldi per i propri “parrocciani protetti “e se ne fottono dei “ disperati “ ai quali non resta che emigrare! Complici le ideologie che ammantano il tutto di sani principi economista, autore del libro Il coccodrillo si è affogato” qui

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economista, autore del “il coccodrillo si è affogato”
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Palermo e rifiuti, traffico e inciviltà denunciate in CRONACHE ANNOSE ( qui e in FOTO LORO ( qui )  , dopo Roberto Bertola, interviene oggi Bartolomeo Romano

BARTOLOMEO ROMANO

Roberto Bertola ( leggere qui sotto ndr) fa considerazioni in gran parte condivisibili. Ė vero che quando ci rechiamo all’estero, naturalmente in Paesi che noi stessi riteniamo più “civili”, ci comportiamo generalmente meglio di quanto facciamo nella nostra Terra. E, forse, è anche verosimile che taluni stranieri finiscano per adattarsi alla inciviltà localmente percepita. Ma è ancora più vero che dovremmo diffondere, con tutti i mezzi, la educazione civica, che spesso altro non è che il rispetto degli altri e della cosa comune. Mi vengono in mente automobili in movimento dalle quali fuoriescono fazzoletti, sigarette bicchieri e bottigliette di carta; ma anche negozianti che puliscono le “putie” e versano tutto non nel marciapiedi davanti al negozio (ancora loro), ma sulla pubblica via. O anche i rifiuti gettati ovunque e fuori degli orari consentiti.

Certo, molte sono le colpe nella raccolta dei rifiuti, a giudicare dai cestini ricolmi nei quali, pur volendo, non entra più nulla. Ma molto potremmo fare noi.
Ricordo una pubblicità di molti anni fa (pubblicità-progresso) nella quale, pur sorridendo, un notissimo comico (Pino Caruso) censurava i cittadini che ponevano in essere comportamenti inurbani: forse, sarebbe il caso di riprenderla…

ROBERTO BERTOLA

Caro Giovanni, nel nostro approccio alla pulizia e alla educazione urbana conta molto il contesto che troviamo e che viviamo. I siciliani e, perché no, gli italiani sono molto attenti alle regole locali, quando si trovano all’estero. Non lo sono magari a casa loro. Ricordo ora un episodio di uno straniero in Italia. Anni fa avevamo avuto ospite un coetaneo inglese dei nostri figli.

Una sera estiva tutti i ragazzi gustavano una coppetta di gelato. Terminato il gelato, Cris , cosi’ si chiama, gettò la coppetta vuota in un angolo della via. Mia moglie, facendogliela raccogliere: “ Cris perché? In Inghilterra non lo avresti fatto!”. Risposta: “ Qui ci sono altri bambini che lo fanno. In Inghilterra ci fanno la multa”. Io confesso di aver lasciato in Sicilia l’auto in seconda fila. Dove vivo ora non lo farei mai. L’effetto imitativo e il contesto in cui si vive fanno molto. Un’ultima constatazione. Anche in Sicilia ci sono situazioni molto diverse fra luogo e luogo, fra città e città. Viva l’educazione civica nelle scuole. banchiere, già ad del banco di Sicilia, cittadino onorario di palermo

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TERESA SPAGNUOLO

Ciao Giovanni. Ho visto in CRONACHE ANNOSE la tua foto dal titolo IMITAZIONI ( qui ) Capisco l’ironia. Ma mi par di capire che qui si pratica la raccolta differenziata. Se non ci sono i contenitori a chi bisogna rivolgersi …?

 

operatrice asp di palermo 

Hai ragione. Ma un  po’ di ironia può essere utile per non ripetere le cose che spesso diciamo in questo blog in una città dove , in materia di rifiuti, nessuno è innoccente.  gp

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Sull’intervista ad Alessandro Albanese, leader di Sicilìindustria ( ( qui ) interviene Bartolomeo Romano

BARTOLOMEO ROMANO

Ho letto con stupore e sconcerto l’intervista di Albanese ( qui ) In un quadro a tinte fosche, quale quello dipinto a più mani sulla situazione economica siciliana, la rivelazione che ci sarebbero 4 miliardi bloccati dalla politica e daĺla burocrazia, appare quasi surreale. Se fosse vera, significherebbe, infatti, che la Sicilia è veramente irredimibile (come, per altre considerazioni, aveva affermato Sciascia). Non so, quindi, se sia più confortante pensare che quella di Albanese sia una provocazione o una esagerazione. A questo punto, mi piacerebbe proprio sentire i politici e i burocrati. Non credo sia questione da lasciare sospesa professore penalista, avvocato, già consigliere superiore della magistratura

Scrivevo nel Taccuino  qui )che, sull’economia , questo governo  di Roma oscilla tra bugie e illusioni. Intervengono Enzo Giambanco e Gigliola Magistrelli

ENZO GIAMBANCO

Cosa sono le illusioni se non bugie narrate a se stessi? Il rifiuto della conoscenza, l’esaltazione della improvvisazione fanno da scudo alla malafede. Pur essendo dei parvenus questi signori dispongono di strutture consolidate e stabili. Delle due l’una: o non si fidano dei collaboratori o se ne infischiano davanti ai loro interessi di parte, cioè alla cattura del consenso. Tertium non datur. Sembra non si possa governare senza bugie. Ma dove sono finiti i cavalieri della trasparenza? medico, già presidente della società’ nazionale di ginecologia 

GIGLIOLA MAGISTRELLI

Giovanni, no, purtroppo non hai tortoÈ un Governo improvvisato, di incompetenti. Ma la mia è solamente una constatazione. 

Ne ho vissuto una decina di Governi da Gronchi a Pertini, passando per Leone. Ma la  leggerezza è vacuità di questo non l‘avevo mai vista. gallerista, titolare di artetika a palermo

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Sull’interviste ad Alessandro Albanese, presidente vicario di Sicindustria ( QUI  e  qui ) intervengono Patrizia Di Dio e Gigliola Magistrelli

PATRIZIA DI DIO

La politica si sta sempre più avvitando su politiche di assistenzialismo e non di crescita economica. Solo le imprese possono garantire lavoro vero. Per questo occorre sostenerle e mettere in moto meccanismi di sviluppo. Ma nell’agenda politica vediamo sempre meno la parola economia ( quella vera). In più non si parla di infrastrutture per il sud che già arretrato rischia di sprofondare negli abissi di standard da paesi sottosviluppati. Ma gli imprenditori al Sud senza rendite di posizione faticano ancor più perché non solo hanno un ambito molto più povero, ma a parità di tasse e impegni, hanno pessimi standard di servizi, trasporti, infrastrutture. A ciò si aggiunge che le città del sud stanno risentendo delle difficoltà finanziarie e ciò sta peggiorando tutti i sevizi delle amministrazioni del sud rispetto a quelli del nord per cittadini e imprese. Insomma gli imprenditori del sud siamo imprenditori di serie A perché dobbiamo faticare il triplo rispetto ai colleghi del nord, per rimanere sul mercato ed essere competitivi nonostante tutto.Non pretendiamo assistenzialismo. Vogliamo solo serie politiche di sviluppo investimenti infrastrutturali per darci degli standard almeno minimi. presidente confCommercio di Palermo, presidente nazionale del gruppo terziario donna

GIGLIOLA NMAGISTRELLI

La Sicilia è un rebus. Tanta gente di buona volontà, tanta bellezza e storia equivale a tanto immobilismo. Per noi che l’abbiamo scelto a Milazzo è sempre un luogo di incantesimi e grande Fascino. Ma ogniqualvolta che si cerca di”tirarla su”ripiomba nel suo morbido modo di non rispondere alle sollecitazione di dare una autentica svolta. Allora ci si esaspera, oppure ci si adegua. gallerista, titolare di Artetika di Palermo

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Su raccolta con scasso, una foto di CRONACHE ANNOSE, interviene Teresa Spagnuolo 

TERESA SPAGNUOLO
A proposito di quest’ultimo scatto su CRONACHE ANNOSE dal titolo “raccolta con scasso”.dico  che come un pittore dipinge la sua tela pittore dipinge le sue tele, anche il nostro amico scultore palermitano realizza la sua opera. A vedere questa opera d’arte contemporanea ci lascia esterrefatti. Operatrice dell’Asp di Palermo
 

Sui parcheggi selvaggi a Palermo, anche nelle striscie pedonali, dopo l ssegnalazione di Giovanna Martorana in FOTO LORO  , Interviene Giuseppe Torto

GIUSEPPE LO TORTO 

Trovo più che opportuna la denuncia di Giovanna Martorana in FOTO LORO ( qui ) con l’auto parcheggiata sulle strisce pedonali A proposito di attraversamenti pedonali condivido il giudizio, pessimo, sugli automobilisti che li espropriano ai pedoni.Per altro verso, con riserva di migliori approfondimenti e idonee argomentazioni, voglio esprimere che al pedone compos sui non è lecito “tuffarsi” sull’attraversamento in nome della precedenza che gli è dovuta, ma soltanto dopo aver accertato di essere stato avvistato dal conducente. Consentimi infine un piccola e innocua domanda a proposito della tua foto in CRONACHE ANNOSE  che in quadra ilwater buttato ( qui ). “Vespasiani…” Tu titolo. E siama il pil migliorerà ?

inciviltà e immondizie a Palermo, documentati nelle gallery di SE E’ COSÌ, intervengono Gigliola Magistrelli e Teresa Spagnuolo

Una immagine della Gallery RIFIUTI E CRONACHE ANNOSE. Un click QUI 

GIGLIOLA MAGISTRELLI

Ciao Giovanni, seguo le tue CRONACHE ANNOSE qui,con indignazione e anche una amara noia. Il discorso su i rifiuti è ormai talmente sviscerato che anche una virgola è già stata detta. L’unica cosa che mi viene in mente e che ho cercato dire più di una volta è la civiltà del palermitano..Manca la base del popolo, quello che mia madre chiamava popolino. gallerista, titolare di artetika a Palermo

TERESA SPAGNUOLO

Ha fatto bene Giovanna Martorana nel denunciare in FOTO LORO (qui) l’inciviltà dell’auto parcheggiata in zona rimozione. Anche se vedi un divieto, mi raccomando non ti preoccupare, qui a Palermo tutto è possibile. Mi viene una rabbia a vedere questa situazione e mi dispiace che il comune non prende mai sul serio la grave situazione che si prese. Quanto alle CRONACHE ANNOSE , siamo alle solite : la cosa che più mi colpisce, nel reportage che dedichi ai rifiuti,è che il bravo cittadino palermitano preferisce abbandonare i rifiuti ingombranti in luoghi dove c’è la segnaletica che indica zona rimozione. E’ finito lì ancheil waterdell’addaura ( foto qui sopra ). Forse è un invito a rimuovere al più presto il male fatto alla sua città…Ma io dico palermitano ra nascita!Perché non ti metti la testa dentro il tuo bel wc ? Sei maleducato. Servono più controlli, è ora di dire basta. operatrice dell’asp di palermo 

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Su anziani solitudine e salute, di cui ha scritto in questo blog il gerontologo Tommaso di Bella ( QUI e QUI ) a confronto l’autore con Gigliola Magistrelli 

GIGLIOLA MAGISTRELLI

È vero. Gli anziani sono un patrimonio di tutti noi. Hanno carattere impossibili e sono difficili da gestire, ma specialmente quelli soli sono i più precari…fragili….e tra un po’ tutti noi ci arriveremo..gallerista, titolare di di Artetika a palermo

TOMMASO DI BELLA

Riguardo l’osservazione su caratteri impossibili e la difficoltà nel gestirli osservate dalla Dott.ssa Magistrelli, si impongono alcune considerazioni sul normale processo di invecchiamento della personalità del soggetto senescente e sulle anormalità di questo processo in genere cagionate da fenomeni di invecchiamento cerebrale patologico, del resto in ambito psicogeriatrico l’interesse per la conoscenza della personalità “normale” risulta un approfondimento imprescindibile per la conoscenza della patologia e dei meccanismi che la sostengono.E’ stato ad esempio rilevato che la maggior “rigidità” constatabile nei soggetti sopra i 60 anni è in realtà un dato che tende a ridursi di generazione in generazione, evidenziando quindi un’influenza determinante di fattori socio-culturali, permettendo di ipotizzare una maggiore flessibilità ed adattabilità negli anziani del domani.

Da sottolineare invece un comune spostamento dell’interesse dal mondo esterno al mondo interno che prende avvio già prima della terza età, d’altra parte molti sono i fattori personali e sociali ...che inducono l’anziano ad un graduale ritiro e restringimento dei suoi interessi. Questa tendenza all’introversione è probabilmente la caratteristica che più costantemente si presenta come cambiamento della personalità età dipendente. Diversa “lettura” va data alla comparsa di atteggiamenti di diffidenza ed aggressività o peggio di deliri a tema persecutorio che integrano il “cluster” sintomatologico di un incipiente decadimento delle funzioni della corteccia frontale, evento comune nelle demenze vascolari, atteso che quella zona dell’encefalo controlla le capacità di critica e di giudizio e le capacità logico-astratte, quindi in estrema sintesi la possibilità della convivenza civile con altre persone. gerontologo, dirigente asp di Trapani

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Le interviste legate alla mostra su Santa Rosalia, in corso all’ARS, QUI , QUI e QUI ).pubblichiamo un confronto tra Enzo Giambanco e Patrizia MonterossoLE 

ENZO GIAMBANCO

Il Teatro Greco a Siracusa, lo slancio rinnovato del Teatro Massimo, il sostegno assicurato ai piccoli teatri, le attività culturali nella Valle dei Templi: tutti esempi del contributo della cultura alla economia isolana. Perché allora anche esempi negativi, di non riconoscimento dei meriti solo per mancata appartenenza, vedi Teatro Biondo e Orchestra Sinfonica? Forse il modello aziendale di cui parla la Monterosso regge solo in assenza di contributi? Si chiede troppo alla politica, anche oggi che qualcuno culturalmente dotato c’è, di rispettare valori e meriti basandosi solo sui risultati? Medico, già presidente della società nazionale di oncologia 

PATRIZIA MONTEROSSO

“ll modello aziendale senza contributi è a mio avviso più lineare perchè educa a camminare con le proprie gambe. Ciò comporta innanzitutto pianificazione e una grande dose di autocritica mirata al miglioramento costante, nel nostro caso della fruizione del bene culturale e degli eventi organizzati. È ovvio che laddove ci troviamo di fronte a organizzazioni elefantiache risulta più complesso fare a meno di contributi.

La differenza è rappresentata da come vengono utilizzati perchè….il rischio  è che diventino “a perdere”: vanno destinati all’innovazione, intesa come tecnologie o come strategie, che portino migliorie e conseguente moltiplicazione a regime del fatturato aziendale. Devo dire che abbiamo avuto recentemente esempi in Sicilia e a Palermo di istituzioni culturali ben gestite nonostante ereditassero situazioni disastrose, allora oggi più che mai in qualsiasi contesto i risultati devono assolutamente determinare le scelte”. direttore generale della fondazione federico II

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Una nuova serra serra per le cactacee , all’orto botanico di Palermo ( QUI E QUI ) intervengono da Loffredo e Manlio Speciale 

ADA LOFFREDO

Sono piante molto intriganti. Personalmente le amo molto e ne posseggo qualcuna di cui vado molto fiera. C’è un grosso problema, sono difficili da accudire nel senso che il travaso è difficilissimo essendo dotate di spine simili ad armi. Le guardo con ammirazione e dico loro di avere pazienza se stanno un po’ strette, cercheremo il modo di aiutarle, ma loro rispondono bene per fortuna. pittrice 

MANLIO SPECIALE

Per rinvasarle la cosa migliore è avvolgerle ben bene con sacchi di iuta de caffè e aiutarsi con dei robusti guanti di cuoio. E sempre durante la stagione calda!

Curatore dell’Orto Botanico di palermo 

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La mia nota in taccuino su governo, economia e promesse…Dopo Patrizia Di Dio, Enzo Giambanco e Gigliola Magistrelli , interviene Roberto Bertola

ROBERTO BERTOLA

Caro Giovanni, la tua “secondo voi esagero?” qui la posso solo considerare una domanda retorica. Avere frequentemente argomenti sui quali si possa essere informati, leggere opinioni diverse e, volendo, intervenire liberamente, è certamente di per se un valore. Mi sembra di essere seduto nel salotto di casa tua con alcuni amici, coi quali parlo a ruota libera senza un canovaccio prestabilito. E tu, conoscendomi bene, intuirai che, per me che sono molto interessato alla Sicilia, ma non sono fisicamente li, leggere non solo le parole, ma avere anche spesso immagini, mi fa sentire ancora di più a Palermo con te, con Voi.

Già AD del Banco di Sicilia, cittadino onorario di Palermo

PATRIZIA DI DIO 

Noi del mondo delle imprese, aspettiamo che il governo restituisca questo importante ingrediente che è la fiducia. Le cose che noi chiediamo al governo le stiamo ripetendo da tanti mesi: il blocco degli aumenti e dell’Iva, il controllo del deficit e del debito, le riforme economiche e sociali.

Nella manovra, dopo una una crisi politico-istituzionale che ha prodotto fibrillazione nei mercati e grande preoccupazione per imprese e famiglie. Confidiamo che il nuovo Esecutivo lavori prioritariamente su due binari: da un lato consolidare il processo di riduzione del debito pubblico e di controllo del deficit per avere più margini di flessibilità in Europa, dall’altro proseguire il percorso delle riforme economiche e sociali, iniziando dal blocco degli aumenti Iva che sarebbero un colpo mortale per i consumi. proposito di Iva abbiamo una forte preoccupazione perché, per quanto riguarda il 2020 e il 2021, ci sono clausole di salvaguardia molto più pesanti rispetto a quelle del 2019. In un momento di forte rallentamento della crescita, verificare un aumento dell’Iva significherebbe fortemente minare la fiducia di imprese e di famiglie. Occorrono scelte per la crescita e l’occupazione che sono il modo migliore, l’unico, di ridurre progressivamente il debito pubblico.
E poi per ridare fiducia a famiglie, imprese e mercati è vitale contribuire al dialogo e alla coesione sociale, portando la voce dell’economia reale alla politica. presidente confcommercio palermo, presidente nazionale gruppo terziario donna 

ENZO GIAMBANCO

Caro Giovanni,  In assenza di un filo conduttore ci si propone un contratto, che di solito prevede dei contraenti che si chiamano anche controparti. Ce l’avevano tanto con i proclami di Renzi, rivelatisi suicidiari , ma loro che fanno? Manca selfie di Salvini in veste di Tom Mix che galoppa a catturare Battisti, mentre Di Maio impartisce lezioni di economia alla Bocconi. Il senso del ridicolo è stato storicamente un argine alla improvvisazione e al l’arroganza. Se ne è persa traccia. Capisco che tanto non basta a definire un avvenire gravido di i

preoccupazioni ma è difficile prescinderne in quanto condiviso dalla maggioranza del paese. Credo, io per primo, di essere un illuso ma ritengo che solo riproponendo idee alte, e vi vedo anzitutto gli Stati Uniti di Europa, si possa sperare di ricostruire un tessuto sociale ispirato alla ragione e non al rancore e al l’invidia. Le maggioranze hanno il compito di guidare la realtà, il presente, alle minoranze spetta di immaginare il futuro e proporre le soluzioni. Il nostro Risorgimento nazionale ne è uno storico esempio, come osservava Luigi Salvatorelli. Preferisco rimanere minoranza, come sono sempre stato, perché mi interessa la vita dei miei nipoti, non la mia. Medico, già presidente della società italiana di ginecologia

GIGLIOLA MAGISTRELLI 

È così grave il problema che solo un giornalista come te può scriverne senza uscire fuori dalle righe. Io, comune mortale che subisco , da 11 anni ,una regressione sempre più grave, uno tsunami di mancata clientela, ove si è azzerata la classe media che è l’unica che, per noi, creava reddito.Licenziare non basta più…Trovare sbocchi per riuscire ad alzare le serrande? Il cibo? Inflazionato anche quello. Si va a tentoni…Tutto sembra essere  

già fatto ed una classe politica che mistifica il suo ruolo entrando in divise strettissime o evocando boom… Gallerista, titolare di Artetika

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Su Palermo e rifiuti intervengono Teresa Spagnuolo e Giovanna Martorana .

TERESA SPAGNUOLO 

Ciao Giovanni. Seguo le tue CRONACHE ANNOSE , utile reportage fotografico sui rifiuti a Palermo ( qui ). Ecco le mie considerazioni su due foto. La prima che ritrae la campana per il vetro con la scritta in grande.: Se butti immondizia qui sei un porco” : Devo aggiungere : porco lo sei pure tu che hai imbrattato un bene collettivo.Allora prima di giudicare gli altri guardati interiormente. Questo è il mio pensiero. Quanto poi al contenitore incatenato al cestino , siamo alle solite. Perché ,tu lo sai,  a Palermo non posteggi l’autovettura sotto il marciapiedi, ma ci metti pure due sedie, un contenitore per la raccolta dei rifiuti e interi stend per esporre ciò che vendi. E guai se osi chiedere di spostare qualcosa. Operatrice dell’Asp di Palermo

GIOVANNA MARTORANA

Finché i servizi non funzionano, i cittadini si sentono autorizzati a non rispettare le regole. operatrice d’arte

quanto scrivo, nel  Taccuino ( più sotto a sinistra) , sul Papa, l’Europa e i migranti,  intervengono Francesco Storace, Giuseppe Lo Torto e Gigliola Magistrelli.

FRANCESCO STORACE 

Caro direttore, offri una riflessione che merita più seria politica che solita propaganda. È possibile uscire dall’imbuto accoglienza o rifiuto. Va invertita totalmente la tendenza e mi piace la strada proposta da Giorgia Meloni:

il traffico di esseri umani va stroncato alla radice, con il blocco navale al largo delle coste libiche. C’è un illustre precedente, lo attuò Prodi in Albania. E poi attivare massicci investimenti comunitari in Africa. Solo così li aiutiamo a casa loro. militante di fratelli d’Italia

ROBERTO BERTOLA 

Prima di tutto vorrei capire: non accogliamo nessuno (Salvini); – accogliamo 15 persone ( Conte); -accogliamo donne e bambini ( Di Maio). Quale è la reale linea del governo? Viva l’umanità, ma anche la coerenza e l’unità di intenti del governo.

Già AD del Banco di Sicilia, cittadino onorario di Palermo

GIUSEPPE LO TORTO

Ciao Giovanni. Ho letto le tue note nel Taccuino sulla questione dei migranti. Ma io voglio , se mi consenti, “Volare” al di sopra di etichette politiche e, per un istante, non sconfinare sulla legittimità degli interventi dei sindaci.

Desidero soltanto evidenziare la rozza volgarità di chi con l’arroganza del potere continua a parlare di “pacchia”, grazie a lui finita, senza null’altro saper esprimere  (troppo ovvi i semplicistici richiami al rispetto delle leggi).  È possibile che questo sia l’invocato “cambiamento” ? A parer mio sembra che stia soltanto avanzando “il vuoto” ! Ne è ammissibile ritenere che la forza delle idee promani da giubbotti di “corpo” che si indossano Consiglierei comunque di cancellare la maschera beffarda che la natura ha voluto regalare al viso di qualcuno … ingegnere, consulente giudiziario 

GIGLIOLA MAGISTRELLI

In alcune cose sono Francesco dipendente. Trovo che sia con Mattarella una luce nel buio In Europa è un po’in ritardo su i doveri su i migranti. L’impressione è che se ne frega altamente.Ma è solo un pensiero cattivo gallerista , titolare di artetika 

Si diffonde nel nord del paese la moda di acquistare case Sicilia ( leggere qui ). Il fenomeno rilevato su questo blog da Giulia Garbi suscita un dibattito tra lei e Giuseppe Lo Torto 

GIUSEPPE LO TORTO

Chiedo venia se leggo con grande ritardo le preziose considerazioni di Giulia Garbo: oltre a non possedere le virtù di uno scrittore, mi trovo in questa fine anno “aggredito” da una serie di incombenze professionali e non. Mi piace tuttavia alimentare la fiammella che, con indiscutibile “garbo” Giulia ha acceso (Garbo di nome e di fatto !) Allora, in estrema sintesi. 1 ) la “Signora del nord”, malgrado invochi una sorta di “fusione” fra nord e sud (finora soltanto immaginata …purtroppo) continua a distillare concetti , ahimè, del nord) ( leggere qui  2) non esistono “piagnistei”   ne’ “immobilismi, ne’ giovani diversi da quelli “italiani”; e neppure genitori che spingono al pessimismo (sarebbe contro natura) i propri figli;  la “rassegnazione meridionale” è ormai una leggenda, a meno che non  si alluda a fenomeni di malavita di cui anche la letteratura più popolare si è ampiamente occupata.  La cronaca degli ultimi anni ha rivelato come la malavita (mafia, ecc.) sia ormai incentrata sui grossi affari i cui proventi vengono investiti in più direzioni lecite (acquisto immobili ?). 3) Quanto alle case con l’anima in Sicilia, la loro vendita rinfrancherebbe certamente i proprietari che non possono più mantenerle; ma gli acquirenti del nord (scusa se insisto nella discriminazione) saranno capaci di acquisirne anche la cultura storica , senza trasformarsi in affittacamere o gestori di ricevimenti a pagamento ? Sono simpaticamente provocatorio  ?  È quello che volevo  (anche se in ritardo) ingegnere, consulente giudiziario

GIULIA GARBI 

La salvezza è personale. In Sicilia che negli ultimi tre anni frequento con assiduità ho soggiornato sempre in B&B gestiti da proprietari sicilianissimi che hanno ben intuito la nuova economia turistica, ad esempio una giovane coppia ad Agrigento che addirittura ha lasciato carriere ben avviate al nord per  gestire,  in modo molto milanese, un bel B&B in centro storico. E siciliani anche gli altri proprietari che mi hanno ospitato ,da Marsala a Palermo , nelle situazioni più diverse: casali di campagna o palazzi nobilissimi. Il mondo si scambia: siciliani che avviano proficue attività a Milano e a Londra e milanesi che decidono di abitare e lavorare a Palermo. Per mia esperienza le dico che chi fa scelte così forti,  apprezza eccome la storia e anzi la fa propria più degli autoctoni. Io la ringrazio di queste sue considerazioni che non trovo  provocatorie bensì semplicemente…contraddittorie! nel più sano stile del dialogo agente immobiliari. componente il direttivo di terziario donna confcommercio a milano

SUL DISCORSO DI MATTARELLA 

Il discorso di fine d’anno del capo dello Stato Sergio Mattarella , di cui scrivo nel Taccuino qui accanto, intervengono Sergio Marino, Roberto Bertola, Giulia Garbi, Aloisa Moncada e Rosanna Bocchieri 

SERGIO MARINO

Un faro acceso nel buio del conflitto sociale che vede l’Italia divisa in due  in un clima molto brutto Assessore alle attività produttive a Palermo

ROBERTO BERTOLA

Non mi aspettavo sinceramente che fosse così chiaro e diretto. Si è superato e forse ha anche forzato il suo modo di essere. Il che ci dice quanto abbia considerato delicato il momento. L’augurio è che il 2019 ci porti altre persone come lui e Papa Francesco e che chi è al governo si risenta più volte il suo discorso e capisca che i destinatari sono loro. Già AD del Banco di Sicilia, cittadino onorario di Palermo

CALOGERO PUMILIA  

Piena condivisione..Cultura, alta testimonianza del ruolo, misura in un mondo nel quale sembra prevalere l’improvvisazione, la volgarità . presidente Fondazione Orestiadi 

GIULIA GARBI

La parola su cui bisogna soffermarsi secondo me è “comunità” perché il nuovo modo di oggi, che è politico sì ma anche delle relazioni sociali, intriso di astio,  aggressività, disprezzo e non conoscenza di ciò che ha fatto la nostra comunità una civiltà, mina alla base proprio il senso di comunità e lascia gli individui soli. Senza comunità, non ci sentiamo a casa in nessun luogo senza comunità non andremo avanti Agente immobiliare, componente il direttivo di Terziario Donna ConfCommercio di Milano

GIGLIOLA MAGISTRELLI Un segno di concretezza e un buon auspicio per noi che abbiamo bisogno di uomini e donne responsabili. Gallerista, titolare di Artetika a Palermo

ALOISA MONCADA Per me è stato eccezionale Capo dei volontari all’Orto Botanico di Palermo

ROSANNA BOCCHIERI È stato positivo anche se ha firmato la manovra di bilancio che non prevede cose positive!!! Speriamo che il 2019 sia migliore del precedente!!! insegnante

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Sui rifiuti a Palermo , dopo Barbara Terrana e la sua foto , dopo Aurelio Angelini . Gigliola Magistrelli Ada Loffredo , Teresa Spagnuolo, inteerviene ora Giuseppe Lo torto

GIUSEPPE LO TORTO

A proposito di rifiuti:  Orlando ha i suoi problemi che, pur tardivamente, sembra che stia affrontando;  i cittadini conferiscono rifiuti di ogni tipo sulle strade aggravando la situazione già drammatica.  Mi chiedo se il corpo della c.d. “Polizia “ municipale sia efficacemente presente sulle strade per impedire anche di notte comportamenti illeciti e incivili.  O forse la c.d. “Polizia “ municipale rispetta rigorosamente gli orari degli uffici ove presta servizio per la massima parte del giorno (lavorativo).  Sono certo di sbagliarmi.  Ma sono altrettanto certo che è assolutamente inutile affidarsi ai lamenti.  Se , ad esempio, ogni condominio provvedesse allo spazzamento del proprio marciapiede e denunciasse chi scarica rifiuti in modo inadeguato (certo ci vuole coraggio in carenza della c.d. “Polizia” municipale) forse avemmo un segnale di miglioramento a beneficio di tuttiIngegnere, consulente giudiziario 

TERESA SPAGNUOLO  

Ciao Giovanni , le immagini che pubblichi in CRONACHE A VISTA (QUI)  parlano chiaro. Anche nei quartieri dove le persone sono colte e istruite, prendono spunto dal palermitano tascio. Serve solo un po’ di buon senso. Operatrice amministrativa all ‘Asp di Palermo

Già A Palermo ancora tutti buttiamo tutto dappertutto. Ma poi chiediamo poi che tutto funzioni. Vedo che le cose migliorano, adesso, in città…Ma non mi illudo. Le emergenze , le inciviltà restano gp

AURELIO ANGELINI 

Ciao Giovanni. Per i rifiuti , a Palermo, parlate di emergenza. E’ più corretto parlare di crisi gestionale nella raccolta , distinguendo, per evitare di non comprenderne le reali cause, tra crisi operativa della raccolta/spazzamento e crisi impiantistica nel trattamento e deposito dei rifiuti post trattamento. La crisi di oggi riguarda la raccolta/spazzamento che ha raggiunto un livello preoccupante, al punto che la stessa amministrazione ha nominato una commissione per capire cosa sta accadendo e se le criticità gestionali sono organizzative/funzionali o causate da motivi contingenti, vedi per ultimo, l’agitazione dei dipendenti RAP e il passaggio, in diverse zone della città, dalla raccolta del “tal quale” ad una raccolta differenziata.  L’attuale criticità gestionale è aggravata, a causa di uno scarso civismo, da uno smaltimento in strada di rifiuti speciali di origine domestica (mobili, elettrodomestici, ecc), fenomeno questo che finora non è stato adeguatamente contrastato. Le soluzioni, pertanto, vanno ricercate: all’interno dell’organizzazione dell’azienda; nel contrasto allo smaltimento incontrollato; nella revisione del contratto di servizio che regola il rapporto tra la Città e l’Azienda, per adeguarlo agli obiettivi di legge della raccolta differenziata e per stabilire in modo puntuale i livelli di qualità da garantire. Professore dell’Università di Palermo

GIGLIOLA MAGISTRELLI 

Se ci fosse la collaborazione dei cittadini tutto sarebbe più semplice. Metà della mia vita è stata al nord. Con punte in Danimarca e Olanda, li è un sogno il comportamento individuale, oserei dire civile.Bisognerebbe che i ragazzi educassero noi vecchi alla distribuzione della mondezza e che ci fosse tanta, tanta buona volontà. Gallerista titolare di Artetika

BARBARA TERRANA  

Ciao Giovanni. Che te ne pare foto ( vedete sopra ) ? Siamo a Palermo, davanti a Villa Filippine. Contenitore speciale , rifiuti speciali, è il caso di dire. E si tratta di rifiuti “comodi” .  Un divano è buttato davanti a un raccoglitore di indumenti usati. QUI  e QUI Mi sono venuti in mente certi  tuoi scatti, come l’automobile dello Zen o il piccolo scafo di via Messina Marine ,  rifiuti che a loro volta diventano contenitori di altri rifiuti. Cosa che, come vedi succede anche qui,  perchè nei cuscini sfrangiati si accumulano già sacchetti e cartacce. La fantasia , in questo campo, a Palermo , è illimitata come illimitata e l’inciviltà. Ma come dici spesso stringiamo i denti e speriamo in un 2019 migliore. Auguri. pittrice, autrice di collages

Già, cara Barbara, stringiamo i denti. Si è di nuovo ad una emergenza rifiuti a Palermo. L’ennesima. Il sindaco Leoluca Orlando sta per dare in carico ad una commissione di verificare lo stato delle cose nella Rap, la funzionalità, la sua organizzazioneMa fammi ripetere la battuta che faccio spesso. Non sarà mai pulita Palermo se il Comune spazza e raccoglie poco  e noi palermitani sporchiamo molto. La tua foto lo conferma. Auguri a te sperando , per il nuovo 2019, in una Palermo se non pulita, almeno decentemente sporca. gp

ADA LOFFREDO

Che situazione allucinante!!!!  pittrice

Sulle note del TACCUINO i commenti di chi ci segue. Parliamone gp

SALVO TRIPOLI

ùCiao Giovanni . Ho letto i commenti politici sul tuo taccuino. ( QUI ) Ti rivolgo una domanda seca. lo vedi precario il Governo o no?

Può essere secca la risposta. No. Perché è più precaria l’opposizione. gp

Fondata osservazione. Le opposizioni non sono compatte nel contrastarlo. Ci attende allora un vero e proprio regime che dovrà eliminarsi da solo

dottore commercialista

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Sul giocattolo in sospeso a Napoli di cui scrivo nel TACCUINO ( QUI ), dopo Don Antonio Garau e Gigliola Magistrelli , interviene Crocetta di Marco 

GIANFRANCO AMENTA

Ciao Giovanni. Il ” giocattolo in sospeso ” e’ un ulteriore modalità di esprimere solidarietà ( costituzionalmente indicata) supplendo per il tramite dell’ulteriore principio di sussidiarietà le carenze delle istituzioni. Penso in prima battuta al banco alimentare e a quello farmaceutico e comunque a tutte le realtà del terzo settore solo di recente normate (ancora non compiutamente) e sulle quali troppo spesso si tace pur essendo un ausilio indispensabile. Avvocato, vicepresidente della Commissione regionale tributaria

Hai ragione : “delle quali troppo  spesso si tace” Bisogna parlarne di più. E non solo parlarne,..

CROCETTA DI MARCO

Anni fa, a Milano, ho appreso in un bar “il caffè sospeso” . Rimasi talmente entusiasta dell’iniziativa che quando sono a Milano pago sempre due caffè, uno per me e l’altro “sospeso”. Ora apprendo “il giocattolo sospeso” . Che bella idea!! Condivido pienamente e corro a pagare un giocattolo sospeso! La solidarietà rende felice chi la pratica già direttore provinciale della Agenzia delle Entrate di Palermo  

ANTONIO GARAU 

Ciao Giovanni . Questa iniziativa di cui scrivi è molto interessante. Speriamo che non rimane un gesto isolato nel tempo. Purtroppo ci sono tanti club, associazioni, sindacati, gruppi vari che diventano buoni o solidali in questo periodo. Potremmo proporre a tutti gli industriali siciliani che per ogni Natale a sorteggio assumano un padre di famiglia disoccupato.. Che ne pensi? Potremmo fare una proposta insieme. Io ci sono. Parroco della parrocchia San Paolo apostolo di Borgo Nuovo

Va bene . Vediamoci e parliamone. Aspettando insieme quanto uomini come te da sempre aspettano e per cui da sempre si battono. Il tempo in cui il lavoro non deve essere il regalo della società a chi bisogno ma il regalo alla società di chi sa svolgere un mestiere di cui la società bisogno gp

GIGLIOLA MAGISTRELLI Il caffè sospeso a Napoli è un mondo. Solamente li si può fare del bene con tanta discrezione. Ecco, il giocattolo sospeso è amore. Qualcosa che ci fa stare bene. Togliere un po’ di cattiveria e festeggiare il Natale dei più piccoli senza farne una esternazione gallerista titolare di artetica a palermo

Sono d’accordo. Sperando che non succeda quanto, Antonio Garau , qui sopra ,  teme: solo una solidarietà di stagione legata al Natale. Sia Natale tutto l’anno....gp.

Scrivevo nel TACCUINO   QUI ) Che i partiti che sostengono il governo in carica, votavano no nel referendum che proponeva la riforma della Costituzione. Ma ora la modificano “strada facendo” Interviene Lino Morgante. gp

LINO MORGANTE

Siamo il Paese delle commissioni (Bozzi, D’Alema ecc.), ma non delle riforme. L’unica, sul Titolo V ha fatto solo danni confondendo il ruolo di Stato e Regioni su materie importanti.  Questo Governo, poi, è meglio che non sfiori neppure tutto ciò che attiene all’assetto istituzionale. Magari aboliscono la Carta e si muovono secondo… consuetudine. Peccato, per noi, che l’Italia non sia il Regno Unito! direttore editoriale de la Gazzetta del Sud e de il Giornale di Sicilia

Aboliscono la Carta ? Hai ragione caro Lino. Ma fanno già qualcosa di simile., Si muovono come se non ci fosse. Consideriamo solo che la manovra  si era pensato di portarla alle Camere senza passare per le Commissioni. Così mutilando parlamento … gp

Sulla mia nota in Taccuino a proposito della “quadra” , termine che ora usano gli esponenti della nuova maggioranza , intervengono Patrizia Di Dio e Giuseppe Lo Torto. 

GIUSEPPE LO TORTO Preziosi e cari Giornalisti (la maiuscola non è a caso), apprezzo e condivido l’evoluzione continua di una lingua viva e versatile come la nostra, ma è davvero pessima l’espressione “hanno trovato la quadra” che risuona come una nota stonata nei “concerti” tg. Sa tanto di dialetto lumbard, neppure tanto musicale. Perdonatemi ma non riesco a entrare in risonanza. Si potrebbe tuttavia cogliere l’occasione per ricordare l’impossibilità di disegnare un quadrato di area uguale a quella di un cerchio dato. ingegnere, esperto informatico, consulente giudiziario 

PATRIZIA DI DIO  La quadra ? Brutto neologismo per dire far quadrare il cerchio. Esprime l’ossimoro di un’attività di un cambiamento che , per essere attuato, non può far “quadrare”… il cambiamento è più sovversivo e disordinato che “quadrato”. Certamente in politica è importante ascoltare e rispondere alle istanze ma dare risposte e trovare soluzioni è diverso dal “trovare la quadra” che è l’azione di mediazione di mettere tutte le parti d’accordo. L’azione più coerente del cambiamento è “trovare la quadra”?  Non credo. non è per niente coerente con la necessità di cambiamento. presidente Confcommercio Palermo e presidente nazionale Terziario Donna 

Se Lo Torto tra i “preziosi e cari giornalisti”, con la maiuscola, annovera anche me, sono incolpevole come gli altri. La parola “quadra” non nasce da noi. Ma da Luigi Di Maio e Matteo Salvini quando sulla prescrizione cercavano un accordo che sembrava impossibile. È cronaca, dunque. Dialetto lumbard ? Ha ragione. Infatti la inventa Umberto Bossi quella parola, abbreviando l’espressione quadratura del cerchio. E ho già osservato, in questo blog quanto sia stonata con il “Cambiamento” l’uso di parole in uso un quarto di secolo fa. A parte il fatto come scrive bene Patrizia Di Dio che la “quadra” è altro dalla politica..Ma tant’è gp

CALOGERO PUMILIA Direttore,mla tu nota in TACCUINO.  In modo particolare il riferimento al PD del quale seguo le vicende con un misto di rabbia e di rassegnazione. In quel partito continuo a militare, alle primarie sceglierò Zingaretti ma temo che l’esperimento politico nato dieci anni fa stia arrivando al capolinea. Se guardo alla vicenda regionale il pessimismo diventa ancor più forte. Non vedo infatti come sia possibile rianimare un’esperienza che gli errori complessivi e la pochezza della classe dirigente isolana hanno dissipato. In Italia e in Sicilia c’è tuttavia un grande spazio per una sinistra moderna e riformista. Quello spazio non va lasciato vuoto.  della Commissione garanzia del Pd Sicilia )

C’è uno spazio per una sinistra moderna e riformista. Certo. Ma le proteste di Roma e Torino dimostra che altri possono riempirlo. Mi farà piacere parlane con te gp

Scrivevo nel TACCUINO ( QUI ) che , con la “Manovra”, il governo volta le spalle al Sud. Ci sono commenti. Li pubblico in ordine di arrivo.. È bello discuterne . gp

PATRIZIA DI DIO  l Sud non pretende assistenzialismo ma equità. L’Italia va a due velocità. Tanti standard nel  Sud sono molto al di sotto della media. Sanità, istruzione, servizi pubblici. Nel Mezzogiorno non ci sono cittadini o imprese di serie B. Non sono accettabili diseguaglianze così forti tra cittadini e territori. Lo Stato deve colmare il divario. Non solo per equità ma per convenienza. Senza il Sud tutta l’Italia non riparte. Al contrario il Sud rischia di diventarne zavorra. E deve farlo per arginare la deriva verso lo scontro tra le due Italie, con i cittadini gli uni contro gli altri. C’è anche questo, ammettiamolo, nel voto del 4 marzo scorso : una contrapposizione di interessi tra Nord e  Sud. Rovinosa per tutti.  ( Presidente provinciale Confcommercio di Palermo e presidente nazionale del gruppo Terziario Donna.) 

Il Sud non pretende assistenzialismo ma equità…” Tu dici ? Certo, importanti forze sociali, fra le quali la tua Confcommercio, non vogliono un Sud sussidiato. Ma il successo di un M5S che, invece, promette redditi di cittadinanza induce a pensare che ancora molti , nel Sud, di assistenzialismo vogliono nutrirsi…..gp 

LINO MORGANTE # caro Giovanni, Il Sud non è neppure citato  (Direttore editoriale della Gazzetta del Sud e de Il Giornale di Sicilia ) 

Appunto, caro Lino. E se è così.,.,.gp

foto di Barbara Terrana 

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Gigliola Magistrelli commenta l’articolo di Caterina Mirto sulla legge Pillon. QUI Pubblico con una replica dell’autrice gp

GIGLIOLA MAGISTRELLI É talmente superato Pillon, che monta il latte alle ginocchia.Se mai potessi accadere. La colpa purtroppo è sempre dell’ormai defunto PD. Che ha fatto qualche buona legge ma si è dimenticato delle nostre battaglie.Divorzio, aborto, adozione di figli ai single, jus soli, ecc. Adesso ci troviamo allo stesso anno 1974….Come se 44 anni non fossero passati. Gigliola Magistrelli , gallerista titolare di ArtetiKa

CATERINA MIRTO

Ha ragione la Magistrelli solo che negli anni 70 c’era un fermento ed un desiderio di equiparare le leggi alle nuove realtà sociali che oggi non esiste. Non dimentichiamo che era stato vinto un referendum sul divorzio e che nel 1975 veniva varata la riforma del diritto di famiglia che portó  la legislazione italiana a ottimi livelli di modernizzazione. Purtroppo da allora se il sentire sociale si è modificato, lo stesso cambiamento non è stato percepito dal legislatore che ha effettuato interventi a macchia di leopardo senza mettere mano ad una riforma che dopo 43 anni è ormai, per molte parti, obsoleta. Ad un legislatore dormiente ha peró sopperito una magistratura attenta ed al passo con i tempi.  Avvocato cassazionista vicepresidente nazionale e presidente regionale dell’ AIAF ( Associazione Italiana Avvocati per la famiglia e per i minori ).

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PATRIZIA DI DIO

 

I preziosi tesori che la Gam, ma come tanti altri tesori che tanti altri siti custodiscono, possono essere il volano della nostra economia che dovrà basarsi sulla cultura e sui saperi. Proprio come ai tempi della classe imprenditoriale illuminata di fine ‘800 e primi del ‘900.

Che grazie alla bellezza, alla cultura e all’arte non solo fece si che si esportassero nel mondo i prodotti del proprio sapere, ma ha reso la nostra città riferimento di cultura e arte per il mondo intero. Ai tempi eravamo simbolo fulgidissimo di bellezza e cultura. Presidente ConfCommercio di Palermo, presidente nazionale di Terziario Donna

ADA LOFFREDO

Che meraviglia! Erano artisti che sapevano cosa è la pittura e sapevano metterla in atto con grande maestria lasciandoci queste testimonianze che incantano e riscaldano il cuore pittrice

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La crisi del Pd in Sicilia. Le interviste a Calogero Pumilia   (QUI e QUI ) suscitano grande dibattito. Pubblico gli interventi in ordine di arrivo. Oggi scrive Pasquale Hamel. gp

ROBERTO BERTOLA Quando un soggetto, politico o no, ha la certezza di essere sul punto di schiantarsi ed è consapevole che il suo schianto favorirà chi sta portando al disastro il paese e non fa nulla per evitarlo, merita tutto il nostro disgusto. ( Già AD del Banco di Sicilia, cittadino onorario di Palermo )

GIGLIOLA MAGISTRELLI L’onorevole Pumilia si avvicina alla stessa noia che proviamo da qualche anno noi del PD o cmq sinistri.Sempre la persona sbagliata al posto giusto. Faraone è un bravo ragazzo, ma non ha la scintilla Minniti è un uomo Alfa dal suo modo di fare il”Gallo”nel senso buono. Decisionista. Non teme le critiche del suo popolo, addirittura appare destrorso. Zingaretti è attento alla forma del suo elettore, vuole il consenso di tutti magari con un po’di platea. Fa cose di sinistra ( Gallerista, titolare di Artetica

GIANNI PARISI Minniti é troppo impregnato della sua esperienza di uomo dei servizie di ministro degli interni. Per quanto riguardano gli anni più lontani lo ricordo come impegnato fautore dei foleniani e zanniani in Sicilia
Perse la partita. Zingaretti ha una grande esperienza di amministratore di una grande regione, il Lazio e ha una visione politica ampia e generale dei problemi. ( Già segretario regionale del PCI,  Fondatore del Centro pio la torre. ) 

PASQUALE HAMEL “L’intervista di Pumilia è in molta parte condivisibile, il quadro che disegna dell’attuale  Pd siciliano è più che corretto. Direi, per usare un’immagine abusata, che il Pd sia come quegli orchestrali che continuavano a suonare mentre il Titanic andava a fondo. Diciamo subito che oggi il Pd, ed il Pd siciliano in particolare, non  si sa cosa sia, anime diverse si sfidano a singolar tenzone sul nulla anche perché, mi pare evidente, questo partito è senz’anima. Mi permetto di aggiungere, e penso di suscitare  il fastidio di qualcuno, che quell’anima, nonostante molti suoi errori dovuti ad esuberanza e sufficienza, gliela voleva dare Matteo Renzi. L’anina di un partito progressista moderno ancorato ai principi liberal democratici. Purtroppo sono prevalsi i vecchi schemi ideologici, dietro i quali si nascondevano mediocri interessi personali. Debbo dire, e lo faccio con amarezza, che continuando così le cose per il Partito democratico non vedo un futuro.” ( Storico, giornalista e scrittiore, presidente istituton Storia Patria )

PIERO BUSETTA Ho letto con molto interesse i due post di Calogero Pumilia sul pd nazionale e su quello regionale! Un PD che non riesce ad intercettare più nè le esigenze dell’area progressista nè di quella popolare !In Sicilia non ha mai rappresentato in realtà una grande forza ma adesso è lontana da tutti!  Lontana dalla parte colta che non si riconosce nelle lotte di potere interne che mirano a conservare i padroni del partito alla guida, nè dalla parte popolare che non è distante purtroppo dal populisti verso i quali , sopratutto i 5 stelle si è spostata! In realtà il partito non si è mai contrapposto alle rendite di posizione che hanno bloccato la nostra realtà da sempre , anche quando per un caso fortuito la sinistra è riuscita ad avere la presidenza della regione ! Facendosi imporre personalità esterne ( dove è finito Baccei ? ) totalmente sganciate dal territorio ! Non sono mai entrato personalmente all ‘assessorato all’economia nei 5 anni di Baccei !Peraltro dice bene Pumilia le due anime delPd hanno poco in comune ed è bene che vadano ognuno per la propria strada in una visione di coalizione! Ma bisogna che entrambe partano mettendo al centro lo sviluppo economico del quale si sono sempre disinteressati ! Bisogna ripartire dalla lotta alle rendite di posizioni che attraversano partiti centro di destra e di sinistra e che sopravvivono a qualunque tentativo di cambiamento ! ( economista e scrittore, autore de Il “ Coccodrillo si è affogato ” )

ENZO GIAMBANCO Il problema è generale non solo del PD: la qualità umana è scaduta. Baricco nel suo ultimo libro, The Game, lo attribuisce alla mutazione antropologica determinata dal passaggio dall’analogico al digitale, che avrebbe cancellato le èlite.Può darsi ma la esigenza di punti di riferimento, a mio avviso, rimane. Non  ne vedo tra i magnifici sette e tanto meno in Faraone. Lasciami dire una follia: sottrarre Savona ai 5S ed all’euroscetticismo , facendone un faro di pragmatismo economico. Senza una scossa vera, di cui non vedo leader capaci tranne Renzi, che non è ovviamente ripresentabile, il rischio di declino inarrestabile è una triste realtà ( Ginecologo, già presidente della Società Italiana di Ginecologia )

LELIO CUSIMANO L’analisi di Lillo Pumilia ( è lucida quanto sferzante. Credo che, implicitamente, ci dia anche una chiave di lettura della tumultuosa crescita dei sondaggi a favore dell’attuale Maggioranza: corrono da soli e senza un’Opposizione. Di là, comunque, dei temi strettamente politici, vorrei segnalare un’altra anomalia del sistema siciliano. Mi riferisco al disinteresse che si protrae da oltre 35 anni per il diritto allo studio. La nostra regione presenta un rapporto problematico con l’istruzione. La Sicilia è l’ultima regione italiana per numero di laureati, in un Paese come l’Italia che già è penultima in Europa. I Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non fanno formazione, sono così numerosi che fanno svettare l’Isola al primo posto in Italia. Per numero di studenti che abbandonano prematuramente la scuola, l’Isola si attesta al secondo posto tra le venti regioni italiane, così come i Siciliani in possesso solo del diploma di media inferiore sono tra i più numerosi in Italia e secondi solo ai Pugliesi (fonte Istat). Il tempo pieno coinvolge appena l’8% degli studenti siciliani e in alcune provincie meno del 2%. Rispetto ai coetanei delle altre regioni, agli studenti siciliani mancano annualmente oltre 400 ore di attività educative. In dieci anni la perdita d’immatricolati nelle università siciliane ha toccato punte del 40%, lontane persino dal 27% del Mezzogiorno (fonte Regione Siciliana).Secondo i test ministeriali Invalsi che misurano la conoscenza della lingua italiana, la media nazionale raggiunge il livello 200, il Sud si attesta a 187 e la Sicilia si ferma a 185.   “Queste situazioni condizionano il processo di sviluppo dell’Isola e contribuiscono ad alimentare quella povertà educativa – denuncia Save the Children – che vede affermarsi la cultura dell’illegalità e del crimine organizzato”.Tra i tanti ritardi della Sicilia ho voluto richiamare proprio quello dell’istruzione, nella consapevolezza che si tratta di una “bandiera” storica per la sinistra. Eppure è servito un Governo di centro-destra per incardinare la prima legge siciliana per il diritto allo studio. Un esempio ma emblematico! ( economista, editorialista de Il giornale di Sicilia )

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Su casa e mercati dopo le interviste a Giulia Garbi

GIUSEPPE LO TORTO   Eccellente  l’intervento di Giulia Garbi. QUI e QUI  Mi chiedo se di questo “respiro” del mercato in realtà ne godranno soltanto investitori del nord Italia. Beninteso che siano i benvenuti, ma consideriamo che i nostri giovani continueranno ad “espatriare”, senza alcun programma di prima o seconda casa qui al sud (a meno di ereditarla per poi svenderla).

 Gli investitori innamorati della splendida Sicilia dovranno poi fare i conti con le conformità urbanistiche, con i cementi armati di 50 anni addietro (potendo scegliere consiglio sempre una struttura in muratura portante: leggasi  in pietra naturale, non artificiale come il c.a), ecc.  Al riguardo mi viene in mente come non mi pare che sia stato ancora reso obbligatorio il “libretto del fabbricato “ che serve a monitorare lo stato di salute delle strutture e degli impianti. Mi piace ripetere che se il Colosseo o le Cattedrali medievali fossero state costruite in c.a., oggi sicuramente non le avremmo;  ma forse i nostri antenati costruttori avrebbero trovato i necessari rimedi….Sono pessimista ?  Sarò lieto di essere smentito ! (ingegnere, esperto informatico, consulente giudiziario )

GIULIA GARBI La ringrazio ingegner Lo Torto. Ma direi tre cose . Prima .Fin quando parleremo di Nord e di Sud, anche riferendoci solo all’Italia, resteremo schiacciati dal passato. Senza futuro. Io sono una signora del Nord che vede tante ricchezze al Sud. Se anche chi abita al Sud riuscisse a vederle, sarebbe in grado di farne ricchezza. In fondo la salvezza di ogni uomo è personale, dipende da noi, non dal Fato. Ma forse questo è ahimè un concetto del Nord. Seconda. Non c’è differenza tra giovani del Nord e giovani del Sud. Ci sono giovani volitivi che si impegnano, che trovano un futuro in cui credere e ci sono quelli che si fermano nel piagnisteo. Va avanti chi ha un suo codice dell’anima, lo sa riconoscere, sa trasformarlo in capacità, poi in passione, poi in ricchezza di vita. Ma questo percorso di salvezza individuale solitamente  è impedita proprio dai genitori che spingono anziché verso il  futuro, verso un ripiegamento pessimistico che conduce ad un immobilismo, ad una sconfitta ancor prima di un qualsiasi  inizio. Questa è la nuova italianità, sia del Sud che del Nord. Terza. Interessano in Sicilia le case d’epoca, le case storiche,  quelle case che raccontano un’epoca, uno stile, una storia passata. Interessano le “case con l’anima”. Più sono conservate nelle loro caratteristiche autentiche e più piacciono. Gli  antichi pavimenti in maiolica sciupati, i parquet tarlati , gli affreschi sbiaditi, perché proprio con la patina del tempo ci raccontano  il senso della storia fuori e dentro le stanze.  Questi signori acquistano perché rapiti dai luoghi, dal loro passato, un passato  che studiano appassionatamente e del quale si innamorano, che  finiscono per conoscere più di quanto non lo conoscano i signori  che in quei luoghi risiedono.Insomma la vita vera, che sia di persone o di case, dipende dall’anima. Al Nord come al Sud

MARIUCCIA PECORARO Ho letto l’intervista a Giula Garbi ( QUI ) Questa bella immagine della Sicilia , che suscita nei compratori italiani l’acquisto della seconda casa , ci rende orgogliosi.   ( insegnante, presidente inneer Weel Palermo Villa Igea )

GIULIA GARBI Orgoglio ? Lieta di suscitarlo. Purché sia sentito nella misura giusta e in una prospettiva positiva. Troppo spesso l’orgoglio diventa un alibi per l’immobilismo. Io amo la Sicilia e vorrei che I Siciliani utilizzassero cultura e storia come risorse per costruire il futuro. Ma ancora non succede come dovrebbe e potrebbe ( agente immobiliare, consigliere del gruppo Terziario Donna di Confcommercio a Milano 

Su Sud , Sicilia e crescita dopo le interviste a Filippo Ribisi..( QUI )  Pubblico in ordine di arrivo gp

LINO MORGANTE  Caro Giovanni non ci sarà nessuna vera crescita fino a quando non verrà varato un progetto per adeguare le infrastrutture del Paese, soprattutto nel settore  viabilità e logistica. E poi troppe tasse e burocrazia. Sono pessimista, più che crescita vedo decrescita …. infelice. Direttore editoriale della Gazzetta del Sud e de Il Giornale di Sicilia 

LELIO CUSIMANO E’ un quadro a tinte fosche quello tracciato dal vice presidente della Confartigianato; un quadro che non sembra certo volgere al sereno. Due esempi tra tanti: ieri la CGIA di Mestre ha comunicato che, per  effetto della manovra di bilancio, le imprese subiranno un maggiore prelievo fiscale di 6,2 miliardi di euro nel solo 2019; altro che taglio delle tasse! Oggi il Corriere della Sera ha diffuso un dato drammatico: solo nel terzo trimestre di quest’anno 52 mila aziende italiane hanno chiuso i battenti! Su questo scenario pesa, poi,  una situazione di grande fragilità: i nove/decimi delle imprese italiane hanno meno di 9 dipendenti e in Sicilia questo dato sfiora i dieci/decimi. economista, editorialista de Il Giornale di Sicilia

BRUNO TABACCI Caro Giovanni. Ho letto le interviste a Filippo Ribisi. Questo governo pensa solo alle elezioni e a far proclami irresponsabili che ci portano al totale isolamento. Servono investimenti per dare lavoro e non promesse di redditi.Ma il mezzogiorno che ha votato massicciamente lega e soprattutto M5S deve politicamente svegliarsi.La recessione colpirà ancora di più il sud del paese.E’necessario avviare una fase politica nuova. (Deputato di Milano  (+ Europa )

PIERO BUSETTA Dice bene Ribisi una visione ampia dei politici è indispensabile! Non pensare alle prossime elezioni ma alle. Prossime generazioni ! Ma non è facile quando i professionisti della politica,  bravi ad organizzare professionalmente il consenso, meno interessati ad un progetto di sviluppo della nostra area quanto a quello proprio! Per avere un reddito senza fare alcun lavoro se non quello di stare nei bar per organizzare il consenso ! Per il resto bisogna evitare che i fondi strutturali servano a finanziare le rendite di posizione che proprio questo politico citati proteggono! Per questo è necessario concentrare le risorse in pochi grandi progetti che aiutino a dare quelle condizioni che servono per le imprese grandi e piccole ! Rompere quel cordone ombelicale tra risorse pubbliche e consenso organizzato mi sembra un passaggio fondamentale! ( economista e scrittore, autore de Il “ Coccodrillo si è affogato ” )

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