Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di CARMELO FUCARINO

E’ in corso a Palermo, nel Palazzo dei dei Normanni, la mostra dal titolo TERRACQUEO. Aperta al pubblico fino al 31 gennaio, questa esposizione , come si legge in STORIE & ARCHEOSTORIE qui vuol ” raccontare e trasferire al visitatore “un” concetto di Mediterraneo per dargli accesso alla sua “anima”, pur nelle diverse sfaccettature e opinioni messe in evidenza nel tempo da autori come Braudel, Abulafia e Broodbank. L’obiettivo è dichiarato: donare al visitatore una chiave di lettura dell’antichità per rituffarlo improvvisamente nel presente e fargli percepire cosa era i ieri e cosa è diventato oggi. ” Tra gli scritti in catalogo quello di Carmelo Fucarino che pubblichiamo qui di seguito una parte …

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IPOTESI 1

«Cos’è il Mediterraneo? Mille cose alla volta. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma le civiltà accatastatesi l’una sull’altra […]. Tutto perché il Mediterraneo è un crocevia molto antico. Per millenni tutto è confluito verso di lei, confuso, arricchendo la sua storia: uomini, bestie da soma, vetture, mercanzie, navi, idee, religioni, arti di vita. E anche le piante. Pensi che siano mediterranei?» (Fernand Braudel, La Méditerranée). Dalla piccola barca a remi, alla trireme spinta sulle onde dal vigore delle braccia, dal veliero in attesa del refolo di vento, ai grandi odierni giganti del mare il simbolo di questo piccolo catino fra opposte coste a cerchio, divenuto ombelico della civiltà mondiale, la nave è stata da sempre il suo strumento di ricchezza, ma anche mezzo di conoscenza e di cultura che nascono come scambio ed arricchimento, accoglienza e integrazione, assimilazione o multiculturalismo socio-antropologico. Il tappeto di isole minuscole e grandi che vanno dalle coste dell’Egeo e si estendono fino alla Sardegna ha reso possibile con brevi tratti di navigazione alla vista di terra spostarsi da Oriente ad Occidente. Quella civiltà giunta dalla Ionia e dalle culture del Medio ed Estremo Oriente, religioni ed ethos, sensibilità che si storicizzano in letteratura ed arte, hanno potuto trascorrere per tutto il bacino e formare nello scambio dei popoli eccezionali. Nei successivi passaggi dalla paleontologia all’archeologia, fino alla storia in termini di ricerca erodotea , il mitologhema più antico che ne rappresentò questa simbiosi di razze, questo abbraccio di rive opposte fu durante la thalassocrazia cretese quello dell’ospitalità trovata da Minosse e Dedalo presso Cocalos, re di Camico a della metafora della loro uccisione nel bagno. Antioco di Siracusa (V sec. a.C.) con scelta politica rivoluzionaria cominciava la sua storia della Sicilia proprio da Cocalo, re dei Sicani, facendone il collante tra la civiltà sicana e quella minoica. Si disse sepolto a Minoa, sulle cui rovine lo spartano Dorieo, della famiglia degli Eraclidi, fondò Eraclea. Il passaggio al mito letterario della Sicilia, centro del mondo, avvenne con il prodigioso nostos di Odisseo, un periplo tra luoghi che sono rimasti nella coscienza e nell’immaginario collettivo, tappe in regioni meravigliose che incantavano con le Sirene o spiegavano fenomeni come Eolo, e poi l’orrore di Polifemo e dei Ciclopi, e gli incanti di Circe con il suo amore che rende eterni, fino all’ingenua tenerezza di Nausicaa, alla ricerca dell’isoletta di Itaca, miti universali da secoli rivissuti come reali, tappe che tante città si contendono. Agli scambi marittimi si innestarono i contatti terrestri e il simbolo dell’agricoltura che produce in un ciclo eterno, come si vorrebbe la vita umana, fu il mito orfico di Demetra e Core-Persefone che rivissero al centro della Sicilia come Cerere e Proserpina, nell’ubertosa Enna che ne celebrava i riti, il mare e la ricchezza nello scambio dei cereali, suppellettili e grano. E il mitico amore di 2222 che dall’Elide insegue per amore Aretusa che raggiunge ad Ortigia. Il primigenio periplo odisseico dell’incanto per gli attracchi del Mediterraneo rivisse nella fantasia mitica di Apollonio Rodio e degli Argonauti che con Giasone e tanti altri eroi del mito ellenico ne ripercossero mari ed approdi del meraviglioso alla conquista di un tesoro, il vello d’oro. E la partecipazione empatica e l’abbraccio di Eschilo con il mito di Etna, di Pindaro e le glorie olimpiche siciliane, di Platone e l’illusione di educare un tiranno. E l’immensa nave-città di Archimede Syrakosia donata da Ierone II a Tolomeo III di Egitto, troppo grande per i nostri porti, e Teocrito che vi porta i suoi contadini, che descrive lo stupore salottiero delle sue conterranee siracusane. Ed ancora l’epica romana sulle stesse tracce da Ilio in fiamme ne rivisitò popoli e miti con il profugo infine Enea, il primo dei milioni di profughi alla ricerca della terra madre, fra falsi approdi e pericoli incombenti. Con Didone si compì quel primo connubio di due sponde da cui noi siamo elladici, micenei, minoici, greci e romani. Per giungere al sommo della emancipazione e della sintesi del mondo con la Geografia di  Strabone, il periplo scientifico di luoghi e storia, dal mito al reale, che hanno creato la nostra Società. Un rimescolio di miti e di razze, racconti di amori e di tour marini. Il Mediterraneo a noi noto fu un crogiolo di popoli e di razze, uno spontaneo melting pot etnico, religioso, politico, in continuo movimento migratorio e pertanto in un perenne coagulo di culture e civiltà che in genere ruotarono nelle forme primitive intorno alla prevalenza femminile o maschile, dal matriarcato e dal culto della Magna Mater al patriarcato, con la finale assunzione della gerarchia olimpica, e sulla modalità del culto dei morti e della sepoltura, la primitiva cremazione e la successiva tumulazione. Almeno questi sono stati i criteri universalmente riconosciuti per dare un quadro di insieme alla discrasia fra due opposte civiltà e alla definitiva affermazione dell’ultima, che fino ad oggi persiste nell’Occidente e si va imponendo con la forza delle armi o con quella finanziaria in tutto il globo, da New York, il centro di tutto o per dire il Mondo fino alla più piccola isola dell’Oceania….

CARMELO FUCARINO Laureato in lettere, è professore professore di italiano e storia negli Istituti Superiori di Palermo ( al liceo Garibaldi dal 1980 /97 ). Poeta è autore di due raccolte di liriche Città e ancora città, Il Vertice Editore, e Percorsi di labirinto, Thule Edizioni. Ha pubblicato diversi saggi e una Grammatica di greco antico per i tipi della Paravia.